Il titolo nasce dal verso di una canzone (“Kiki”) dedicata alla personalità anticonformista e controversa di Kiki de Montparnasse, musa e amante dall’animo tormentato di tanti artisti d’avanguardia e vera regina della Parigi degli “Anni folli”.
Oltre a lei, vengono cantate altre straordinarie figure di donna come la ballerina Isadora Duncan, antesignana della danza moderna (“Isadora”); la poetessa Alda Merini, dalla vita vissuta in bilico tra genio e follia (“Alda”); l’attrice Maria Montez, un tempo la stella più brillante di Hollywood (“Stella cadente”). Non mancano poi temi che raccontano situazioni drammatiche, come la tragica realtà delle spose bambine (“Spose bonsai”) o l’importanza di liberarsi da una relazione abusiva e possessiva (“Vento di tempesta”).
L’album si chiude, infine, con una versione remastered del brano autobiografico “La rosa del deserto”, che celebra la decisione dell’artista di essere semplicemente se stessa, di scrivere col cuore e per la propria anima, libera da schemi commerciali.
L’album è stato prodotto e arrangiato da Sabino Dell’Aspro.
STRUTTURA DELL’ALBUM
- Alda (Sono nata il 21 a primavera)
- Isadora
- Kiki
- Spose Bonsai
- Stella cadente
- Vento di tempesta
- La rosa del deserto
DESCRIZIONE DEI BRANI
Il 21 marzo 1931, il primo giorno di primavera, nasceva Alda Merini, la poetessa della gioia e della pazzia. Nonostante una vita segnata da anni passati in cliniche psichiatriche (nelle quale subì ben quarantasei elettroshock) e dalla sofferenza dell’emarginazione, Alda seppe “abbracciare” il suo dolore per trasformarlo in gioia e amore.
Considerata la fondatrice della danza moderna, Isadora Duncan (1877, San Francisco, California, Stati Uniti – 1927, Nizza, Francia) ebbe il coraggio di andare controcorrente e rompere i rigidi schemi del balletto classico, ignorando le critiche e gli scherni dei suoi contemporanei. Donna dalla personalità eclettica e una vita segnata da droga, alcol e tragici eventi, Isadora è spesso ricordata anche per la sua morte scenografica: strangolata dalla sua lunga sciarpa rossa, impigliatasi sotto le ruote della Bugatti di un pilota italo-francese.
Alice Prin (Châtillon-sur-Seine, 2 ottobre 1901 – Parigi, 29 aprile 1953), soprannominata Kiki de Montparnasse, fu una modella francese che, durante gli Anni Venti, divenne la regina indiscussa dell’effervescente e florida città di Parigi. Musa e amante di numerosi artisti, donna senza regole e anticonformista, venne definita da Hemingway come “una donna che non fu mai una signora,” ma che “dominò l’epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non abbia dominato l’epoca vittoriana”.
E quelli di chi non ha mai capito la poesia di una donna anche sotto un vestito”
Molte, troppe bambine ogni anno vedono negati i propri diritti fondamentali, come l’accesso all’istruzione, perché costrette a sposarsi troppo presto con uomini molto più vecchi di loro.
Maria Montez (1912, Barahona, Repubblica Domenicana – 1951, Parigi, Francia) fu una delle più grandi stelle di Hollywood degli anni ’40. Donna bellissima, raggiunse la fama grazie ad una grande determinazione, ma fu presto dimenticata dopo la sua precoce morte. Maria morì a soli 39 anni per attacco cardiaco nella sua vasca da bagno, dove era solita svolgere i suoi trattamenti di bellezza, presumibilmente a causa dell’acqua troppo calda. Oggi, l’attrice riposa nel cimitero di Montparnasse, a Parigi, in una tomba spoglia e abbandonata.
Scelto come brano di traino dell’album, “Vento di tempesta” è la storia di una donna che trova finalmente il coraggio di rompere la relazione con un compagno dispotico e possessivo e di “riprendere il suo volo”. Per l’uscita del singolo era stato previsto un videoclip professionale, ma, a causa del lockdown, il video è stato realizzato nel giardino di casa con un cellulare.
La rosa del deserto è un minerale grezzo, che per la sua particolare forma richiama il noto fiore senza però eguagliarne la bellezza. Era il minerale preferito di una bambina che si sentiva incompresa, come pensava dovesse sentirsi anche quella pietra. La bimba si ritrovava spesso, quindi, a modificare il proprio modo di essere per cercare di assomigliare sempre più a tutte quelle coetanee che, come le rose belle e profumate, erano apprezzate da tutti. Il brano, che dà il titolo all’album del 2018, viene riproposto e ricantato dall’artista per riconfermare la volontà di continuare a scrivere libera da schemi commerciali.