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John Lennon: la storia dietro alcuni grandi successi dei Beatles

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John Lennon e Paul McCartney sono stati, senza dubbio, una delle coppie di autori più prolifiche all’interno del panorama musicale mondiale grazie al loro lavoro nei Beatles e come solisti.

Naturalmente non va scordato che anche George Harrison e Ringo Starr hanno composto grandi pezzi, ma la paternità di buona parte del repertorio beatlesiano è di Lennon e McCartney. In uno stralcio della storica intervista a Rolling Stone, Lennon parla di come alcune canzoni dei Fab Four rispecchiassero la personalità sua o di McCartney.

 

Chi ha scritto “Nowhere Man”?

“Io, io.”

L’hai scritto su qualcuno in particolare?

“Probabilmente me stesso. Ricordo che stavo andando in paranoia mentre cercavo di scrivere qualcosa, ma non veniva fuori niente quindi mi sono steso e ho provato a non scrivere niente. Poi è venuta fuori tutta in un colpo solo.”

 

Quali canzoni considereresti più come pezzi Lennon – McCartney?

“I Want to Hold Your Hand”, “From Me To You”, “She Loves You”, dovrei avere la lista, ce ne sono così tante, trilioni. Queste sono alcune. In un gruppo rock devi fare dei singoli e devi continuare a scriverne molti di più. Entrambi avevamo le dita nelle torte dell’altro. Ricordo che la semplicità del nuovo album era particolarmente evidente nel doppio disco dei Beatles. Era evidente in “She’s So Heavy”, infatti un recensore scrisse: ‘sembra che abbia perso il suo talento per i testi, è così semplice e noiosa’. “She’s So Heavy” era su Yoko. Quando l’ho buttata giù, come ha detto lei, ‘quando stai affogando non dici sarei incredibilmente felice se qualcuno avesse la lungimiranza di accorgersi che sto affogando e venisse ad aiutarmi’, urli e basta. E in “She’s So Heavy” ho cantato “ I want you, I want you so bad, she’s so heavy, I want you” così. Ho cominciato a semplificare i miei testi da allora, dal doppio album.”

 

Parliamo di una canzone dall’album “Help” come “You’ve Got to Hide Your Love Away”. Come l’hai scritta? In che circostanze? Dov’eri?

“Ero a Kenwood e volevo solo comporre. In quel periodo cercavo di scrivere una canzone e questa è una di quelle che comincia a cantare, un po’ tristemente, a te stesso, “here I stand, head in hand …”. Ho cominciato a pensare alle mie emozioni, non so esattamente quando ho iniziato con cose tipo “I’m a Loser” oppure “Hide Your Love Away” o comunque questo genere di cose. Invece di proiettare me stesso in una situazione ho cercato di esprimere cosa sentivo come ho fatto nei miei libri. Credo che sia stato Bob Dylan ad aiutarmi a realizzare la cosa, non con una discussione o qualcosa del genere, ma sono ascoltando il suo lavoro.”

 

E a proposito di “Rubber Soul”, “Norwegian Wood”?

“Stavo cercando di scrivere su una relazione senza che mia moglie lo sapesse quindi era molto ingannevole. Stavo scrivendo di alcune mie esperienze, appartamenti di ragazze, cose del genere.”

 

Dove l’hai scritta?

“L’ho scritta a Kenwood.”

 

Quando hai deciso di metterci un sitar?

“Credo che sia successo in studio. George aveva appena preso il sitar ed io gli ho detto “potresti suonare questo pezzo?” Abbiamo analizzato diverse versione della canzone, non erano mai giuste e mi stavo veramente arrabbiando per questo.”

 

Hai anche composto un’altra canzone in quell’album, “In My Life”. Quando l’hai scritta?

“L’ho scritta sempre a Kenwood. Scrivevo al piano di sopra dove avevo dieci registratori Brunell a nastro tutti collegati, li ho ancora, ci ho messo uno o due anni per imparare ad usarli bene. Non avrei mai potuto fare un disco di rock and roll, ma potevo farci comunque un sacco di altre cose. L’ho scritta al piano di sopra, lo stesso piano dove ho scritto il testo e cantato. Questo era il caso di canzoni come “In My Life” e “Universe” ed altre che risaltano un po’.”

 

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Tags: John Lennon/The Beatles/Ringo Starr/Rolling Stone/Paul McCartney/George Harrison/Rubber Soul
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