Musica

Settimana Mozartiana: verso il concerto di pedalpiano

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Sappiamo che Mozart ebbe in casa un pedalpiano di Anton Walter negli ultimi sette anni della sua vita, e che lo suonò in pubblico in più occasioni.

Pur non avendo mai pubblicato brani esplicitamente scritti per pedalpiano, possiamo immaginare che nelle occasioni in cui Mozart suonò il pedalpiano in concerto, non si limitò ad improvvisare, ma interpretò sue composizioni pianistiche o organistiche sfruttando le potenzialità timbriche e dinamiche della pedaliera.

Il concerto di domenica 13 settembre allo Zandonai presenta per la prima volta l’esecuzione di musiche pianistiche di Mozart eseguite al pedalpiano da Roberto Prosseda.

Prosseda – autorevole interprete di Mozart – èanche il più affermato interprete di pedalpiano: ha inciso l’integrale di Gounod per pedalpiano e orchestra (Hyperion) e ha tenuto oltre cinquanta concerti con il pedalpiano, sia in recital, sia con orchestre (Berliner Symphoniker, Netherlands Symphony Orchestra, Orchestra della Svizzera italiana, Lahti Philharmonic, Staatskapelle Weimar).

Prosseda è stato l’artefice della riscoperta del pedalpiano, quando nel 2011 ha presentato in prima mondiale il Concerto di Gounod per pedalpiano e orchestra. Suona uno strumento da lui commissionato all’organaro Claudio Pinchi e fornita dalla ditta Egidio Galvan: il Pinchi Pedalpiano System, che consiste in una pedaliera abbinabile a due normali pianoforti a coda, con la possibilità di usare tre diversi registri (16’, 8’ e 4’).

Sotto la denominazione “pedalpiano”, “piano-pédalier” o “Pedalflügel“, si cela la storia di uno strumento musicale poco conosciuto, formato da due pianoforti sovrapposti, che affonda le sue radici nell’antico clavicordo e clavicembalo con pedaliera. Pare che Mozart stesso ne possedesse un modello, un fortepiano a pedali costruito per lui da Anton Walter, e che lo usasse nelle improvvisazioni in pubblico. C’è chi ritiene, addirittura, che i bassi da lui segnati nel manoscritto autografo del concerto K 466 si riferissero alla pedaleggiatura del suo doppio strumento.

Sono solo ipotesi, ma certo è che Schumann volle nella sua casa di Dresda un Pedalflügel nel 1845 e, rimasto affascinato dalle potenzialità di questo strumento, gli dedicò alcune pagine magnifiche quali gli “Studi” op.56, gli “Schizzi” op.58, e le “Sei Fughe su B-A-C-H” op.60.

Anche altri autori si confrontarono con il pedalpiano successivamente: da Franz Liszt, con la Fantasia e Fuga sul Corale “Ad nos, ad salutarem undam” dal Profeta di Meyerbeer, a Charles Valentin Alkan (1813 – 1888) che compose, tra le altre cose, “Dodici studi per soli piedi su pianoforte con pedaliera“, il “Benedictus in Re min“, “Undici Grandi Preludi” e una trascrizione dal “Messia di Haendel“. Di lì a poco Charles Gounod arrivò a scrivere tre brani per pedalpiano e orchestra: la “Fantasia sull’Inno nazionale Russo“, la “Suite Concertante” e la “Danza Rumena“.

La recente riscoperta del pedalpiano da parte di alcuni pianisti, che hanno imbastito interi recital con repertorio dedicato, ha spinto anche molti compositori contemporanei a confrontarsi con la scrittura per questo strumento. È il caso, su tutti, di Ennio Morricone che, nel 2011, dedica “Quarto Studio Bis” per pianoforte con pedaliera a Roberto Prosseda, brillante e mai scontato interprete che nella trasferta con il suo pedalpiano al Festival “Armonia” di Ravello, ha eseguito l’ assemblaggio di questo curioso pianoforte doppio.

Fino a qualche anno fa lo strumento suonato da Prosseda era stato il Doppio Borgato, costruito da Luigi Borgato, un accoppiamento di due gran coda da concerto, uno dei quali azionato da una pedaliera di 37 tasti. Una soluzione che, però, dava enormi problemi di costo negli spostamenti della tournèe, non essendo affatto agevole trasportare due gran coda in aereoplano. Perciò, spinto anche dalla richiesta oltreoceano dell’esecuzione del concerto di Gounod, il pianista di Latina si è trovato recentemente a pensare a una soluzione allo stesso tempo versatile e di qualità, che gli consenta di spedire ai concerti solo la pedaliera e ricreare un pedalpiano in loco usando due normali pianoforti a coda.

Ad accogliere la sfida l’organaro Claudio Pinchi di Foligno che in meno di un mese ha brevettato il “Pinchi Pedalpiano System”, con l’aggiunta di tre registri, il 16, l’8 e il 4 piedi. Grazie a questa nuova funzionalità, dunque, è possibile creare nuove possibilità timbriche suonando con i pedali anche due e tre ottave contemporaneamente. Cambia, ovviamente, in maniera radicale il modo di suonare rispetto ad un organo: si usa meno la metrica quantitativa, si gioca di più con dinamica e articolazione e di meno con la durata delle note

Il programma del 13 settembre include, dunque, la prima esecuzione assoluta della Fantasia K 475 e della Sonata K 457 al pedalpiano. La scelta di questi due brani è particolarmente indicata per l’interpretazione alpedalpiano, in quanto Mozart fa uso di frequenti sbalzi di registro, esplorando le regioni gravi della tastiera, e giocando su una tessitura sinfonica, che è esaltata dalla ricchezza timbrica del pedalpiano

L’APPUNTAMENTO PER LA RARITÀ DELLO STRUMENTO E DELL’ESECUZIONE APPARE PARTICOLARMENTE INDICATO PER  STUDENTI E DOCENTI DI SCUOLE MUSICALI E CONSERVATORI

Info e prenotazioni

Segreteria AMI – Via della Terra 48 – Rovereto

0464 422719 (tel. e fax)

infoami@mozartitalia.org

 

 

 

— Onda Musicale

Tags: Schumann/Roberto Prosseda
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