MusicaRecensioni e Interviste

Nad Sylvan (cantante di Steve Hackett): “Lavorare con lui è la cosa più bella che potesse capitarmi”

Nad Sylvan è un cantante e cantautore prog rock svedese nato negli Stati Uniti d’America il 4 giugno del 1959. Attualmente è il cantante di Steve Hackett pur avendo mantenuto un’interessante carriera solista.

Figlio del tennista Hugh Wright Stewart e di Agnete Sylvan, mostra un forte interesse per la musica fin da bambino con una particolare attitudine per il canto, per il pianoforte e per le tastiere. Dopo aver attraversato le epoche del progressive rock e del punk rock, nel 1983 pubblica il singolo “Midnatt” (“Mezzanotte”), cantato in svedese.

Successivamente Nad Sylvan, al secolo Hugh Eric Stewart, collabora con “Hasse Carlsson and the Tectives” come secondo tastierista e cantante di supporto, per la sua prima vera esperienza di tour in Svezia. Fra il 1989 e il 1996 è impegnato nella ricerca di un suo stile personale come musicista e pubblica il suo primo disco nel 1995. Attualmente è il cantante di Steve Hackett.

Lo abbiamo contattato per realizzare questa intervista.

Chitarrista, cantante, musicista, compositore. Come si definirebbe Nad Sylvan oggi?

“Mi definirei Cantante, compositore, arrangiatore, produttore, performer, tastierista e chitarrista.”

Ti ricordi quando hai capito che saresti diventato un cantante?

“Lo ho capito nel periodo in cui la mia voce si ruppe, avevo 14 anni e avevo iniziato a scrivere canzoni pop.”

Quali artisti o gruppi ti hanno influenzato maggiormente nel tuo sviluppo professionale?

“Se stai parlando di un’età molto precoce, nella mia adolescenza ascoltavo molto i Deep Purple, gli Uriah Heep, Alice Cooper,
David Bowie, Steppenwolf ed Elton John. Man mano che crescevo, Yes, Genesis, Argent, ELP, Gino Vannelli, Al Jarreau, Chaka Khan,
Prince, Scritti Politti, Robbie Nevil. Ho perso interesse nella nuova musica quando è arrivato il grunge.”

Lavori con Steve Hackett da qualche anno ormai. Com’è lavorare con un musicista del suo alto calibro?

“Lavorare con Steve e con la sua band è bello. Lavorare con una delle mie fonti ispiratrici è più di quanto potessi mai sperare. La vita ha chiuso il cerchio in modo molto positivo in questo senso.”

Durante una tappa del Genesis Revisited Tour, ho avuto il piacere di assistere a uno dei tuoi concerti. La tua presenza scenica è incredibile e intensa e la tua voce mi ricorda (molto) quella di Peter Gabriel. Quanto rappresenta Gabriel per te?

“Ho un dono naturale con cui sono nato, da canalizzare e non da imitare. Alcune persone davvero sputasentenze e ignoranti mi hanno accusato in passato di provare troppo a suonare come Gabriel (come se loro lo sapessero?). Non ho mai “provato” nulla. Tendo a cantare le canzoni nel modo in cui le ho sentite.
E mi capita di avere una voce che porta una sorta di autenticità alle canzoni. Gabriel stesso (carriera solista) non ha mai fatto molto secondo me. Mi piacciono i suoi primi due album da solista.”

Hai fatto davvero molti dischi, alcuni da solo e altri con grandi musicisti. Puoi dirci qual è il segreto per essere ad un livello così alto? Quanto lavoro c’è dietro questo sucecsso?

“Non c’è nessun segreto. È puro talento, devozione e un lavoro molto, molto duro.”

Quando hai scoperto la tua passione per il prog?

“Avevo circa 16 anni quando ho scoperto i Genesis (in particolare il dico The Lamb Lies Down On Broadway) e questa scoperta mi ha portato ad approfondire e ad ascoltare maggiormente quel tipo di musica.”

Cosa pensi del prog in questo momento storico?

“Non sono sicuro di avere capito bene la tua domanda ma se intendi ciò che penso del progressive adesso ti rispondo che sento che ci potrebbe essere più musica che parla al cuore piuttosto di musica che prova a mostrare solo capacità tecniche.”

Il tuo nuovo album solista “Spiritus Mundi” è atteso nel 2021. Cosa rappresenta questo album per te?

“La mia voce. Grande poesia, belle melodie. Inoltre rappresenta il mio allontanamento dalla mia trilogia Vampirate che era molto più classic
prog style . Questo nuovo album è facile da ascoltare e abbastanza tranquillo. Come un cerotto per l’anima.”

Come hai vissuto questo blocco e qual è la tua previsione per il futuro della musica dal vivo?

“Mi è piaciuto molto stare a casa per un anno e vedere il mio giardino prendere vita di nuovo dopo l’inverno È una cosa che mi mancava dal 2012 a causa dei tour. L’isolamento in sé non mi ha mai davvero influenzato, dato che vivo in un luogo molto lontano, nella natura selvaggia. Ma non andare in tour significava che potevo dedicare il mio tempo a creare un nuovo album. Ed è quello che ho fatto. Comunque, sembra che noi (insieme a Steve Hackett e alla sua band ) riprenderemo il tour a settembre per una serie di sei settimane di spettacoli nel Regno Unito, poi alcuni spettacoli sparsi in Europa e in Scandinavia.”

Quali progetti hai per il futuro?

“Voglio continuare a percorrere la strada che sto già percorrendo.”

— Onda Musicale

Tags: Genesis, Steve Hackett
Sponsorizzato
Leggi anche
I Ghost presentano il videoclip “Il mio nome è la dignità”
Stefania Orlando, dopo il Grande Fratello Vip il video di “Babilonia”