Il duo di Brighton ritorna sulla scena musicale con uno scoppiettante mix di hard rock, rocking-blues e elettronca.
I Royal Blood sono tornati con il loro terzo album, Typhoons (Warner Records). Quattro singoli, con i loro rispettivi video musicali, hanno preceduto il nuovo LP della band britannica. La canzone Trouble’s Coming è uscita lo scorso 24 settembre. Typhoons e Limbo sono stati pubblicati rispettivamente il 21 gennaio e 25 marzo.
Nel nuovo disco il duo ha utilizzato una sua formula ben collaudata. Ha creato accattivanti melodie sospese tra rocking-blues e hard rock. A dominare tutte le tracce sono martellanti riff di basso e una possente batteria. Ancora una volta, questi elementi si sono rivelati vincenti, dando vita a un lavoro davvero interessante e godibile.
Typhoons dei Royal Blood, vecchia formula ma diverse novità
Typhoon mostra, tuttavia, una netta differenza rispetto i lavori precedenti dei Royal Blood. Si tratta della massiccia presenza di sonorità elettroniche e dance. In tutto l’album, infatti, Who Needs Friends e Boilermaker sono le uniche tracce che esulano da tale aspetto. Inoltre, sono gli unici brani che possono essere al 100% riconducibili ai Royal Blood più “classici”, specialmente quelli dell’omonimo album d’esordio del 2014. La struttura di queste due canzoni è costruita su potenti linee rock di basso che fungono da spina dorsale all’intero brano. Tutto, lì risulta lontano da qualsiasi ritocco elettronico.
Comunque, il nuovo disco mostra la capacità del duo britannico di creare un mix perfetto di generi diversi. Infatti, qui ci si trova solitamente di fonte a elementi dance e elettronici che si compenetrano perfettamente con le parti hard rock e rocking-blues del basso e della batteria. Tutto ciò avviene senza che nulla risulti forzato o furori posto. Inoltre, non si ha mai l’impressione che il tipico sound del gruppo e la natura originaria del loro progetto stati stati snaturati in alcun modo.
Oltre a questa netta svolta melodica, Typhoons introduce un’ulteriore novità nella discografia dei Royal Blood. Si tratta di All We Have Is Now, la prima ballad mai realizzata dalla band. È una composizione lasciata volutamente minimal. A farne da padroni sono la splendida voce del bassista e frontman Mike Kerr e un pianoforte. Anche quest’ultimo appare per la prima in un lavoro del gruppo. Il brano è una ballad che parla d’amore. Lo fa, però, con una nota amara, costantemente sottolineando la precarietà della vita.
Thyphoons, influenze e produzione
Typhoons è costellato da richiami ad artisti del mondo dance e elettronico. Il brano Limbo sembra addirittura rifarsi a un successo pop/ dance del 2019, Electrico Romantico ( Bob Sinclar Feat. Robbie Williams). Infatti, l’intro, il bridge e i chorus del brano dei Royal Blood risultano quasi nate da un lavoro di campionatura sulla hit del DJ e produttore francese. Inoltre, come sottolineato dal magazine musicale britannico New Musical Express (NME), altri espliciti riferimenti sono stati Daft Punk, Justice, Cassius, Goldfrapp, e Philippe Zdar, nome di spicco della scena house francese.
L’interesse dei Royal Blood per l’esplorazione di suoni più elettronici era abbastanza evidente anche nel loro precedente LP, How Did We Get So Dark?. I chorus di Lights Out e She’s Creeping e la parte del verso di Hole in Your Heart sono chiari esempi di questo. Nell’ultimo lavoro il duo britannico ha mostrato, però, una netta spinta verso tale direzione. Ciò è stato una sorta di presa di coscienza e anche un vero e proprio atto di coraggio da parte del gruppo.
A rivelarlo è stato proprio lo stesso Kerr, sempre a NME: “Il nostro secondo album è stato un cauto passo avanti mentre questo è un balzo in avanti molto sicuro e gioioso. Amo veramente quel disco (How Did We Get So Dark?) ma questo (Typhoons) non è stato creato nella paura. È stato creato partendo da un luogo molto più ispirato”.