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Esce domani ‘Diventeremo Adulti’, il disco d’esordio di Giulia Mei

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“Diventeremo adulti” è l’album d’esordio di Giulia Mei, prodotto a Roma con la collaborazione artistica del cantautore Edoardo De Angelis.

Dodici tracce di cui Giulia Mei è autrice e compositrice, ad accezione della bonus track Iu c’àiu a tia, reinterpretazione del brano del cantautore siciliano Francesco Giunta. Il disco è stato anticipato dall’uscita del video e singolo “E fattela ‘na risata!”: link.

Il progetto trae ispirazione dalle principali scuole cantautorali italiane, in particolare quella genovese di De André, Tenco e Fossati, e da quella francese (Brel e Brassens sopra tutti), introducendo però al contempo elementi folk, pop e indie rock. Il risultato di queste commistioni è un album particolarmente eclettico, che si propone di fare da ponte tra vecchie e nuove suggestioni.

Tutto il lavoro ruota attorno al pianoforte, strumento principale di accompagnamento di Giulia, che si definisce appunto una “cantautrice al pianoforte”. Si va dal pop di brani più ricchi e arrangiati (Tutta colpa di Vecchioni, Kundera, La 600 (tutta rotta), E fattela ‘na risata!, ecc.) all’intimità di brani piano e voce (Quelli che amano hanno lo sguardo più lucido e folle che c’è, Lui, ecc.).

Ogni arrangiamento è pensato in modo da esaltare il testo, elemento cui Giulia Mei riserva sempre grande attenzione.

 

“Diventeremo adulti”

 

Credits

Testi e musiche: Giulia Mei

Produzione artistica: Edoardo De Angelis

Arrangiamenti: Primiano Di Biase e Giulia Mei; Antonio Cocomazzi in “La Bellezza”

Edizioni: Musica del Sud

Etichetta: Il cantautore necessario

Distribuzione:Discoteca Laziale

Giulia Mei: voce e pianoforte

Guerino Rondolone: basso

Fabrizio Guarino: chitarre, mandolino, bouzouki, ukulele

Simone Talone: batteria e percussioni

Primiano Di Biase:fisarmonica e pianoforte in La 600 (tutta rotta)” ,“Destinatario inesistente” e “Maledetto”

Emanuele Ridulfo: violoncello

Giuseppe Milici: armonica

Orchestra Filarmonica di Dnepropetrovsk in “La Bellezza”

 

Registrazione, mix e mastering: Fabio Ferri al Millenium Audio Recording di Roma

Fotografia e Artwork: Vittorio Di Matteo

 

 

TRACKLIST

  1. Tutta colpa di Vecchioni
  2. Kundera
  3. La 600 (tutta rotta)
  4. La Bellezza
  5. Lui
  6. E fattela ‘na risata!
  7. A mia madre
  8. Maledetto
  9. Quelli che amano hanno lo sguardo più lucido e folle che c’è
  10. Destinatario inesistente
  11. Vivi, c’hai la vita, deficiente!

 

  1. Iu c’àiu a tia (bonus track)

 

 

“Diventeremo adulti” brano per brano:

 

Tutta colpa di Vecchioni

Ad aprire il disco è quella che Giulia definisce una “canzone-manifesto”, un omaggio al buon vecchio cantautorato nella quale è raccontata la scelta di seguire il bello ma faticoso sogno della musica; scelta di vita influenzata dai grandi autori, uno in particolare, a cui viene data la dolce colpa di avere spinto la cantautrice a scegliere “di scegliersi la vita”, perché infondo “non si hanno molti tentativi per essere vivi”, seguire i propri sogni fa bene al cuore.

Kundera

Come scriveva Milan Kundera, la vita è pesante e leggera, ed è forse capendo e accettando questo equilibrio che si impara a viverla, ripartendo dagli errori che ci feriscono a morte, ma ci aiutano anche a diventare adulti.

La 600 (tutta rotta)

Alla fine di ogni relazione amorosa, facciamo sempre l’errore di dare a noi stessi il valore che ci dà chi ci ha abbandonati, senza soffermarci sul fatto che forse ciò che meritiamo deve ancora arrivare, o è già arrivato ma non ce ne siamo accorti.

La Bellezza

Troppo spesso mortifichiamo il nostro valore e calpestiamo la nostra Bellezza, fino a dubitare di averne una, mettendoci a confronto col mondo intero e affidando solo ed esclusivamente ad esso il giudizio su noi stessi. Dovremmo invece domandarci se “vale forse meno un tulipano di una rosa” e soffermarci a guardare noi stessi, usando meno gli occhi e più il cuore.

Lui

Un brano aforisticamente breve, dove il ricordo di un uomo e dei pochi momenti passati insieme, è raccontato con la nostalgia, la rabbia e la malinconia di chi sa di averlo perduto per sempre.

E fattela ‘na risata!

Un motivetto canzonatorio e ironico che ci ricorda di come, nell’era della malvagità da social network, siamo talmente impegnati a gettare fango da dietro una tastiera, che non riusciamo più a prendere le cose con leggerezza, e farci una bella risata; ci venderemmo “le gioie più rare” pur di criticare qualcosa o qualcuno, purché questo qualcuno non corrisponda a noi stessi.

A mia madre

Un piano, una voce, registrati in presa diretta, per cantare nel modo più vero possibile la gratitudine e la tenerezza di un figlio per sua madre.

Maledetto

Uno swing impertinente ci ricorda che, dopo tutto, l’amore è fuoco, carne e lenzuola disfatte, specialmente quando hai vent’anni.

Quelli che amano hanno lo sguardo più lucido e folle che c’è

Una dolce canzone d’amore che si lascia cullare dall’andamento ternario di un pianoforte, e che racconta l’affetto maturo e sincero di chi si ama per via dei difetti, e non nonostante essi.

Destinatario inesistente

Spesso siamo talmente innamorati dell’idea dell’amore che, alla fine, non ci innamoriamo affatto, e continuiamo a costruire nella nostra mente qualcosa che non esiste nella realtà, qualcuno che somigli ai nostri sogni, un “destinatario inesistente” cui inviare le nostre parole d’amore.

Vivi, c’hai la vita deficiente!

Un inno alla vita, dedicato a chi troppo spesso si dimentica di viverla e si perde tra rimpianti e rimorsi, dandola vinta a un dolore che toglie la voglia di andare a guardare ogni giorno cosa c’è “dietro la tenda”.

Iu c’àiu a tia

Anche il pianto diventa una gioia, quando lo si fa per chi si ama, anche il sole sembra poco splendente in confronto alla luce che emana chi si ama, come dice questa dolcissima canzone in dialetto siciliano che chiude il disco, come a ricordare che, dopo tutto, la Sicilia è punto di partenza ma anche d’arrivo del percorso artistico di Giulia Mei.

 

BIOGRAFIA

Nata a Palermo, classe 1993, Giulia Catuogno, in arte Giulia Mei, inizia a studiare fin da piccola canto e pianoforte classico, conseguendo la laurea nello strumento presso il Conservatorio V. Bellini di Palermo, oggi A. Scarlatti. A partire dall’età di 11 anni, comincia a legare i suoi due grandi amori: poesia e musica.

Nel novembre 2014 debutta all’Auditorium Rai di Palermo, con lo spettacolo “La kultura della vita”, influenzato dal teatro canzone. Nel 2015 Giulia vince diversi premi locali in Sicilia e in ottobre, la sua canzone “La Barca” interpretata dal cantante Andrea Vincenti, vince il primo premio Mia Martini Nuove Proposte per l’Europa, nonché il premio della critica Bigazzi. Il 6 febbraio del 2016, Giulia presenta il suo primo ep “Pianopiano”; a partire da questo momento prende vita il “Pianopiano Tour”, che porta la cantautrice in giro per la Sicilia e il Sud Italia. Nel marzo del 2016, Giulia viene selezionata tra i 16 finalisti di Musicultura, dopo essersi aggiudicata il “Premio del pubblico” durante le audizioni live a Macerata.

Il 1° Ottobre dello stesso anno, si esibisce a Cosenza, in occasione della rassegna “Il Tenco Ascolta”, organizzata dal prestigioso Club Tenco, dopo essere stata selezionate tra le otto delle nuove proposte della canzone d’autore nel Sud Italia. Nel 2017 Giulia, oltre ad accedere per la seconda volta alle fasi finali di Musicultura, vince il Premio Alberto Cesa, che le permette di partecipare al Premio dei Premi a Faenza, indetto dal Meeting Degli Indipendenti.

Nel 2018, Giulia, oltre a essere stata nuovamente finalista di Musicultura, è stata selezionata anche per la finale del Premio De André e del Premio Bruno Lauzi, in occasione del quale si è aggiudicata il Premio Lauzi per la miglior musica e il Premio Cora per la miglior interpretazione. In agosto, Giulia ha aperto il concerto di Roberto Vecchioni a Troina, Sicilia.

Esce il 28 marzo, per l’etichetta indipendente “Il cantautore necessario” il suo primo album, prodotto a Roma con la direzione artistica del cantautore Edoardo De Angelis. Tante le influenze: da De André a Vecchioni, da Gaber a Cohen, con l’intento di fondere la tradizionale canzone d’autore, con sonorità caratterizzate da elementi provenienti dal pop.

 

 

 

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