Earl Hooker, nato il 15 gennaio 1929 a Clarksdale (Mississippi), è stato uno dei più straordinari chitarristi blues americani, sebbene il suo nome sia rimasto ingiustamente nell’ombra rispetto ad altri grandi del genere.
Earl Hooker è considerato un “musicista per musicisti“, la sua maestria tecnica alla chitarra slide e il suo stile innovativo hanno lasciato un’impronta indelebile nel panorama del blues elettrico americano.
Gli inizi nel Mississippi
Cresciuto nel cuore del Delta del Mississippi, Earl Hooker si trovò immerso fin dall’infanzia in quello che sarebbe diventato il terreno fertile del blues. Cugino di secondo grado del leggendario John Lee Hooker, Earl mostrò un talento precoce per la musica. La sua famiglia si trasferì a Chicago quando era ancora giovane, un evento che avrebbe significativamente influenzato il suo sviluppo musicale.
Fu proprio a Chicago, centro nevralgico del blues urbano in piena evoluzione, che il giovane Earl Hooker iniziò a perfezionare il suo stile. A differenza di molti suoi contemporanei, ricevette un’educazione musicale formale, imparando a leggere la musica e studiando diversi strumenti, anche se la chitarra rimase sempre il suo mezzo d’espressione prediletto.
Lo stile di Earl Hooker era unico e immediatamente riconoscibile
La sua tecnica alla chitarra slide era impeccabile, caratterizzata da una fluidità e precisione che pochi altri chitarristi potevano eguagliare. A differenza del blues più grezzo e viscerale di alcuni suoi contemporanei, Hooker adottava un approccio più sofisticato, incorporando elementi di jazz, country e persino musica hawaiiana. Era noto per la sua capacità di far “cantare” la chitarra, imitando la voce umana con incredibile precisione.
Earl Hooker era principalmente un musicista strumentale. Ironicamente, sebbene appartenesse a una tradizione musicale fortemente vocale come il blues, era riluttante a cantare a causa della tubercolosi che lo afflisse per gran parte della sua vita. Questa malattia cronica non solo limitò la sua capacità di esibirsi vocalmente, ma purtroppo accorciò anche la sua vita e carriera.
Nonostante i problemi di salute, Earl Hooker fu incredibilmente prolifico durante gli anni ’50 e ’60. Si esibì come musicista di sessione per etichette come King, Checker e Chess Records, contribuendo a numerose registrazioni che sarebbero diventate pietre miliari del blues. La sua versatilità gli permetteva di passare con naturalezza dal blues al jump blues, fino al nascente rock and roll.
Collaborazioni significative
Tra le collaborazioni più importanti di Earl Hooker va sicuramente menzionata quella con il leggendario chitarrista Muddy Waters. Nel 1969, Hooker suonò la chitarra slide nel celebre album “You Can’t Lose What You Never Had“, contribuendo in modo significativo al sound di questa pietra miliare del blues.
Un’altra collaborazione fondamentale fu quella con Junior Wells, con cui Hooker registrò l’album “It’s A Blues Thing” nel 1969 per l’etichetta BluesWay. Questa collaborazione mise in luce la straordinaria capacità di Hooker di accompagnare e valorizzare un vocalist, creando un dialogo musicale di rara intensità.
Particolarmente significativa fu anche la sua collaborazione con il grande armonicista Big Walter Horton, con cui registrò diversi brani memorabili. La loro partnership musicale evidenziava la capacità di Hooker di interagire con altri strumentisti, creando un tessuto sonoro ricco e variegato. Va ricordata anche la sua collaborazione con Andrew “Blueblood” McMahon, con cui formò i “Roadmasters“, band che divenne una presenza costante nei club di Chicago. Insieme, i due musicisti svilupparono un sound distintivo che fondeva blues tradizionale e venature più moderne.
Hooker lavorò anche con il cugino John Lee Hooker, sebbene le loro collaborazioni non furono così numerose come ci si potrebbe aspettare. I due avevano stili molto diversi: mentre John Lee era noto per il suo blues ipnotico e primitivo, Earl prediligeva un approccio più melodico e tecnicamente sofisticato.
Il riconoscimento tardivo
Nonostante il suo straordinario talento, Earl Hooker non raggiunse mai la fama internazionale di altri bluesmen come B.B. King o Muddy Waters. Questa mancanza di riconoscimento commerciale è stata attribuita a vari fattori: la sua riluttanza a cantare, i problemi di salute che limitarono i suoi tour e forse una certa resistenza a compromettere il suo stile musicale per ragioni commerciali.
Earl Hooker morì prematuramente il 21 aprile 1970, all’età di soli 41 anni, a causa delle complicazioni della tubercolosi che lo aveva afflitto per tutta la vita. Solo dopo la sua morte, il suo genio venne gradualmente riconosciuto, e oggi è considerato dai critici e dai musicisti uno dei più grandi chitarristi slide di tutti i tempi. È sepolto nel cimitero di Alsip, Chicago.
Al suo funerale, BB King disse queste parole:
Earl è stato il miglior chitarrista con cui abbia mai collaborato in vita mia. Gran parte della mia fama la devo a lui”
L’album “There’s A Fungus Among Us“, registrato poco prima della sua morte e pubblicato postumo, rimane una delle sue opere più celebri e rappresenta una perfetta introduzione alla sua arte. In questo lavoro, Hooker dimostra tutta la sua versatilità, spaziando dal blues più tradizionale a influenze funk e psichedeliche, anticipando l’evoluzione che il blues avrebbe conosciuto negli anni successivi.