Musica

Barcelona Gipsy Klezmer Orchestra: racconto di prigionia

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Immaginatevi affacciati alla finestra come di consueto molti di noi fanno in questi giorni. Godetevi il silenzio totale che c'è. I livelli di cortisolo si abbassano, il cuore inizia a battere più lentamente e la pressione sanguigna inizia a calare.

Ad un certo punto, in sottofondo, dal balcone vicino parte una canzone: Djelem Djelem dei Barcelona Gipsy Klezmer Orchestra.

Parte con un adagio. Lentamente, proprio come la punta dei contagi che rallenta, ma adagio. Adagio proprio come stiamo vivendo la vita in queste settimane. Un modo diverso di viverla, più sereno e a passo d'uomo. Camminando, Djelem, a passo lento. Un invito a perder tempo, un'esortazione a riprendere fiato dalle nostre agende che non ci danno tregua, un incoraggiamento ad alzare lo sguardo dalle preoccupazioni per riconoscere la bellezza anche dove non abbiamo mai appoggiato sguardo e orecchio.

Djelem, è l'inno del popolo Rom, composto nel 1969 e ufficialmente adottato nel 1971 in occasione del 1° congresso mondiale dei Rom. Nel testo si fa riferimento alla Kali Legiya, la legione nera, alludendo alle uniformi nere delle SS che ebbero una parte decisiva nel genocidio del popolo Rom durante la II guerra mondiale. È qualcosa che possiamo intendere simbolicamente ai giorni nostri come  il rischio di ritrovarci di fronte ad un nuovo annientamento con la morte di decine di migliaia di persone uccise da fame, esclusione, emarginazione e Covid19.

La musica però ad un certo punto cambia e il ritmo della canzone passa ad essere allegro. Da questo punto in poi mi piace definirla musica appassionata, profonda, sentimentale e piena di vita. Musica di libertà.

Perché noi, un po' rom, nomadi lo siamo. Siamo cittadini del mondo. Non lo sono solo le persone che scappano dai loro paesi a causa della guerra o per la povertà. Ma lo sono anche i nostri giovani che emigrano all'estero alla ricerca di un lavoro corrispondente agli studi fatti. Nel passato si scappava alla ricerca di condizioni di sopravvivenza, oggi invece nella maggior parte dei casi è più una ricerca di qualcosa di diverso rispetto a quello che il proprio paese offre.

La cosa che più ci accomuna in questo periodo e che ci rappresenta in questo momento è il mappamondo. Abbiamo voglia di vivere, di vedere cose nuove, di conoscere persone e luoghi diversi. Abbiamo voglia di avere la possibilità di aprire la mente ogni giorno a nuove esperienze.

Non ci resta che affidarci per un momento a questa colonna sonora a cui confidare i pensieri, le sofferenze e i sentimenti affacciati alla nostra finestra, ritagliata più comodamente a noi cittadini frettolosi e disattenti per andare in profondità, per passeggiare,  camminare (Djelem) alla scoperta del piacere di dedicarsi del tempo e riprendere lentamente nel modo più corretto, la vita che avevamo prima.

 

   Myriam Al Jazazi – Onda Musicale

— Onda Musicale

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