Vincitori indiscussi dell’edizione 2021 del Festival di Sanremo con ben il 40% del televoto, portatori d’un inedito spirito rock in quel del palco dell’Ariston, i Maneskin e la loro “Zitti e Buoni” sbaragliano la concorrenza di Ermal Meta ma, soprattutto, del tanto osannato duo Michielin – Fedez.
E come ogni anno, non tardano né i plausi né le critiche. Il mainstream si divide tra chi intravede nella band romana un barlume di speranza della rock italiano del futuro e chi non concorda con la loro presenza a Sanremo essendo, il rock, un genere non nostrano.
Come sempre, la verità è nel mezzo.
Come si accede a Sanremo
Checché ne diciate, ciò che gli spettatori possono vedere nelle solite quattro o cinque serate televisive è solo la punta dell’iceberg. Le selezioni avvengo quasi un anno prima. In soldoni, a breve, inizieranno le nuove: sta ovviamente al direttivo dell’evento stabilire le modalità, come quando – due anni orsono – si diede il via a una modalità web tramite piattaforma YouTube, permettendo ai giovani con minori capacità pubblicitarie di farsi largo e di trovare spazio tra i nomi più blasonati della musica corrente.
Le candidature vengono accuratamente vagliate da un’apposita commissione esaminatrice tra cui lo stesso conduttore designato. Vale a dire che il grosso degli accoppiamenti sono stati scelti, in questa settantunesima edizione, dallo stesso Amadeus, celebre conduttore Rai. Se poi siano fortunate o meno non è prevedibile, e Bugo ne sa qualcosa.
Come si vince Sanremo
La situazione qui è abbastanza semplice. Il mix dei voti tra le giurie demoscopiche e il televoto permette all’artista di portarsi a casa il primato e il Leone d’Oro.
Quest’anno non è stata prevista la giuria di esperti che, due anni fa, portò alla ribalta Soldi di Mahmood.
A proposito di soldi: no, non si vince alcuna somma. Il premiato ottiene visibilità gratuita, esposizione mediatica, e l’accesso all’Euro Vision Song Festival rappresentando così la musica italiana nel mondo. Calmi con le visioni similpolitiche antieuropeiste. L’EuroSong Festival e il diritto di accesso allo stesso in caso di trionfo a Sanremo è contemplato dal lontanissimo 1956 (sebbene saltuariamente interrotto, come dal ’98 al 2010).
Festival della musica o della canzone italiana?
Andiamoci piano coi modus dicendi. Sebbene spesso vox populi vox dei, è altrettanto vero che le masse detengano sovente lo scettro della incapacità di vedere la verità. Sanremo nasce per esaltare la canzone cantata in italiano vale a dire che la condicio sine qua non per presentare il proprio brano è la presenza di lingua italiana o dialettale/regionale.
La canzone italiana parte dal melodramma ma, come tutta la musica, ha la capacità di fondersi con nuovi sound, stili e visioni del mondo. Fu così che, dieci anni fa, si optò per l’ingresso delle “nuove proposte” sicché i giovani, particolarmente propensi a suonare rock e indie, potessero trovar spazio.
Le critiche al fatto che il rock non sia un genere italiano non ineriscono alla vera volotà dei padri fondatori del festival di Sanremo che, anzi, volevano solo ottenere più clienti nell’omonimo Casinò sì da aumentarne il fatturato. Manco loro immaginavano un successo simile da Mike Bongiorno in poi.
Cosa possono rappresentare i Maneskin per i rockers italiani
Composto da Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra) e Ethan Torchio (batteria), il gruppo è palesemente pop rock e funk rock, con una notevole abilità di tenere il palco grazie all’eccentrico Damiano. I loro video ricordano sovente le grafiche di Marylin Manson e dei Noel Gallagher’s High Flying Birds, band del fratello di Liam dopo lo scioglimento degli inglesi Oasis.
Circa vent’anni a testa, già vincitori di X- Factor, finirono per esser canticchiati da tutti, profani e non, grazie a quella Marlena della quale ci si preoccupò non essendo tornata a casa. Oltre a Zitti e Buoni con la quale hanno trionfato, nelle serate del festival hanno interpretato Amandoti dei CCCP, assieme a Manuel Agnelli degli Aftehours.
Se rappresenteranno la musica rock italiana in futuro? Chi può dirlo: “Forse solo in paradiso l’umanità vivrà per il presente, finora è sempre vissuta d’avvenire”. Cechov docet. Magari canticchiando.