Musica

Voglio tornare negli anni Settanta

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Quei favolosi anni Settanta, non solo anni di contestazioni politiche ma, un gran patrimonio di cultura musicale, di rapporti umani e la gioia dello stare insieme.

Alla domenica i cinema si riempivano, alla sera in pizzeria, il sabato si cercava di emulare “La febbre del sabato sera”, molte discoteche aprivano il pomeriggio con la musica del momento, non esistevano i cellulari, non esistevano i Social, o meglio, i “nostri” Social erano le panchine delle piazze o il muretto del paese.

Ed era lì che ci si incontrava, decidendo come passare il pomeriggio o la sera, chi in sella ad una Vespa o un Ciao, chi invece era più “grande” e aveva già la macchina.

Momenti di ragazzi a volte scapestrati, che per gioco suonavano campanelli a caso per poi fuggire, ma senza fare del male a nessuno. Adesso esistono le baby gang che per noia torturano a morte un innocente indifeso. Epoca poverissima di tecnologia, ma ricca di contatti umani dal vivo. Nessuno veniva scaricato via sms ed il bullismo spesso lo affrontavi con i pugni e guai a riferirlo ai genitori, perché il rischio era un sonoro ceffone. La migliore musica rock, ma non solo, che generazione abbia mai conosciuto, dischi scelti e conservati come oracoli, emozioni a non finire.

Tanto per fare un esempio, in qualsiasi bar si trovava il mitico Jukebox, dove si faceva a gara nel scegliere il pezzo migliore per far bella figura con gli amici.Chi non ricorda pezzi storici come Honesty di Billy Joel o All by myself di Eric Carmen, e che dire poi di Hotel California degli Eagles? Ma potrei andare avanti all’infinito tanto è vasto il panorama musicale di quegli anni, ho scelto fra i tanti questi pezzi perché voglio parlare di emozioni e perché non sono poi così esperta, anche se sono cresciuta a pane e musica.

A molti di voi sarà capitato di ascoltare questi brani e, travolti dalle emozioni, ricordare ancora quei momenti riassaporando quelle note. I brividi sotto pelle e quella nostalgia del tempo passato con la vostra lei (o il vostro lui) di cui eravate profondamente innamorati.

Lasciando perdere i testi, che non tutti comprendevano, era la melodia a catturare i nostri sensi. Ed è qui che ci si chiede, o almeno io mi chiedo quali brividi potranno mai provare le nuove generazioni riascoltando le canzoni in voga ora. 

Potranno mai dire un domani alla loro moglie, o marito:

Ricordi quando ci siamo innamorati, quella sera in discoteca,

 mentre (…) cantava: Fai la gelosa, non rispondi al cellulare, ah

E vieni qua, mentre fumo un blunt

Ti verso la Sprite sul baby doll

Siamo rock ‘n’ roll

Al mio collo flash, flash

Foto, woo, ti compro una borsa di Dior

Ti penso my love, yah

Anche se la sera, quando si fa tardi

Sono in giro con gli altri e siamo tutti bastardi

Siamo tutti annebbiati dal fumo e dal Bacardi

Forse questa volta meglio non incontrarsi” – che per dirla tutta, “cantava” è una parola grossa.

 

Testi demenziali senza un minimo di metrica musicale, fanno rabbrividire solo orde di ragazzini che non hanno la minima idea di cosa sia la musica.

Ah quei favolosi anni Settanta, dove la compagnia si divideva fra feste tra amici, discoteche e lunghe chiacchierate. Insomma, si viveva benissimo anche senza cellulare e Internet, e in genere anche senza computer. Ho avuto la fortuna di nascere in quell’epoca, e di attraversare i decenni successivi con la gioventù e la voglia di scoprire nuove emozioni.

Noi socializzavamo a scuola, in centro città, nei pressi di casa, era fondamentale uscire per incontrare il tuo gruppo, la tua ragazza, il tuo ragazzo, il tuo migliore amico.

Gli anni Settanta in cui la musica ha avuto un impatto culturale non indifferente, anche nei generi musicali non direttamente interessati dai cambiamenti socio-culturali. Questa è l’epoca delle grandi rock band, suddivise nei più svariati sottogeneri, di cui il progressive rock è l’emblema. Questi anni hanno visto la nascita dei cantautori, delle cantanti e dei solisti che hanno espresso con le loro canzoni una protesta culturale che ha cambiato la mentalità dell’Occidente (e non solo). Ovviamente non dimentichiamoci della disco music, che ha segnato un’intera generazione.

Coinvolgendo in particolare gli afro-americani, questo genere influenzò non solo la musica, ma anche la moda e la cultura, con un’ondata culturale simile a quella che aveva travolto il mondo degli anni ’60, tramite la beatles-mania. Tra i maggiori esponenti, si ricordano gli ABBA, Barry White, i Bee Gees e Donna Summer.

Questi anni hanno visto anche la crescita dell‘R&B. Più che altro gli anni Settanta, per questo genere musicale, sono stati una sorta di periodo di transizione, per poi farlo sbocciare del tutto negli anni Ottanta. Non per questo possiamo dimenticarci di segnalare due grandissimi artisti. Il primo è Stevie Wonder, che ha vissuto il periodo più florido della sua carriera nella prima metà degli anni Settanta, mentre nella fine di quel decennio è iniziata la carriera di Michael Jackson, che nel 1979 debuttò con la sua prima hit “Rock with you“.

Per concludere vorrei dire che non ho proprio alcun rimpianto, fiera di aver vissuto emozioni che i giovani d’oggi non si possono permettere, ed è per questo che se esistesse la macchina del tempo, non farei un viaggio nel futuro ma vorrei ritornare negli anni Settanta.

 

Chiara Mazzalai – Onda Musicale
 
 
 
 
 

— Onda Musicale

Tags: Chiara Mazzalai/Stevie Wonder/Rock/Hotel California/Michael Jackson/Donna Summer/Abba/Bee Gees/Prog Rock/Billy Joel/Barry White
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