Musica

Ringo Starr a sorpresa sul palco con Paul McCartney a Los Angeles

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Ciò che un Beatle vuole, un Beatle generalmente lo ottiene, anche quando potrebbe richiedere qualche piccolo sotterfugio, come dimostrato nel caso del concerto di sabato scorso di Paul McCartney negli Stati Uniti nella tappa a Los Angeles del suo tour Freshen Up 2019.

Durante le sue tre ore di performance al Dodger Stadium, il settantasettenne rocker ha detto: “Sappiamo cosa vuole sentire la gente, perché quando suoniamo una canzone dei Beatles, tutti i cellulari si accendono e sembra una galassia di stelle, e quando facciamo una nuova canzone, sembra un buco nero. Ma faremo comunque quelle nuove”.

Questa era la sua non troppo sottile introduzione a “Fuh You“, una delle tre canzoni che McCartney ha eseguito dal suo ultimo album, “Egypt Station” dell’anno scorso. Certo, i fans hanno ottenuto quello che l’ex Fab Four ha predetto, e migliaia di luci dei cellulari hanno illuminato lo stadio durante quella che doveva essere una delle canzoni meno conosciute della serata – più che durante qualsiasi altro brano eseguito fino a quel momento.
 
Ma i fan della vecchia scuola, gli amanti della musica dei Beatles,  sono stati ricompensati circa un’ora dopo dall’apparizione dell’altro Beatle ancora in vita, Ringo Starr, il quale è comparso improvvisamente (e inaspettatamente) sul palco verso la fine della serata (guarda il video) per suonare ancora una volta insieme al suo ex compagno di band. Le luci del cellulare si sono accese di nuovo. Forse anche più numerose di prima.
 
Ringo Starr si è seduto alla batteria (una Ludwig) per unirsi a McCartney e alla band con cui Paul ha suonato negli ultimi vent’anni. Insieme hanno eseguito “Sgt Pepper” e “Helter Skelter”. (guarda il video)
 
Ringo Starr ha anche reso omaggio a qualcosa che McCartney aveva espresso in precedenza mentre introduceva “Here Today“, la confessione che aveva scritto dopo la morte di John Lennon nel 1980 sulle cose che non aveva mai detto a Lennon mentre era vivo. Non hai detto “I love you man,” a un altro ragazzo in quei giorni,” aveva detto, infatti, poco prima McCartney.
 
Starr, tuttavia, ha usato quelle stesse parole, e le ha sentite ritornare da lui durante questo raro incontro pubblico e performance congiunta. Fino a quel momento il concerto era già stato uno degli spettacoli piùpieni di energia di McCartney negli ultimi anni. Infatti, in passato ci sono stati spettacoli in cui il pubblico si sarebbe aspettato un pò più di “fuoco nelle vene” da parte di macca, ma non questa sera.
 
L’unico segno di “un piccolo cedimento” è stata la rottura della sua voce che è una caratteristica normale quando canta “Here Today” per omaggiare l’amico Lennon, e che ha richiesto non uno ma due sorsi d’acqua durante l’esecuzione, una piccola anomalia che è diventata quasi una costante nel corso degli anni.
 
Forse dovuta anche al fatto che lo show di sabato è stato l’ultimo show di questo tour che ha visto anche la partecipazione del grande Joe Walsh – cognato di Starr – che ha prestato suonato magistralmentre la chitarra. I recenti concerti di McCartney generalmente culminano con un medley composto da “Golden Slumbers/Carry That Weight/The End” da “Abbey Road“, e Walsh ha trasformato quello che di solito è uno scambio a tre vie tra McCartney e i suoi chitarristi abituali, Rusty Anderson e Brian Ray, in un esteso quartetto di fuochi d’artificio strumentali. Davvero notevole.
 
La particolare “verve” di macca potrebbe anche essere stata indotta dalla sensazione familiare della serata che è stata esaltata dalle grida alla moglie, Nancy, alla figlia Mary e a due dei suoi nipoti che erano presenti al concerto. Qualunque cosa fosse, Paul McCartney era in ottima forma, con la sua voce che si arrampicava senza sforzo ad altezze considerevoli.
 
Lo show ha avuto anche una vivacità extra perché McCartney ha finalmente proposto una sezione di live horn per gestire parti che in passato erano state a lungo delegate ai synth, solitamente eseguite dal tastierista Paul “Wix” Wickens.
 
Durante il concerto diversi brani sono stati rinfrescati da questa nuova sezione di fiati, come per esempio “Got to Get You Into My Life“, “Lady Madonna“, “Ob-La-Di, Ob-La-Di, Ob-La-Da“, “Let ‘Em In“, “Letting Go”, “Come On to Me“, “Let It Be” e, inevitabilmente, “Live and Let Die“. 
 
McCartney sul palco si è abilmente destreggiato passando facilmente dal suo caratteristico basso Hofner alla chitarra acustica, al pianoforte a coda e a quello verticale, passando per il mandolino e l’ukulele.
 
Un altro punto molto interessante del concerto è stato il set semiacustico a metà spettacolo, con versioni ridotte di “I’ve Just Seen a Face“, “Dance Tonight” (animata dalla vivace coreografia proposta dal batterista Abe Laboriel Jr.), la primordiale canzone dei Quarry Men “In Spite of All the Danger“, “Love Me Do” e una canzone dei Beatles che ha suonato dal vivo piuttosto raramente, “From Me to You“.
 
(fonte: link)
 
 
 
 

— Onda Musicale

Tags: John Lennon/The Beatles/Los Angeles/Ringo Starr/Paul McCartney/Joe Walsh/Helter Skelter/Egypt Station
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