Tim Staffell è un bassista e un cantante inglese. Nato a Londra il 24 febbraio 1948, è ricordato anche per essere stato il primo cantante degli Smile, la band formata prorpio da lui insieme a Roger Taylor e Brian May.
Come è noto, Tim Staffell abbandona (o viene allontanato) e al suo posto subentra Freddie Mercury. Ed è proprio con questo “cambio della guardia” che si apre il docu-film “Bohemian Rhapsody“, il magnifico film vincitore proprio ieri di ben quattro premi Oscar (leggi l’articolo).
Tuttavia, lo stesso Tim Staffell ha raccontato la sua versione dei fatti dove si evince chel e cose non sono andate esattamente come raccontato nel film, il quale è peraltro, è ricco di piccole inesattezze storiche (leggi l’articolo).
Ma procediamo con ordine. Nei primi anni del 1960 Tim Staffell e il suo amico di scuola Brian May formano una band chiamata 1984, ispirata al celebre romanzo di George Orwell. Si tratta, in realtà, di una cover band che però si guadagna uno spazio rilevante nei club londinesi con perforamance apprezzate e un buon seguito di pubblico. Tuttavia, in seguito, il gruppo si scioglie ma Brian May e Tim Staffell decidono di continuare a suonare e chiamano ad unirsi a loro un amico comune: il batterista Roger Taylor. Nascono in questo modo gli Smile, una band piuttosto apprezzata nei locali di Londra.
Ed è proprio in questo ambiente, i locali notturni dove si suona dal vivo, che i tre conoscono Freddie Mercury, un giovane che suona con varie altre band.
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Ma come sono andate davvero le cose giunti a quel punto? Nel film Bohemian Rhapsody viene mostrato l’ultimo concerto degli Smile: il gruppo esegue il brano Doin’ Alright, un pezzo originale della band per il quale Tim Staffell ha registrato, tra l’altro, la parte vocale per il biopic; alla fine dello show, Freddie Mercury assiste a un litigio tra Tim Staffell e gli altri membri del gruppo, a seguito del quale il cantante se ne va.
Il giovane Freddie intravede così una possibilità di entrare in quella band, già abbastanza nota nell’ambiente: stupendo Brian May e Roger Taylor cantando a cappella la loro canzone, li convince a dargli una possibilità. E così inizia la storia dei Queen.
Tim Staffell, però, ha raccontato una versione completamente diversa di quanto realmente:
Dagli Smile me ne sono andato in amicizia, non abbiamo affatto litigato – ha spiegato in un’intervista per Esquire – avevo deciso di fare musica diversa, mi stavo avvicinando al jazz e al blues. Il film ha usato una licenza artistica per rappresentare il mio addio, ma in realtà non è andata così, anche perché io e Freddie eravamo grandi amici al college e il suo ingresso nella band fu piuttosto naturale, visto che era amico anche degli altri membri prima che io me ne andassi. A un certo punto io ho semplicemente detto ‘ragazzi, sto già facendo altri provini, non sono più soddisfatto di quello che facciamo e non penso possa funzionare. Quanto mi sono sbagliato su questo.”
Come spesso accade in questi casi, l’inizio del film è stato quindi un po’ romanzato, perché May, Taylor e Staffell conoscevano Freddie da tempo, erano tutti amici e frequentavano un ambiente ristretto, quello dei club londinesi, dove tutti loro cercavano di emergere come musicisti. Tim Staffell in particolare conosceva Freddie Mercury molto bene:
Frequentavamo gli stessi corsi alla scuola d’arte. Freddie aveva un’incrollabile fiducia in sé stesso – ha detto l’uomo – a vederlo sembrava timido, ma in realtà era profondamente sicuro di sé, diceva sempre che sarebbe diventato una superstar un giorno. In classe si divertiva a suonare la chitarra per finta, era divertente. Ma in lui non c’era malizia, era un ragazzo geniale, una forza della natura. È stato davvero un buon amico per me.”
Nonostante questi piccoli cambiamenti della storia originale, Tim Staffell pensa che Bohemian Rhapsody sia davvero un bel film; in particolare, il cantante ha apprezzato molto l’interpretazione di Rami Malek (vincitore di un Premio Oscar) che, secondo lui, è riuscito a cogliere delle sfumature molto particolari di Freddie:
Lui portava sempre le labbra in avanti a coprire i denti, penso fosse un tic nervoso – ha raccontato Staffell – lo ha fatto sempre, per tutta la sua vita, fino alla fine. Rami ha notato questo suo movimento tipico e lo ha replicato. Quando l’ho visto nel primo trailer ho pensato wow, ha svolto il suo lavoro talmente bene da essersi calato nella parte attraverso l’osservazione di questi particolari, ora rischia di non riuscire più a smettere di fare quel movimento.”
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Tim Staffell ha continuato la sua carriera come musicista solista, e negli anni ci sono state delle collaborazioni con alcuni suoi vecchi amici, tra i quali ad esempio Brian May, fino al giorno in cui gli è stato chiesto di cantare Doin’ Alright per il biopic:
Penso che abbiano fatto un ottimo lavoro nel riuscire a condensare una storia durata 15 anni in sole 2 ore – ha commentato Tim – per me non è un problema se hanno avuto bisogno di sviluppare la sceneggiatura in un certo modo per creare più enfasi in alcuni punti. Finché la carica emotiva viene mantenuta, per me va bene. Io magari avrei riassunto le cose in maniera diversa in alcuni dettagli – ha puntualizzato Staffell – ad esempio, alla fine del film c’è un momento di grande intensità quando Freddie si rende davvero conto di avere l’AIDS, durante il trionfo del Live Aid. Ovviamente non è realistico, perché le cose non andarono proprio così, però è il finale giusto per il film.”
(fonte Virgin Radio – link)