I Mott The Hoople sono una band inglese che nasce alla fine degli anni Sessanta e vive una parabola intensa, segnata da momenti difficili e da una rinascita sorprendente.
Tutto inizia nel 1969 a Hereford, in Inghilterra, quando un gruppo chiamato Silence decide di trasformarsi sotto la guida del manager Guy Stevens. Cambia il cantante originale, Stan Tippins, con Ian Hunter, un vocalist carismatico che suona il pianoforte e porta una nuova energia. Stevens sceglie il nome Mott The Hoople, ispirandosi a un romanzo di Willard Manus, e così nasce la loro avventura musicale.
Viene pubblicato il primo album omonimo nello stesso anno, nel 1969, con Island Records
Mischia cover come “You Really Got Me” dei Kinks a brani originali come “Rock and Roll Queen” di Mick Ralphs, il chitarrista della band. Ottengono un discreto successo di critica, ma le vendite non decollano. I Mott The Hoople suonano dal vivo con una forza che li distingue, eppure i dischi non catturano quell’energia. Nel 1970 registrano Mad Shadows, un album cupo e intenso, seguito nel 1971 da Brain Capers, che esplora sonorità più dure, quasi proto-punk. Anche qui, però, il pubblico non li premia con grandi numeri, nonostante i concerti siano sempre un trionfo.
Arriva a un punto critico nel 1972 per i Mott The Hoople
Dopo un’esibizione deludente in Svizzera, la band decide di sciogliersi. Ma proprio allora entra in contatto con David Bowie, un fan sfegatato che non vuole lasciarli andare. Bowie offre “Suffragette City”, ma rifiutano: non li rappresenta. Poi propone loro “All The Young Dudes”, un brano scritto apposta per loro. Viene registrato con Mick Ronson alla produzione e, nel luglio 1972, avviene il lancio come singolo. Divento un successo clamoroso, un inno del glam rock che li rilancia e li porto al settimo posto nella classifica britannica. L’album omonimo, sempre prodotto da Bowie, consolido la lor fama.
Nel 1973 cambia la formazione: Verden Allen, il tastierista, lascia il gruppo, e Mick Ralphs se ne va per fondare i Bad Company
Arriva Morgan Fisher ai sintetizzatori e Luther Grosvenor, che si esibisce come Ariel Bender alla chitarra. Pubblicano Mott, che molti considero il loro lavoro migliore, con pezzi come “All The Way From Memphis”. Nel 1974 esce The Hoople, l’ultimo disco con Ian Hunter, che poi intraprendo una carriera solista. Dopo la sua partenza, continuano con Nigel Benjamin alla voce e Ray Major alla chitarra, ma il successo cala. Nel 1978 si trasformano nei British Lions con John Fiddler, ma la band si scioglie definitivamente nel 1980.
Reunion
In occasione del 40º anniversario dalla nascita del gruppo, i Mott The Hoople si sono riuniti nella formazione originale per suonare a Londra all’Hammersmith HMV Apollo (ex Hammersmith Odeon), il 2 e 3 ottobre 2009, ma essendo andati venduti i 7000 biglietti per le due serate in soli due giorni è stata aggiunta una data l’1 di ottobre e successivamente anche il 5 e 6 ottobre. Una nuova reunion è avvenuta nel 2013, con cinque date nel Regno Unito nel mese di novembre.
Collaborazioni con artisti di spicco
Lavorano con David Bowie, che non solo li salva con “All The Young Dudes”, ma produce anche l’album del 1972. Viene coinvolto anche Mick Ronson, suo storico collaboratore, che arrangia e suona con la band in quegli anni d’oro. Nel 1974, durante un tour americano, la band accompagna i Queen come band di supporto, un’esperienza che ispira il loro brano “Now I’m Here”. Riuniscono la formazione originale nel 2009 per cinque concerti a Londra, dimostrando che il lo spirito resiste al tempo.
Formazione attuale dei Mott The Hoople
- Ian Hunter – voce
- Ariel Bender, chitarra
- James Mastro, chitarra
- Morgan Fisher, tastiera
- Dennis Dibrizzi, tastiera
- Steve Holley, batteria
La discografia dei Mott The Hoople
- 1969 – Mott the Hoople
- 1970 – Mad Shadows
- 1971 – Wildlife
- 1971 – Brain Capers
- 1972 – All the Young Dudes
- 1973 – Mott
- 1974 – The Hoople