È una storia lunga, quella dei Rufus Party, band reggiana nata alla fine degli anni ’90 da un’amicizia tra i tre storici componenti novellaresi, oggi ancora più uniti e rafforzati dal nuovo ingresso del tastierista Samuele Seghi.
Ad oltre dieci anni dal loro primo album, l’ottimo “Civilization & Wilderness” (recentemente ristampato a grande richiesta), esce “Paradigm vol. 1“, il loro nuovo album, settimo della loro carriera.
Già nei primi anni di attività Rufus Party hanno saputo sdoganare le sonorità rock e blues che nella provincia di Reggio Emilia hanno toccato vette parecchio alte, unendo una serie di contaminazioni sonore – dalla black music al country, passando per l’Inghilterra del post punk alla California degli anni ’80 e ’90 costruendo un sound versatile e personale.
A distanza da cinque anni da “Connection”, il loro precedente album particolarmente apprezzato dalla critica, ecco arrivare questo nuovo lavoro, costretto a variare in corso d’opera causa pandemia.
Paradigm vol. 1 è il lato più garage e sgangherato dei Rufus Party, in attesa dell’uscita di “the other side of Rufus Party” che mostrerà il loro lato più elegante, nero dove i suoni più dilatati andranno a ricercare nuove atmosfere e a colpire il cuore degli ascoltatori.
Si tratta solo di saper aspettare.
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