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Tempest: un capitolo breve ma intenso dell’hard rock britannico

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Tempest

I Tempest sono stati una band britannica di breve durata ma di grande impatto, attiva nei primi anni ’70, che ha lasciato un’impronta significativa nella scena hard rock e progressive rock.

Fondati a Londra nel 1972 sulle ceneri dei leggendari Colosseum, i Tempest hanno rappresentato un momento di transizione per alcuni dei loro membri, combinando energia cruda, virtuosismo tecnico e un approccio innovativo alla fusione di generi. Con due album e una manciata di concerti leggendari, hanno dimostrato come il talento e l’audacia possano lasciare il segno anche in poco tempo.

Dalle ceneri dei Colosseum (1972-1973)

I Tempest nascono nel 1972 a Londra, quando il batterista Jon Hiseman e il bassista Mark Clarke, reduci dall’esperienza con i Colosseum – una band pionieristica del jazz-rock britannico – decidono di esplorare nuove direzioni musicali. I Colosseum si erano sciolti dopo una tournée mondiale di tre anni, culminata con concerti anche in Italia nel 1973, e Hiseman voleva creare un progetto che si allontanasse dal jazz per abbracciare sonorità più dure e dirette, vicine all’hard rock, ma senza perdere la complessità del progressive rock.

La formazione iniziale dei Tempest include due talenti eccezionali

Il chitarrista Allan Holdsworth, un innovatore che sarebbe diventato una leggenda della fusion e il cantante Paul Williams, proveniente dai Juicy Lucy, noto per la sua voce baritonale potente e versatile. Completano la lineup Hiseman alla batteria e Clarke al basso, con Williams che occasionalmente si occupa delle tastiere. La band si mette subito al lavoro, firmando con l’etichetta Bronze Records, e nel 1973 pubblica il suo album di debutto omonimo, Tempest (originariamente intitolato Jon Hiseman’s Tempest).

L’album Tempest è un’esplosione di energia, con brani che alternano riff hard rock a momenti di sperimentazione progressive. Canzoni come Gorgon e Foyers of Fun mostrano il virtuosismo di Holdsworth, mentre la sezione ritmica di Hiseman e Clarke fornisce una base solida e dinamica. L’album riceve un’accoglienza positiva dalla critica, che apprezza l’audacia della band, ma non ottiene un grande successo commerciale, rimanendo un gioiello per gli appassionati del genere.

L’arrivo di Ollie Halsall (1973-1974)

Poco dopo l’uscita del primo album, i Tempest subiscono un cambiamento significativo. Allan Holdsworth, il cui stile chitarristico stava già virando verso territori più sperimentali, lascia la band per divergenze creative. Al suo posto arriva Ollie Halsall, un altro chitarrista di grande talento proveniente dalla band progressive rock Patto. Halsall porta con sé un approccio più eclettico, arricchendo il suono dei Tempest con influenze che spaziano dal rock psichedelico al pop sperimentale.

Con Halsall, i Tempest si esibiscono in una serie di concerti memorabili, tra cui un’esibizione al Golders Green Hippodrome di Londra nel giugno 1973, trasmessa dalla BBC e successivamente circolata come bootleg con il titolo errato Live in London 1974. Questo concerto è celebre per il “duello” chitarristico tra Holdsworth (che partecipa come ospite in alcune date) e Halsall, un momento che mette in luce la straordinaria abilità di entrambi.

Nel 1974 i Tempest pubblicano il loro secondo e ultimo album, Living in Fear

A questo punto, la band si è ridotta a un trio composto da Hiseman, Clarke e Halsall, con Williams che lascia il gruppo e Halsall che assume anche il ruolo di cantante. Living in Fear è un disco più snello rispetto al debutto, con un suono che si avvicina maggiormente all’hard rock mainstream, pur mantenendo elementi progressive. Brani come Dance to My Tune e Yeah Yeah Yeah mostrano un’energia contagiosa, ma l’album non riesce a catturare l’attenzione del pubblico, anche a causa della crescente competizione nella scena rock britannica, dominata da colossi come Led Zeppelin e Deep Purple.

Lo scioglimento (1974-Oggi)

Nonostante il potenziale, i Tempest si sciolgono nel 1974, dopo appena due anni di attività. Le ragioni sono molteplici: tensioni interne, la difficoltà di trovare una direzione musicale condivisa e il desiderio di Hiseman di tornare a sonorità più vicine al jazz-rock. Jon Hiseman riforma i Colosseum II, portando con sé alcuni elementi dell’esperienza Tempest, mentre Mark Clarke continua la sua carriera come session man. Ollie Halsall si dedica a vari progetti, tra cui collaborazioni con Kevin Ayers, mentre Allan Holdsworth intraprende una carriera solista che lo consacra come uno dei chitarristi più influenti del XX secolo. Paul Williams, invece, torna a lavorare con band minori, senza mai raggiungere la stessa notorietà.

Nonostante la loro breve esistenza, i Tempest sono stati importanti

E avrebbero dominato gli anni ’70 e ’80. In particolare, il lavoro di Holdsworth nel primo album è considerato un precursore della fusion moderna, mentre l’energia dei loro concerti dal vivo rimane leggendaria tra i fan del rock degli anni ’70. Negli anni successivi i Tempest non si sono mai riuniti ufficialmente, e non ci sono stati nuovi progetti sotto questo nome. Tuttavia, i loro album sono stati ristampati e riscoperti da nuove generazioni di ascoltatori, grazie anche all’interesse per le carriere successive dei membri, in particolare Holdsworth e Hiseman (scomparso nel 2018).

Lo stile musicale dei Tempest

I Tempest si distinguono per un suono che fonde hard rock, progressive rock e i primi accenni di fusion. Influenzati da band come Deep Purple, King Crimson e i Colosseum stessi, i Tempest combinano riff potenti e ritmiche robuste con arrangiamenti complessi e assoli virtuosistici. La chitarra di Allan Holdsworth nel primo album introduce elementi di sperimentazione armonica che sarebbero diventati il suo marchio di fabbrica, mentre la sezione ritmica di Hiseman e Clarke offre una base dinamica che spazia tra groove pesanti e momenti più intricati. Con l’arrivo di Ollie Halsall, il suono si evolve verso un hard rock più accessibile, con influenze psichedeliche e un tocco di teatralità.

I testi dei Tempest, pur non essendo il loro punto di forza, esplorano temi fantastici e introspettivi, spesso con un tono ironico o surreale, in linea con l’estetica progressive dell’epoca. La voce di Paul Williams aggiunge un’intensità drammatica, mentre Halsall porta un’energia più giocosa e versatile.

Album in studio dei Tempest

  • 1973 – Tempest
  • 1974 – Living in Fear

— Onda Musicale

Tags: Deep Purple/Hard rock/Led Zeppelin/BBC/Prog Rock
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