Musica

Chuck Berry: storia di un ragazzo e della sua chitarra

|

Siamo nello stato del Missouri (USA) ed è il 18 ottobre del 1926, quando sta per nascere Charles Edward Anderson Berry.

Chuck, così soprannominato, è un ragazzo di colore, quarto di una famiglia di 6 figli, ed essere nero in America negli anni 40 vuol dire combattere e lottare, contro tutto e tutti, contro i pregiudizi e il razzismo. Nonostante le difficoltà suo padre farà di tutto per non far mancare niente alla famiglia, dando ai figli anche un certo benessere economico, ma questo non basterà ad impedire al ragazzo di finire in riformatorio, per colpa del suo carattere turbolento e la sua propensione a delinquere.

Chuck è nero e  il blues e la chitarra sono le armi vincenti per lui, diventa piuttosto bravo e nel 1941, poco più che un teenager, si esibisce presso la Sumner High School riscuotendo i primi consensi. Purtroppo frequenterà anche le cosiddette Bad Company, tanto che nel 1944, ancora studente, viene arrestato e incarcerato per rapina a mano armata. Solo in carcere capirà che la musica è l’unico modo per rimanere lontano dai guai, così mette la testa a posto e sposa la fidanzata Themetta Suggs, detta Toddy, il 28 ottobre del 1948, due anni dopo arriva la prima figlia, Ingrid.

In questo periodo si adatta a fare qualunque tipo di lavoro per sopravvivere, ma per fortuna rimane sempre legato alla musica, al blues, alla chitarra, a quello che per il momento è un secondo lavoro. È  solo grazie a lui ed altri tre o quattro musicisti come lui, se dopo qualche anno quello che per molti era un secondo lavoro diventerà “milioni di dischi venduti”, tanti soldi e successo.

La svolta è il 1955 e il brano “Maybellene” con il pianista Johnnie Johnson, Jerome Green alle maracas, il batterista Jasper Thomas e il bassista e cantante blues Willie Dixon. E’ un vecchio classico country & western di Bob Wills, intitolato “Ida Red” e trasformato prima in “Ida May” e poi in Maybellene. La canzone quell’anno vende un milione di copie e porta Chuck Berry e i suoi in vetta alle classifiche Americane.

Quello che succederà d’ora in poi verrà scritto nelle pagine più belle della storia della musica. I grandi classici come “Roll Over Beethoven”, “Thirty Days“, “You Can’t Catch Me“, “School Day“, “Johnny B. Goode“, “Rock and Roll Music“. E la scala pentatonica, il Rock’n’Roll.

Senza di lui non ci sarebbero stati ne i Beatles ne i Rolling Stones. Senza il Rock and Roll non avremmo avuto tutta la musica degli anni 60 e 70, che ancora oggi segna la strada a tanti artisti.

                                                              

 

— Onda Musicale

Tags: Chuck Berry/The Rolling Stones/The Beatles/Willie Dixon
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli