Il 27 Agosto partì per una nuova tournée dell’Europa. Non poteva manco lontanamente immaginare che da essa sarebbe tornato defunto.
L’ultimo suo peregrinare iniziò dall’Isola di Wight il 30; successivamente toccò Stoccolma e Göteborg; si spostò poi ad Aarhus e a Copenhagen; infine si esibì a Berlino e sull’isola di Fehmarn (territorio tedesco non lontano dalla Danimarca). A dodici giorni di distanza dall’ultimo concerto, moriva improvvisamente a Londra, in circostanze dalla dinamica non del tutto chiarita, soprattutto nei racconti della sua ragazza di allora, Monika Dannemann.
La morte di Hendrix non lasciava solamente scossi e perplessi i fan e soprattutto coloro che gli erano stati amici o che lo avevano semplicemente conosciuto. Lasciava, in innumerevoli scatole di cartone, una miriade di registrazioni rimaste ai più disparati stadi di lavorazione, dai brani completi e pronti per la pubblicazione (vedi la festa di inaugurazione degli Electric Lady Studios) a quelli fermi alla traccia strumentale, per non parlare di quelli anche solo semplicemente abbozzati, quindi in attesa di sviluppo.
Le canzoni complete non erano una semplice dimostrazione dei nuovi traguardi che il chitarrista faceva presagire e intuire, erano le prime pietre di un edificio che avrebbe promesso di essere grandioso tanto quanto i dischi che il pubblico aveva conosciuto.
Il nuovo disco sarebbe dovuto uscire per la fine del 1970(o forse per l’inizio del 1971). Invece i brani che – teoricamente – ne avrebbero fatto parte finirono divisi nei primi tre dischi di una discografia postuma che non si è ancora arrestata: gli LPThe Cry Of Love, Rainbow Bridge, e War Heroes uscirono tra il 1971 e il 1972.
Il primo tentativo di ricostruire l’album-chimera fu il disco Voodoo Soup, prodotto da Alan Douglas nel 1995 ma criticato per alcuni disinvolti interventi in fase di post-produzione. Dopo la costituzione della Experience Hendrix LLC – la società che i familiari e i discendenti di Jimi hanno costituito per il controllo e la distribuzione certificata della sua musica (dopo svariati bootleg) – nel 1997 uscì il disco First Rays Of The New Rising Sun, fino a oggi il tentativo più verosimile di immaginare un album che non è mai esistito, a cominciare dal titolo (negli appunti e nelle dichiarazioni del chitarrista esso oscillava tra quello poc’anzi citato, People Hells And Angels e Strate Ahead: il più probabile sembra essere stato il primo, ma non lo sapremo mai con certezza).
Veniamo ora al ginepraio della scaletta. Tra le fonti a nostra disposizione abbiamo due note manoscritte di Hendrix, la prima datata24 Giugno 1970 e la seconda datata14 Agosto 1970, mentre la terza è una scaletta riportata sulla scatola di un nastro magnetico. La scaletta di Giugno prevedeva un disco di 11 tracce: “Ezy Rider” / “Room Full Of Mirrors” / “Earth Blues” / “Straight Ahead (Have You Heard”) / “Freedom” / “Stepping Stone” / “Izabella” / “Astro Man” / “Night Byrd Flying” / “Drifter’s Escape” / “Burning Desire”.
La scaletta del 14 Agosto, per un LP intitolato Strate Ahead, si era notevolmente allungata a 25 tracce, quindi presumiamo che l’idea fosse quella di un doppio. Tra le novità, la quarta traccia ora era “Valleys Of Neptune” (“Straight Ahead” diventava quinta); comparivano la strumentale “Cherokee Mist”, “Angel”, “Bleeding Heart”, “Electric Lady” (non rintracciata nei nastri d’archivio), “Hear My Train A Comin’”, “Lover Man”, “Midnight Lightning”, “Heaven Has No Tomorrow”, “Sending My Love”, “This Little Boy”, “Locomotion” (quest’ultima e la precedente non rintracciate nei nastri d’archivio), “Dolly Dagger” e – in conclusione – “The New Rising Sun (Hey Baby)”.
Tra le novità della scaletta riportata sulla scatola del nastro magnetico (con le tracce distinte per ciascun lato del doppio LP – anche se la classificazione si interrompe al Lato C) figuravano “Belly Button Window”, “Drifting”, “Come Down Hard On Me”, “Beginnings”.
Kramer, incrociando queste tre fonti – non sappiamo se ne abbia consultate altre – giunse ad elaborare la scaletta di un disco di 17 tracce, intitolato First Rays Of The New Rising Sun. Già dal numero dei brani possiamo immaginare si tratti di un compromesso tra la versione corta e quella estesa. La scaletta è la seguente: “Freedom” / “Izabella” / “Night Bird Flying” / “Angel” / “Room Full of Mirrors” / “Dolly Dagger” / “Ezy Ryder” / “Drifting” / “Beginnings” / “Stepping Stone” / “My Friend” / “Straight Ahead” / “Hey Baby (New Rising Sun)” / “Earth Blues” / “Astro Man” / “In From the Storm” / “Belly Button Window”.
Per avere una panoramica completa del lavoro in studio fatto da Hendrix nel 1969 e soprattutto nel fatidico 1970, si consiglia l’ascolto non solo del disco ricostruito da Kramer nel 1997, ma anche delle seguenti raccolte: The Jimi Hendrix Experience (2000); Valleys Of Neptune (2010); South Saturn Delta (1997); West Coast Seattle Boy (2010); People Hells And Angels (2013); Both Sides Of The Sky (2018). Combinando le informazioni presenti su Wikipedia, l’appassionato potrà libera sbizzarrirsi nel creare la propria scaletta a seconda del momento. Di una cosa siamo sicuri: la creatività del genio della Stratocaster continuerà ad affascinarlo anche dopo 50 anni.
Massimo Bonomo – Onda Musicale