A pochi mesi di distanza dall'uscita del suo EP d'esordio
Kenya Che?, oggi il producer di
Pompei pubblica un nuovo brano che sviluppa con ancor più personalità quanto svelato nel debutto.
House, hip hop, contaminazioni africane, jazz e broken beat concentrati in 3 minuti sognanti e sempre in bilico tra gli umori della Terra e le polveri di stelle del Cosmo.
Visionario e viscerale, ballabile sul dancefloor e immersivo all'ascolto,
RBRT è il miglior biglietto da visita per un producer intelligente, creativo e dinamico, pronto a entrare nel novero delle migliori stelle dell'elettronica italiana e internazionale.
Ascolta RBRT su Spotify.
Dirton racconta: "RBRT racconta una storia d'amore. RBRT è dedicato a una persona e mi è servito (senza nessun tipo di presunzione) a rendere immortale i momenti con quella persona, a darmi un ricordo da rievocare. Come tante storie d'amore, anche questa purtroppo è finita male e il brano non ne vuole far mistero. RBRT vuole esprimere la felicità per aver conosciuto quella persona e il sentimento di fortuna generato da quell'incontro, ripercorrendo con dolcezza nascita e sviluppo della storia.
Il brano l'ho scritto qualche tempo fa e finito in modo frenetico in pochi giorni. Ho voluto legare il concept dell'artwork – realizzato da
Martina Bliss – al pezzo per completare il cerchio: nell'artwork ci sono degli elementi (stelle, pianeti, ecc) che rispecchiano la sua passione e i suoi studi, nel brano invece ci sono delle sonorità che tendono a richiamare la cosmic disco".
Un po' di informazioni biografiche:
Dirton è Lorenzo Orlando.
Ha 26 anni, viene da Pompei e come tanti coetanei ha iniziato a comporre la sua musica nel buio di una stanza, immaginando scenari compositi e lontani e provando a tracciarne i confini. Nel corso degli anni ha scelto di frequentare l'Accademia di Belle Arti ed è finito a collaborare con Adrian Maben (il regista dello storico Live at Pompeii dei Pink Floyd). Non ha mai smesso di far viaggiare la sua immaginazione.
A marzo 2018 ha pubblicato il suo EP d'esordio, Kenya Che?. Non solo l'Africa nera del titolo: le quattro tracce del debutto brillano di ispirazioni house, hip hop, jazz e broken beat, sorvolano Detroit passando per New York, facendo poi ritorno in Europa, in un triangolo magico che unisce Napoli a Parigi e Londra.
Dirton non perde mai la bussola e si inserisce nel solco di quei producer (Kyle Hall, Clap! Clap!, Henry Wu, MNDSGN) che aprono la loro musica a numerose contaminazioni, mantenendo sempre stile ed eleganza formale nell'approccio.
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(gt)
