Decido di fare una passeggiata per le calli di Venezia, è una delle tante mattine piene di un bel sole che colora i palazzi meravigliosi, i quali maestosi, sovrastano le persone inquiete che veloci corrono a fare le loro commissioni di routine.
Mi fermo un momento ad ammirare una targa che ricorda alla gente che in quel luogo lavorava il pittore Modigliani, penso che in Italia dobbiamo essere fieri del nostro passato artistico, grandi compositori, scultori, musicisti e appunto grandi pittori.
In quel momento, incontro il mio amico Gianni, che si trascina su per un ponte, con una grande mascherina bianca che quasi lo soffoca e una custodia nera che contiene una chitarra acustica. Quanti concerti abbiamo fatto io e Gianni insieme, almeno 200.
Lo fermo. È triste, non lavora da un anno. Mi dice : “Vado a vendere una chitarra a Padova, non ho più schei (soldi – in dialetto veneto)”. Mi piange il cuore a vederlo così, ormai ha 60 anni anche lui. In quel momento penso che non è giusto che vada a finire così, abbiamo studiato musica per tutta la vita. Lo aiuto ad arrivare fino a Piazzale Roma e poco dopo osservo la corriera che si allontana pesante . Quanti ricordi, quante persone, quanti palcoscenici.
Cammino tutto il giorno per Venezia, sono assalito dall’ansia e dalla tristezza, ho paura del futuro, ho paura che qualcuno dei miei amici e colleghi vada in depressione e commetta qualche stupidaggine. Torno a casa, accendo la televisione e vedo un’anteprima che riguarda il Festival di Sanremo. Ci sono Amadeus e Fiorello senza mascherina che si abbracciano sorridenti e scherzano con un conduttore della rai.
Mi siedo sconsolato e penso che almeno quest’anno chi di dovere poteva evitare di fare questo Festival, poteva distribuire un po’ dei soldi che evidentemente aveva a disposizione. Pochi, maledetti e subito. Un po’ di soldi agli artisti che non riescono a sbarcare il lunario.
In quel momento mi viene in mente Bob Marley , il quale, prima di morire, si assicurò di regalare e di intestare i diritti di una delle sue più belle canzoni (No woman, No cry) a Vincent Ford, suo amico d’infanzia e proprietario di un povero locale di Trenchtown, un sobborgo di Kingston la capitale della Jamaica. Un luogo, spesso frequentato dallo stesso Marley, che era un punto di ristoro per tanta povera gente del luogo ed era sull’orlo del fallimento. Con questo gesto nobile, quella che era di fatto una mensa per persone indigenti, riuscì a continuare la sua attività fino ai giorni nostri.
Non ci sono più gli artisti di una volta, non c’ė più bisogno dei Festival.