Pawel Gorajski, dopo i successi con l’Orchestra Franco Ferrara e l’Orchestra Kaposoka, la ritroviamo alla guida di un ensemble per la presentazione di un concerto di musiche del giovane compositore Enrico Morsillo, che si terrà il 22 luglio prossimo presso la Sala Accademica del Conservatorio Santa Cecilia. Ci illustra il progetto?
“Ho abbracciato il progetto dell’ensemble in quanto urge in me la necessità di ricerca di forme d’espressione che siano del e nel nostro tempo: per quanto possibile vorrei dedicare parte della mia attività direttoriale alla musica contemporanea. Ho avuto il piacere di conoscere Enrico Morsillo, allievo del M°Antonio Di Pofi, di studiare le sue composizioni e affascinarmi alla sua sincerità di scrittura. Da qui l’idea comune di portare in scena due suoi lavori in un’esperienza magmatica con i professori dell’ensemble (tra i migliori studenti ed ex-studenti del Conservatorio), in un clima di continua scoperta e ricerca favorito da una Musica intellegibile e coraggiosa nell’esser Musica. E’stato per me un onore poter lavorare con i bravissimi solisti che prenderanno parte all’esecuzione della scena lirica tratta da Pinocchio: Hersiana Matmuja soprano, Paolo Minnielli attore in scena, Luca Cipriano clarinetto. Per un direttore d’orchestra è fondamentale riuscire a far propria una partitura fino al punto di sentirla come “propria”: questo procedimento è stato favorito dal confronto costante con l’autore, dalla possibilità di ricercare insieme un “suono”veritiero. Sono convinto che queste siano soltanto le basi di un’intesa dal lungo respiro, che si strutturerà sempre più profondamente nel tempo.”
Gentile Enrico Morsillo, cosa rappresenta per lei la presentazione di due dei suoi lavori in questa prestigiosa sede?
“E’soprattutto un’occasione di confronto e intesa: nei brani presentati il dialogo è costante, ed è necessario un affiatamento notevole per renderlo al meglio. Ogni strumentista, cantante, il direttore stesso, è disposto all’altro con attenzione, e già dalle prove hanno tutti partecipato con grande umiltà e collaborazione. La vitalità di tutti i partecipanti è indiscutibile, ed è per me il risultato sperato: non credo nelle verità enunciate, in supponenze solipsistiche; preferisco che sia invece un confronto d’interessi a consentire una maturazione, e così è stato in questo caso, di sicuro per me.”
“Carratois” e “L’acquaccia” i titoli dei due brani; da cosa prendono origine?
“Carratois è il nome di una spiaggia siciliana, molto a sud: superando qualche scoglio, da lì, si arriva ad un forte abbandonato immerso tra il Tirreno e lo Ionio che lascia alla contemplazione dei due mari, e delle loro differenze; col bel tempo si riesce anche a distinguerne il colore. Il contrasto tra la placida e scura e tormentata calma dell’uno, incontrava la tempesta fresca e chiara dell’altro, e così è nato Carratois: quando scrivo mi piace avere un’immagine di riferimento, che sia essa visiva o poetica o drammaturgica, e da questa lasciar evocare delle sensazioni, tentando di dare loro vita tramite il linguaggio che più mi è naturale. L’acquaccia è invece un quadro dal Pinocchio di Collodi, che a mio avviso rappresenta la sintesi dell’opera, ragione per la quale ho scelto di musicarlo: siamo circa alla metàdella narrazione, e Pinocchio, inseguito dagli assassini, viene infine impiccato al ramo d’una quercia; è la “Bella bambina dai capelli turchini”a prendersene cura, dopo averlo recuperato moribondo. Pinocchio, in tutto il suo capriccio dalle mille voglie, rifiuta di prendere la medicina guarificatrice, appunto l’acquaccia, svogliato ed infastidito da questa così coscienziosa necessità; in compenso riesce a strappare alla Fata due zollette di zucchero con la promessa di bere l’intruglio salvifico, puntualmente non mantenendola. Si lascia andare, intanto, ad un momento di sofferenza in cui dice tra sé“bella cosa se lo zucchero fosse una medicina”; in questo ho visto un dolore ingenuo, infantile, che non ha la pienezza di Zeno o il vagabondare di Moscarda, e che perciò ho trovato delicato, puro. E’dovere della Fata, tuttavia, riportarlo alla realtà, sostenuta dai Conigli della morte, che lo terrorizzeranno al punto da fargliela finalmente bere; soltanto in fine riusciràa rendersi conto di quanto bene gli abbia fatto l’infausta poltiglia. Pinocchio ha quindi una maturazione che nulla ha a che vedere con la catarsi o con il trascendente, ma che vive il dramma di una crescita, passante per angustie, doveri e necessità; tramite queste riesce ad approdare alla sua umanità. Amo i soggetti che evolvono molto piùdi quanti risolvono; lasciano sperare che la storia non concluda.”
Quali sono i suoi progetti futuri, le sue ambizioni?
“In Settembre un mio brano per pianoforte e voce verrà eseguito da una finalista del concorso nazionale Soroptimis; nel frattempo mi dedico alla scrittura, cercando di continuare ad interessare sia il pubblico che l’eccellente gruppo di lavoro che si è formato nell’ultimo periodo. Credo molto nel confronto d’opinione, ed amerei circondarmi nell’arco di tutta la carriera di persone ricche d’idee e proposte: sarebbe in sé il raggiungimento del mio principale obiettivo; ricevere continui stimoli creativi e rapportarsi nelle derivanti realizzazioni mi darebbe senz’altro sostanza necessaria al bisogno d’esprimermi.”
Realizzata da Isabella Chirico