Musica

Paul Weller: “Cosa ne penso di Spotify? Penso che per gli artisti è una merda”

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John William “Paul” Weller è un cantante, chitarrista e compositore britannico, leader, in epoche diverse, dei Jam (1976-1982) e degli Style Council (1983-1989).

Paul Weller ha intrapreso la carriera solista dopo lo scioglimento di questi ultimi nel 1989. Nel Regno Unito è considerato un’istituzione nazionale in ragione del fatto che la maggior parte dei suoi testi prende spunto dalla cultura inglese ed è individuato principalmente come una star nazionale piuttosto che internazionale.

Weller (classe 1958) viene ricordato anche come la principale figura del movimento mod revival, ruolo in virtù del quale è soprannominato “The Modfather”. Nella sua carriera ha realizzato 15 dischi in studio, 5 dischi live e 5 antologie. Dall’album “22 dreams” (2008)  Paul si muove in una direzione maggiormente sperimentale, con sonorità folk, pop, elettroniche e soul.

Recentemente il musicista britannico ha dichiarato che non supporterà mai Spotify perchè non condivide il criterio utilizzato per pagare i musicisti. Ecco una sintesi delle sue parole pronunciate in un’intervista rilasciata al magazine Mojo:

Non sono per Spotify in alcun modo. È per il cliente. Pagate le vostre nove sterline ogni mese e ascoltate quello che volete ma per il musicista è una merda. È vergognoso. Per quanto mi riguarda Spotify mi ha pagato poco meno di 10.000 sterline (circa 11.000 euro) per 3 milioni di stream di “On Sunset”. Ok non sono poche ma non sono 3 milioni di sterline….. Qualunque stronzo abbia pensato che la musica dovesse essere gratuita era un mago del marketing perché quel genio non tornerà mai nella sua lampada.

Tuttavia, Paul Weller non il solo a pensarla in questo modo sul colosso svedese dello streming musicale. Infatti, secondo quanto riporta il magazine britannico NME, si sno espressi più o meno allo stesso modo artisti del calibro della cantautrice Nadine Shah, Tim Burgess, Ed O’Brien Radiohead) e altri. Anche i politici britannici stanno cercando di trovare una soluzione in quanto sono preoccupati dell’impatto economico che lo streaming musicale sta avendo su artisti, etichette discografiche e sull’industria musicale in generale.

Sull’argomento si è espresso anche Bjorn Ulvaeus (Abba) che ha confermato, in sostanza, il pensiero di molti musicisi: questi colossi penalizzano troppo i musicisti, che non guadagnano praticamente nulla.

— Onda Musicale

Tags: Abba/Paul Weller
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