Il leggendario artista giamaicano Frederick “Toots” Hibberts ha realizzato il suo primo album in studio da quasi un decennio, Got To Be Tough, uscito oggi su Trojan Jamaica/BMG.
Questo è il primo album che Toots si è prodotto da solo con l’aiuto dei suoi The Maytals ed ha già raccolto ampi consensi da parte di testate del calibro di Rolling Stone, Pitchfork, MOJO e UNCUT.
La grintosa provocazione del nuovo album Got To Be Tough rinnova la carriera quasi sessantennale dell’uomo che ha lanciato un nuovo suono e un nuovo genere con la sua uscita del 1968, “Do The Reggay”. È un promemoria del fatto che attraverso le vene creative di Toots scorrono tutte le radici e i germogli della Diaspora Nera. Blues, soul, r’n’b, funk, jazz, reggae e griot africani: Toots li onora, li incarna e li possiede. Tutto questo diventa una guida autorevole: come sopravvivere e prosperare tra le sfide della nostra Terra.
In un periodo di disordini sociali e politici globali, il ritorno di Toots è stato accolto con favore e la sua voce oggi è più necessaria che mai. Risalendo ai suoi inizi Ska, durante l’era del Movimento per i diritti civili in America e dell’indipendenza giamaicana negli anni Sessanta, ha cantato verità iconiche come “Monkey Man” e “54-46 Was My Number”, una risposta ironica ma non amara alla sua ingiusta incarcerazione per uso e possesso di marijuana.
Negli anni Settanta ci ha esaltato con il dinamico panafricanismo di “Funky Kingston” e il presagio di allarme di “Pressure Drop”, ridefinendo il soul con l’LP “Toots In Memphis” negli anni Ottanta.
Toots durante la sua carriera si è costantemente evoluto rimanendo unico.
Plurinominato e vincitore di numerosi GRAMMY® Award, musicista, cantante, cantautore, produttore e icona, Toots ha reso proficua la grande attesa per il suo nuovo album, dando vita ad un un groove caparbio, che infonde tenacia ma che allo stesso tempo riesce a bilanciare splendidamente gioia e rabbia, dolore e guarigione.
Anche se il messaggio è impegnativo, lasciate andare il vostro corpo a questo sound, e la vostra mente lo seguirà. Toots, un esecutore impeccabile, sa che la danza stessa è un esorcismo primordiale; una garanzia più grande di qualsiasi altra che, aiutata dal suo ammonimento, ci farà vivere “Do The Reggay” nel 21° secolo e oltre.
(sal)
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