Il frontman degli Aerosmith, Steven Tyler, ha aperto un altro centro per donne vittime di abusi in Tennessee. La struttura si chiama “Janie’s home”, un nome che fa riferimento ad una celebre hit della band.
Con “Janie’s got a gun”, pubblicata quasi 30 anni fa, Steven Tyler raccontò la storia di una ragazza violentata dal padre. Da allora il leader degli Aerosmith si è sempre battuto in difesa delle donne vittime di abusi, tanto che, pochi giorni fa, ha aperto un centro per aiutarle: “Janie’s Home”, un chiaro riferimento alla canzone del 1989.
Tyler era a Bartlett, nel Tennessee, lunedì 4 febbraio, per la cerimonia. Come per Fox 13 Memphis, la casa può ospitare fino a 14 donne che possono rimanere nei suoi confini fino a quando non sono in grado di ritrovare la loro strada verso la società.
La prima “Janie’s Home” si trova a Douglasville, poco fuori da Atlanta, in Georgia. Tyler ha attivamente collaborato anche alla realizzazione degli interni della struttura. “È qualcosa a cui ho pensato dai tempi della canzone. Non sapevo chi fosse Janie o perché avesse una pistola, ma una voce nella mia testa mi diceva di continuare su questa strada. Questo posto è per me la realizzazione di un sogno”, ha spiegato l’artista inaugurando il centro che offre 30 posti letto.
Il cantante è sempre stato in prima linea per la difesa delle vittime di violenze, e nel 2015 ha creato una propria associazione, “Janie’s Fund”, oltre ad appoggiare le campagne di Youth Villages per aiutare le ragazze più a rischio. “È un rifugio sicuro – ha detto Tyler – e più di ogni altra cosa, dà loro una voce. Questo è ciò che vogliamo”.
Steven Tyler ha spiegato di essersi interessato al problema negli anni in cui era in riabilitazione: “quando ero in rehab mi sono accorto che la maggior parte delle donne che erano lì era stata abusata verbalmente e sessualmente. Almeno sette su dieci, se non otto su dieci. Puoi vedere nei loro occhi quanta sofferenza hanno provato”.
Il brano “Janie’s got a gun” fu pubblicato proprio in quegli anni, e raccontava la storia di una ragazza vittima delle violenze del padre. Il videoclip che accompagnava la canzone fu diretto da David Fincher.