Musica

La storia dietro “The House of the Rising Sun”

|

“There is a house in New Orleans. They call the Rising Sun. And it’s been the ruin of many a poor boy, and God, I know I’m one”, queste sono le malinconiche parole con cui comincia la ben nota, e più che centenaria, canzone folk americana The House of the Rising Sun.

Esatto, folk, non un pezzo originale degli albionici Animals guidati dalla voce intensa di Eric Bourdon durante gli scatenati anni ’60 della cosiddetta British Invasion.

Questa malinconica canzone risale all’800, melodia probabilmente ispirata alla ballata inglese seicentesca “Matty Groves”, ed inizialmente parlava di una casa chiusa a New Orleans nel quartiere a luci rosse di Storyville chiamato anche “The District”.

Parlava dunque di una realtà difficile dove queste ragazze, costrette a prostituirsi nei vari bordelli, vedevano il sole tramontare sulle loro “prigioni” e sulle loro vite ormai perdute.

Inoltre vi erano due versioni, una maschile ed una femminile, che si diversificavano leggermente nel testo, ma rimaneva comunque pregne di quell’alone di malinconia e squallore.

Infatti, se la versione maschile parla di un ragazzo pentito per le sue scelte e per aver frequentato quel posto, la versione femminile parla di una ragazza che viene illusa e costretta a prostituirsi per vivere.

Questa canzone veniva anche cantata dagli schiavi africani per sopportare la fatica del massacrante lavoro nei caldi campi di cotone degli Stati americani del Sud.

Le prime versioni registrate su disco risalgono alla prima metà del ‘900, ma è soprattutto nella seconda metà di questo secolo che il brano assume una grandissima popolarità.

Dalle chitarre e le voci di artisti come Bob Dylan, Joan Baez, Woody Guthrie e Pete Seeger, oltre che i già citati Animals, tutto il mondo finisce per conoscere il brano, compresi i giovani mandati al massacro nella sanguinosa guerra del Vietnam.

Ulteriori versioni, non accreditate e quasi “leggendarie”, appartengono ad altri nomi come Hendrix, Beatles e Pink Floyd.

Questi ultimi, in particolare, a causa dell’assonanza con il gruppo rock americano Frijid Pink che aveva reinterpretato la casa del sole nascente.

Anche in Italia la canzone è stata tradotta e reinterpretata, in alcuni casi stravolta per diventare una canzone d’amore, da artisti come Riki Maiocchi ed I Bisonti.

Recentemente, nell’album del 2008 “Beat ReGeneration”, i Pooh hanno presentato una versione più rock dove la chitarra di Dodi Battaglia e le tastiere di Roby Facchinetti si scatenano nei rispettivi assoli.

Cover anche nel mondo del metal come quella dei Five Finger Death Punch o sempre in quello folk, ma a tinte più scure, come quella dei White Buffalo che cambiano il nome della città perché è la canzone è stata utilizzata per la serie televisiva americana Sons Of Anarchy.

Sempre a proposito di serie televisive americane, si sente la canzone da una radio nell’episodio “Roadkill” della serie Supernaturalogni volta che il fantasma del contadino investito si manifestava ai passanti.

Inoltre, il brano si sente anche in film come I cento passi(film del 2000 diretto da Marco Tullio Giordana), La meglio gioventù (film del 2003 sempre di Marco Tullio Giordana) e Jobs (film del 2013 diretto da Joshua Michael Stern) oltre che a dare il titolo all’omonima pellicola diretta da Brian A. Miller.

Un piccolo aneddoto per comprendere meglio uno dei brani più famosi di sempre.

 

Vanni Versini – Onda Musicale 

— Onda Musicale

Tags: Bob Dylan/Sons Of Anarchy/White Buffalo/Five Finger Death Punch/Woody Guthrie/British Invasion/Vanni Versini/Supernatural/Roby Facchinetti/Joan Baez/Pete Seeger/Jimi Hendrix/Pooh/Dodi Battaglia/The Beatles/Animals/Pink Floyd
Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli