In occasione della pubblicazione di McCartney III Imagined, la special edition del suo ultimo disco realizzato con la collaborazione di alcune celebrità della musica, “macca” si è reso disponibile ad uno scambio di messaggi su alcuni social network.
In particolare su Instagram Sir Paul McCartney ha dialogato con due tra i nomi presenti nel nuovo lavoro (St.Vincent e Ed O’Brien) e ha parlato del suo modo di scrivere le canzoni e del rapporto che lui ha con la fase dedicata alla composizione.
Queste alcune delle sue parole in ricordo di John Lennon:
Ci entusiasmava lavorare insieme. Io riempivo quello che mancava a lui e lui quello che mancava a me. Credo sia per questo motivo che non abbiamo scritto troppe canzoni insignificanti. Mi ricordo che una volta John ed io facemmo l’autostop per andare a casa di mia cugina Betty, a Reading (una cittadina inglese – NDR). Una volta giunti a destinazione ci rendemmo conto che c’era solo una camera per gli ospiti e io e John ci sistemammo lì senza troppi problemi. Passammo uquasi tutto il tempo a parlare di musica e a suonare una chitarra che avevamo portato da casa.
A proposito del suo modo di scrivere ha raccontato:
Spesso, quando ero con qualcuno e stavamo suonando, salutavo e me ne andavo con la mia chitarra e completavo la canzone in un secondo momento. Era tutto molto veloce.
Verso la fine il consiglio a chi scrive musica
Cercate di finire di lavorare alle canzoni prima di entrare in studio, risparmierete tempo e denaro, e il produttore vi ringrazierà. Uscite e sparate fuori il pezzo con tutta la vostra energia, anche se oggi non si lavora più in questo modo. Tuttavia, credo che sia una buona idea, perché se arrivi con la canzone già pronta, la maggior parte del lavoro è fatto e la fase di registrazione diventa un divertimento.
Paul ha quindi concluso:
Lavoro sempre a qualche accordo o a un nuovo giro di basso o un nuovo arrangiamento. Mi vedo sempre come uno studente di musica ed è questo quello che amo del mio lavoro: sono sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo. Mi sento come inseguito da una persona che, quando mi raggiunge, mi chiede cosa sto facendo. Io sono un musicista, un cantautore, questo è il mio lavoro e mi considero una persona fortunata perché è davvero un gran bel lavoro.