Venezia, 15 luglio, correva l’anno 1989 così come le migliaia di persone a vedere gratuitamente i mitici Pink Floyd sul palco galleggiante nel Bacino San Marco (leggi l’articolo).
È uno dei concerti più memorabili della band a livello internazionale, ma soprattutto italiano. Italiano perché anche il gruppo ska – reggae dei Pitura Freska, veneti doc tanto che cantano in dialetto.
Il gruppo ha deciso di rendere tributo ai Pink Floyd, ma soprattutto al mitico concerto, con il pezzo ‘Pin Floi’, storpiatura dialettale del nome del gruppo, contenuto nell’album “’Na bruta banda” del 1991.
Il testo narra del goffo tentativo di andare a vedere il gruppo inglese, perso per colpa di un ritardo di “un dirigibile che coreva a un’ora e meza de ritardo” a cui si è aggiunto “un suplemento lire 8.000”.
La delusione viene dunque annegata nell’alcool, in una canna e delle ragazze “semibuone, semischic, semivip, semifrick”, ma la voglia di fare il giornalista rimane.
Il problema è che le ragazze, accompagnate da certi energumeni, sono decisamente antipatiche ed odiano pure Venezia rendendo vane le domande sul gruppo e sui concerti nella famosa città.
Da ricordare che domande simili e conseguenti polemiche furono già oggetto di discussione negli anni ’80, soprattutto per i decibel e l’organizzazione del comune.
Ma tornando al brano, quest’ultimo segue i classici stilemi del reggae a cui viene unita l’umorismo ed il dialetto dei Pitura Freska. Un ascolto decisamente consigliato, soprattutto per farsi un paio di risate.