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La nostra recensione di “Crisis? What Crisis?” dei Supertramp

I Supertramp sono stati una band britannica formatasi nel 1970, diventata celebre per un sound unico che mescolava rock progressivo, pop ed elementi di art rock.

Guidati dai due principali compositori e cantanti, Roger Hodgson e Rick Davies, la band dei Supertramp ha raggiunto il successo internazionale negli anni ’70 e ’80 con album iconici come Crime of the Century (1974) e Breakfast in America (1979). La loro musica è caratterizzata da melodie orecchiabili, testi introspettivi, arrangiamenti complessi e un uso innovativo di strumenti come il pianoforte, il sassofono e il Wurlitzer electric piano.

Crisis? What Crisis?” è il quarto album in studio dei Supertramp, pubblicato nel 1975. Questo disco segna un’evoluzione nel sound della band, con un mix di rock progressivo, pop e elementi più accessibili che avrebbero caratterizzato il loro successo negli anni successivi.

Il titolo del disco

Il titolo dell’album, Crisis? What Crisis?, riflette un’ironia tipica dei Supertramp e un approccio sarcastico alle difficoltà della vita. Pubblicato nel 1975, in un periodo di tensioni sociali, economiche e politiche (come la crisi petrolifera del 1973), il titolo sembra voler sottolineare una sorta di distacco o indifferenza di fronte alle crisi globali e personali. È un modo per dire: “Nonostante tutto, la vita va avanti, e forse non dovremmo prenderci troppo sul serio“.

Questa filosofia si riflette anche nelle canzoni dell’album, che esplorano temi come l’identità, la ricerca di significato e la quotidianità, spesso con un tono leggero e autoironico. Il titolo, quindi, non è solo una provocazione, ma anche un invito a guardare oltre le apparenze e a trovare un equilibrio tra serietà e leggerezza, un tema ricorrente nella musica dei Supertramp.

  1. Easy Does It
    L’album si apre con un’introduzione rilassata e quasi sussurrata, che sfocia in un brano dal ritmo morbido e accattivante. La chitarra acustica e il piano guidano la traccia, mentre la voce di Roger Hodgson crea un’atmosfera calda e invitante. Un inizio tranquillo ma promettente.
  2. Sister Moonshine
    Una delle tracce più memorabili dell’album, con un’atmosfera country-rock e un testo poetico. La melodia è orecchiabile e il suono è ricco di armonie vocali e strumentali. Il pianoforte e la chitarra si fondono perfettamente, creando un brano che è sia riflessivo che gioioso.
  3. Ain’t Nobody But Me
    Una traccia più energica e ritmata, con un sound che ricorda il rock classico degli anni ’70. Rick Davies alla voce principale dà un tono più aggressivo e diretto, mentre il sax e il piano aggiungono profondità al brano. È un pezzo che dimostra la versatilità della band.
  4. A Soapbox Opera
    Una ballata lenta e introspettiva, con un testo che esplora temi esistenziali e spirituali. La voce di Hodgson è emotiva e coinvolgente, mentre l’arrangiamento orchestrale aggiunge un tocco epico. È un brano che richiede attenzione e che rivela la sua bellezza con più ascolti.
  5. Another Man’s Woman
    Una delle tracce più lunghe dell’album (6.15 minuti), con un inizio strumentale che ricorda il jazz-rock. Il piano e la chitarra si intrecciano in modo magistrale, creando un’atmosfera ipnotica. La voce di Davies entra in modo deciso, e il brano si sviluppa in un crescendo potente e coinvolgente.
  6. Lady
    Una canzone dolce e melodica, con un testo romantico e un arrangiamento semplice ma efficace. La voce di Hodgson è delicata e commovente, mentre il piano e la chitarra creano un’atmosfera intima e rilassata. È un momento di pausa riflessiva nell’album.
  7. Poor Boy
    Una traccia più sperimentale, con un sound che mescola rock, blues e jazz. Il brano è ricco di cambiamenti di ritmo e di atmosfera, con un uso creativo degli strumenti e delle voci. È un pezzo che dimostra la capacità della band di osare e innovare.
  8. Just a Normal Day
    Un brano che inizia in modo tranquillo (quasi cupo) e poi esplode in un ritmo più vivace e dinamico. La voce di Davies è potente e carismatica, mentre il piano e la batteria guidano il brano con energia. Il sax guida l’ascoltatore ad un finale piacevole.
  9. The Meaning
    La penultima traccia è una ballata lenta e malinconica, con un testo che riflette sul senso della vita e delle relazioni. La voce di Hodgson è emotiva e toccante, mentre l’arrangiamento è semplice ma efficace. È un brano che lascia l’ascoltatore con un senso di riflessione e di pace.
  10. Two of Us
    L’ultima canzone del disco è una ballata lenta e malinconica, con un testo che si interroga sul senso della vita.

In conclusione, “Crisis? What Crisis?” è un album che mostra i Supertramp in una fase di transizione, con un sound che mescola rock progressivo e pop in modo innovativo. Ogni traccia ha il suo carattere e la sua atmosfera, creando un disco vario e coinvolgente. Nonostante non abbia raggiunto lo stesso successo commerciale di “Breakfast in America“, rimane un’opera di grande qualità e profondità artistica.

La formazione dei Supertramp

  • Roger Hodgson 
  • Rick Davies 
  • John Helliwell
  • Dougie Thomson
  • Bob Siebenberg (accreditato come C. Benberg)

— Onda Musicale

Tags: Supertramp
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