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Brian May: il geniale chitarrista dei Queen

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Brian May

Brian Harold May, nato il 19 luglio 1947 a Twickenham (Inghilterra), è una figura poliedrica: chitarrista dei Queen, astrofisico di fama mondiale, compositore e attivista per i diritti degli animali.

La vita di Brian May è un intreccio straordinario di talento musicale, curiosità scientifica e dedizione personale, che lo ha reso uno degli artisti più stimati e apprezzati del XX e XXI secolo. Dalla creazione della sua iconica Red Special all’ingresso nei Queen, fino al completamento della sua laurea in astrofisica e alla sua vita privata, la storia di Brian May è un viaggio affascinante che merita di essere raccontato in dettaglio.

Gli anni della formazione e la passione per la musica

Brian May cresce in una famiglia della classe media britannica. Suo padre, Harold, era un ingegnere elettronico, mentre sua madre, Ruth, era una casalinga con un amore per la musica. Fin da piccolo, Brian mostra un talento naturale per entrambi i mondi dei suoi genitori: suona il pianoforte e l’ukulele (un regalo di compleanno a 7 anni) e si interessa alla scienza, costruendo modellini e osservando le stelle con un telescopio artigianale.

A 16 anni, nel 1963, la sua passione per la chitarra lo spinge a costruire la Red Special insieme al padre, un progetto che nasce dalla necessità economica e diventa un simbolo della sua inventiva (per i dettagli sulla costruzione, vedi l’articolo precedente). Questo strumento, unico nel suo genere, accompagnerà Brian per tutta la sua carriera. Durante gli anni del liceo alla Hampton Grammar School, forma la sua prima band, i 1984, con cui suona cover di rock’n’roll e rhythm and blues, affinando il suo stile influenzato da chitarristi come Hank Marvin degli Shadows, Eric Clapton e Jimi Hendrix.

L’ingresso nei Queen

Nel 1968 Brian May si iscrive all’Imperial College di Londra per studiare fisica e matematica, ma la musica rimane una costante nella sua vita. Qui incontra Tim Staffell, un compagno di studi con cui forma gli Smile, una band che include anche Roger Taylor alla batteria. Gli Smile si esibiscono nei circuiti universitari e registrano alcuni brani, ma il gruppo si scioglie nel 1970 quando Staffell lascia per unirsi agli Hummingbird.

La svolta arriva nello stesso anno, quando Brian e Roger decidono di continuare insieme e reclutano Freddie Mercury, un amico di Staffell con una voce straordinaria e un carisma magnetico. Dopo un breve periodo con vari bassisti, John Deacon si unisce al quartetto nel febbraio 1971, completando la formazione dei Queen. Il nome della band, suggerito da Mercury, riflette l’ambizione di creare qualcosa di grandioso e regale.

Il debutto discografico dei Queen avviene con l’album omonimo Queen (1973), prodotto con un budget limitato

Brian May contribuisce con brani come “Keep Yourself Alive“, dove il suono della Red Special – con i suoi pickup Burns Tri-Sonic e il tremolo artigianale – si fa subito notare. Il successo arriva con Queen II (1974) e si consolida con Sheer Heart Attack (1974) e A Night at the Opera (1975), dove “Bohemian Rhapsody” – con le sue armonie di chitarra stratificate – consacra i Queen come fenomeno globale. Brian diventa il pilastro musicale della band, scrivendo classici come “We Will Rock You“, “Fat Bottomed Girls” e “Tie Your Mother Down“.

La laurea in astrofisica

Parallelamente alla musica, Brian May non abbandona mai la sua passione per la scienza. Dopo aver conseguito una laurea con lode in fisica e matematica all’Imperial College nel 1968, inizia un dottorato in astrofisica, studiando la riflettanza della polvere interplanetaria nello spettro zodiacale. Tuttavia, l’ascesa dei Queen lo costringe a mettere in pausa gli studi negli anni ’70, una decisione che lo lascia con un senso di incompiutezza.

Nel 2006, dopo oltre 30 anni di carriera musicale, Brian May decide di riprendere il suo percorso accademico

Torna all’Imperial College e completa la sua tesi, intitolata A Survey of Radial Velocities in the Zodiacal Dust Cloud. Il 23 agosto 2007, all’età di 60 anni, consegue il dottorato in astrofisica, un traguardo celebrato con orgoglio sia da lui che dalla comunità scientifica. Successivamente, diventa rettore onorario dell’Università John Moores di Liverpool (2007-2013) e collabora con la NASA alla missione New Horizons, analizzando dati sulla cintura di Kuiper. La sua passione per l’astronomia si riflette anche nella musica, come nel brano “’39” da A Night at the Opera, che narra di un viaggio spaziale relativistico.

Il suono Inconfondibile di Brian May

Il suono di Brian May è indissolubilmente legato alla Red Special, la chitarra che ha costruito da adolescente. Dotata di tre pickup Burns Tri-Sonic single-coil, un sistema di interruttori per combinazioni sonore e un tremolo artigianale, la Red Special offre una versatilità unica. Brian utilizza una moneta da sei pence come plettro, una scelta che produce un attacco metallico e definito, ideale per i suoi riff e assoli melodici.

Per l’amplificazione Brian May si affida principalmente al Vox AC30, un amplificatore valvolare britannico che enfatizza i toni alti e medi della Red Special, creando quel suono brillante e “cantabile” che lo distingue. Durante le registrazioni, utilizza spesso più AC30 in catena per ottenere un muro di suono, come in “Bohemian Rhapsody“. Tra gli effetti, il più iconico è il treble booster, in particolare il modello progettato da Pete Cornish o il Dallas Rangemaster, che amplifica il segnale senza distorcerlo eccessivamente, preservando la chiarezza delle note.

Negli anni, Brian ha sperimentato con altre chitarre – come una Gibson Les Paul per “Crazy Little Thing Called Love” o una Fender Telecaster per alcuni brani – ma la Red Special rimane il suo strumento principale. Per i tour moderni con i Queen + Adam Lambert, usa repliche della Red Special costruite da Greg Fryer e versioni commerciali prodotte da Burns e dalla Brian May Guitars.

La sua vita privata

La vita privata di Brian May è stata segnata da momenti di gioia e difficoltà. Negli anni ’70, sposa Christine Mullen, una maestra elementare conosciuta tramite Roger Taylor. La coppia ha tre figli: James (nato nel 1978), Louisa (1981) ed Emily Ruth (1987). Il matrimonio, però, si deteriora negli anni ’80, in parte a causa della relazione extraconiugale di Brian con l’attrice Anita Dobson, famosa per il ruolo in EastEnders. Brian e Christine divorziano nel 1988, e nel 2000 Brian sposa Anita, con cui vive ancora oggi a Windlesham, Surrey.

La perdita di Freddie Mercury nel 1991 segna profondamente Brian, che cade in una depressione dalla quale esce grazie al supporto di Anita e alla musica. Negli ultimi anni, ha affrontato problemi di salute, tra cui un infarto nel 2020, ma si è ripreso completamente, continuando ad esibirsi e a lavorare.

Brian May è anche un fervente attivista per i diritti degli animali

Nel 2010 fonda Save Me, un’organizzazione che si oppone alla caccia alla volpe e all’abbattimento dei tassi nel Regno Unito, riflettendo il suo amore per la natura (è vegetariano dagli anni ’90). La sua passione per la stereoscopia, ereditata dal padre, lo ha portato a pubblicare libri come A Village Lost and Found (2009), che esplora la fotografia 3D vittoriana.

Con i Queen + Adam Lambert continua a portare la musica della band in tutto il mondo, mentre i suoi contributi scientifici gli valgono il rispetto della comunità accademica. La sua biografia è quella di un uomo che ha sfidato le convenzioni, unendo arte e scienza in un modo che pochi hanno eguagliato.

— Onda Musicale

Tags: Eric Clapton/Jimi Hendrix/Freddie Mercury/Roger Taylor/John Deacon/Shadows
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