Musica

Impasticchiamoci di rock #3 – Da Elvis al beat fu un piacevole attimo

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Come rivangato ampiamente nelle prime due puntate, le origini del rock sono da rinvenire un po’ nel rockabilly – e quindi in una vera e propria cultura del “cafone di campagna” -, un po’ nella musica popolare.

Il ritmo dello “ondeggia e rotola” fu davvero travolgente, e tra Rockett 88 e Rock around the clock di Bill Haley, il nuovo genere musicale apparve sin da subito innovativo e capace di ramificarsi tanto nel continente statunitense quanto in quello europeo.

Le tre radici principali furono – repetita iuvant – il country and western, la popular music e il rhythm and blues. Quest’ultimo soprattutto grazie a Elvis Presley, “il bianco che canta come un nero”. Primo cantante a usare, oltre alla voce inconfondibile, anche dei movimenti del corpo del tutto particolari, nonché degli atteggiamenti nelle esibizioni – come il voltare le spalle al proprio pubblico, cosa inaudita sino ad allora considerata l’epoca e il formalismo – che in breve tempo contagiò piacevolmente l’intero pubblico rock ‘n’ roll giovanile.

Di più, in questi anni si registra una diffusione dei vinili non solo tra il pubblico adulto ma, per la prima volta, anche tra quello adolescenziale. Sono gli anni difficili del secondo dopoguerra, e i giovani non godono certamente delle odierne libertà personali. Il fenomeno non è da sottovalutare, tutt’altro.

Parola d’ordine dei primi anni Sessanta era “anticonformismo”. L’enorme successo in stile USA aveva attivato i radar delle case discografiche dell’epoca, interessatissime a mettere gli occhi su nuovi cantanti da esportare nel Vecchio Continente europeo. Il mondo anglosassone rispose immediatamente“presente”, e iniziarono a nascere una serie di gruppetti a carattere provinciale che imitavano il rock and roll statunitense ma in una sonorità del tutto diversa. Anche il pompadour era oramai superato, e costoro proponevano nuove capigliature. Scapigliature, senza riferimenti all’ottocentesco movimento culturale milanese.

Ma il beat ha qualcosa di innovativo: più strumenti elettrici, sì alla componente scenica, no alla figura unica del cantautore che viene invece sostituito dalla concetto di gruppo.

Ed è in questo contesto inglesino che nascono due delle band più celebri della storia della musica: The BeatlesThe Rollin Stones.

Di entrambi conosciamo tantissimi aneddoti dei quali parleremo nelle prossime puntate. Per ora sia sufficiente evidenziare che “Beatles” contenga, per l’appunto, la radicebeat, e che spesso e volentieri trattavasi di musica sperimentale, come ad esempio brani riprodotti a velocità doppia o al contrario, utilizzo di strumenti indiani, e tutto ciò che era antiborghese. Paradossalmente, la lotta al borghesismo della band di John Lennon e Paul McCartney si concluderà col riconoscimento del titolo di baronetto da parte dell’intramontabile regina Elisabetta.

Ma questa è un’altra storia.

 

  Daniele Martignetti – Onda Musicale

 

 

 

— Onda Musicale

Tags: Elvis Presley/The Rolling Stones/The Beatles/Beat/rock n’ roll/Rockabilly
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