Madame è un’artista che in un paio di anni è diventata un classico della sua generazione, nello stesso momento in cui esordiva.
Un fenomeno questo — il successo di Madame e Madame stessa — che è la prova di quanto i tempi corrano, nonostante le giornate ultimamente siano tanto noiose. Così Madame, a soli 19 anni, il 19 marzo ha pubblicato il suo primo album e già ci si chiede: “davvero è il primo? Ma come? Tutte le sue canzoni fatte finora da dove venivano?”
Si chiama Francesca Calearo, classe 2002, ed è Veneta
Partendo da piccole case di produzione indipendenti è diventata virale grazie a internet. Passione per la musica, passione per la scrittura, un minimo di consapevolezza nelle sue capacità; poi probabilmente si sarà resa conto che quelle capacità non erano affatto poche e quindi la ricerca di contatti. Ha fatto una gavetta veloce, come sono veloci le gavette di chi fa successo per internet e tra vari giri, probabilmente sentendosi spesso sottovalutata, ha trovato dei produttori per infiocchettare in una strutturata base musicale i suoi testi tanto intimi.
Anna e Sciccherie brani del 2018, 17 e La promessa dell’anno nel 2019
La maggior parte dei suoi attuali ascoltatori hanno scoperto questi primi brani in contemporanea. Da questi è stato subito chiaro il mondo di Madame. Sono brani morbosi, che si trascinano in un loop di emozioni e riflessioni vagamente disilluse, ma molto forti. Dopotutto si tratta di testi maturi nel loro essere incredibilmente adolescenziali, in senso buono, cioè nel senso che riportano all’intensità dell’adolescenza anche l’ascoltatore quarantenne: questa credo sia la magia dell’esordio di Madame. Testi, per altro, che non mancano di una buona dose di provocazione:
Fai quel cazzo che ti pare, lady, tanto questa Italia lady, vede le ragazze come bambole gonfiabili. Fai il cazzo che ti pare, lady, tanto in questa Italia, lady, il sesso non è arte, è solo pane per fanatici”. (da 17)
Tra queste la canzone della svolta è stata Sciccherie.
Riporterei un pezzo del testo ma sarebbe inutile: il gioco di Sciccherie è nella musicalità delle parole anche a rischio di storpiarle, un gioco che la lirica fa da sempre, ma stavolta è con una base pop.
Le parole sono vomitate secondo la logica della melodia, non importa la pronuncia, non importa la grammatica, non importa l’intonazione. Sciccherie risulta singhiozzante —Madame è quella che non si capisce cosa dice!”— È vero, ma alla fine il concetto è chiaro: le parole, la musica e il contesto sono tutte amalgamate. In Sciccherie si parla della promessa di magiche serate alla ricerca di qualcosa, amore o sesso; serate alcoliche e sfumate, che si rivelano finte. Nulla di nuovo, ma qui il testo non racconta neppure metà della storia, è la stranezza dell’insieme a rendere tutto chiarissimo. Sciccherie non è una canzone incomprensibile, anzi la comprenderebbe anche chi non conosce una parola di italiano (o qualsiasi sia la lingua di Madame).
Insomma, forse con Madame è esagerato gridare alla novità assoluta, ma Madame ci ha stupito e stupirsi è sempre più raro.
La svolta
Da questo pezzo la svolta di Francesca, che diventa conosciuta dai più curiosi in crescendo, con tappe precise: Cristiano Ronaldo pubblica Sciccherie su una storia Instagram e le fa volare gli ascolti; nell’estate 2019, poi, Marracash le stende il tappeto per un’entrata trionfale nel mondo del rap.
Madame infatti è l’unica artista donna presente in ‘Persona’, l’ultimo album del “king del rap” italiano, che avrà un successo assoluto: anche se uscito nel 2019, ‘Persona’ risulterà l’album più venduto in Italia nel 2020. L’anima, in cui Madame scrive e canta una strofa, è uno dei brani più apprezzati dell’album.
L’hip-hop è il genere che l’accoglie verso il successo, appena diciottenne
Così, diciottenne, comincia il 2020 corteggiata da tutti, soprattutto dai rapper. Il ragionamento sembra essere questo: “ha fatto un feat con il miglior rapper italiano, è una rapper!”. Francesca, da etichettata per il suo genere indefinibile, viene sempre più spesso chiamata “la rapper Madame” e lei sembra confermare l’etichetta confezionando, nell’arco di un anno, qualcosa come…boh! 15 featuring!? Buona parte dei quali con dei rapper.
La sua manager diventa Paola Zukar, la persona che forse più di chiunque altro ha mosso i fili del rap italiano trascinandolo negli attuali tempi d’oro. Zukar, già manager storica di rapper come Fabri Fibra, Marracash e Clementino, tra management, giornalismo, interviste e creazione di format per diffondere la cultura hip-hop, è lei stessa un’enciclopedia vivente del genere.
Con queste spinte Madame corteggia e si lascia corteggiare.
Dopotutto ha 18 anni e piace sempre di più: entrare a far parte del genere più sfacciato e alla moda del momento le si addice bene. I suoi contributi musicali sono sempre più strafottenti e perdono un po’ di intimità, ma a 18 anni va bene così. Per altro il suo rapporto con il rap è quasi un miracolo: poco da fare, per una donna entrare nei giochi della scena rap italiana non è semplice.
Il rap italiano, nella sua forma politicamente disimpegnata, è nato da ragazzi che si trovavano insieme per strada o al parchetto, che a sentirli parlare, tra interviste e brani, con le donne sembrano essere sempre un po’ a disagio. Sì, citano sempre “la tipa”, sì, a volte le rifilano il ruolo di “àncora di salvezza”, ma non sembrano rendersi conto che si può anche scegliere “una donna per amico”.
Insomma, ragazzi che hanno cominciato a fare musica per scherzo e poi sul serio, in un’allargata cerchia di amici che non includeva le ragazze. Il risultato è che il nostro genere musicale più moderno è anche il più maschile. Con Madame però, le cose sono andate in modo diverso, lei e il suo stile sono entrati con o senza inviti: il fatto che appartenga a una generazione più fluida sicuramente avrà aiutato.
È a questo punto però che sorgono dubbi: il pensiero mio e di altri, dopo il festeggiamento per il suo successo, è stato: -Ok, ma poi?
Per Madame, mettersi a giocare con i rapper, è abbastanza?
ll rapper tipo del 2020 ha una storia simile a quella del protagonista di un romanzo di formazione: ha avuto tante difficoltà, è un sopravvissuto, ha tanti nemici ma li sconfigge tutti, ha svoltato -Ha le bitches, ha fatto il cash-. Storie anche divertenti, spesso anche fatte bene; ma davvero vorremmo Madame impelagata in questo mondo? A lungo andare avrebbe dovuto cominciare a uscirne, sarebbe finita a esserne inglobata o a diventare la maestra d’asilo!
Per di più, ad ogni nuovo featuring rap, Francesca sembrava appiattita. Contribuiva con il suo talento e il suo stile, la voce calda, la sfacciataggine e la particolarissima pronuncia (con quella “c” estremamente palatale), ma l’atmosfera che ti avvolgeva in una nuvola opaca, in bilico tra nostalgia e desiderio, dei suoi primi pezzi è sembrata sempre più lontana. È incredibile come parlando di un’artista all’attivo solo dal 2018 si sia già creata una sorta di nostalgia (me ne vergogno un po’)!
Dopo questa stagione di featuring, due annunci accrescono l’attesa dei suoi fan: da una parte la partecipazione a Sanremo tra i big, dall’altra l’uscita del suo primo album.
Madame a Sanremo
Madame si è presentata a Sanremo con Voce ed è stato un piacere ascoltarla: è una canzone intensa e ben strutturata, che ricorda l’atmosfera dei suoi primi lavori e che meritava un posto in classifica più alto (a mio modestissimo avviso).
Quando tra i suoi coetanei si dava per scontato che Francesca fosse capita, la giuria demoscopica ci ha ricordato che no, capire Madame non è ancora scontato: e questo non è per forza un male! Ad ogni modo la critica le ha dato il premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo.
Ora mancava solo l’album che finalmente è uscito il 19 marzo per Sugar (la stessa etichetta discografica di Bocelli). Il titolo dell’album è omonimo: ‘Madame’, nell’intenzione di una presentazione ufficiale. Ma cosa ci si doveva aspettare da questa presentazione? La sofferta introspezione “drama” dei primi singoli, o la strafottenza di tanti dei suoi featuring?
La risposta di ‘Madame’, ovviamente, è stata entrambe è nella sua risposta non è stata affatto neutra, anzi ha voluto toccare i due poli all’eccesso.
Pezzi così intimi che ci si sente in colpa ad ascoltarli
Così l’introspezione è stata estremamente intima: il tema della sincerità torna spesso nell’album (ad esempio uno dei brani si chiama Bugie e intona ossessivamente “basta dire bugie”). Addirittura, alcuni pezzi sono così intimi che quasi ci si sente in colpa ad ascoltarli, quasi non ci si crede. Tra tutti Mami Papi e Vergogna.
Il primo in particolare riporta al vecchio mood della disperata introspezione, forse perché, rivolgendosi ai genitori, Francesca esprime tutta la sua parte più infantile e vulnerabile, quella per cui l’abbiamo conosciuta.
Però anche il picco rap dell’album, Amiconi – freestyle, riesce bene nei contenuti, risultando un pezzo sincero e senza brutte intenzioni che va dal racconto di esperienze a una dichiarazione di intenti su quelle che sembrano le sue idee di amore e amicizia, nell’interscambiabilità di questi, e nel valore dell’affidabilità.
Il pezzo vincente
Sul fronte spaccone, il pezzo vincente è Clito, che anche grazie alla sua base fortissima è uno dei brani più dissacranti prodotti dal rap femminile italiano. Se alcuni pezzi rap sembrano scritti con…il pene (non trovavo un altro modo per dirlo!), Clito è scritto con la vagina: se gli uomini sparano, le donne hanno il grilletto. Senza tentare di spiegarlo, Clito è un brano così coatto che non si può non amare.
Con Clito, Baby, Babaganoush, Madame ce lo dice chiaramente: si è stufata di fare solamente la parte della depressa. Però con Vergogna, Tutti Muoiono, Mami Papi, Bamboline Boliviane, ci ricorda che lei non è i rapper con cui fa feautring: è Madame e sa essere sfrontata, sincera e malinconica meglio degli altri.
‘Madame’ ci presenta la Francesca Calearo artista per come è oggi, dopo due anni di rapidissimo successo, una pandemia in corso e una fase di crescita estremamente cruciale. È un album che passa da un picco all’altro, come la sua autrice: oltre al cantautorato, contiene il meglio dell’hip-hop, del rap e dell’autotune usato bene.
Madame in futuro potrà raggiungere dimensioni più particolari e più ricercate e con questo album ci ha ricordato che lo sa fare, che sa scrivere e usare le parole. Per ora la relazione con la scena rap è aperta e ci regala grandi soddisfazioni, quando salirà sulla cima e ballerà da sola, allora saranno grandi emozioni.
a cura di Miriam Petrini