Sembra passato molto più tempo, ma in fondo sono ''solo'' quattro anni, dal primo ''reale'' contatto avuto dal sottoscritto con il mondo del jazz al di fuori dei dischi, delle riviste e dei libri: era un ''colloquio'' (intervista è una parola grossa…) con il pianista Dino Rubino, in occasione di una delle due serate organizzate a Modena, nel luglio 2012, in favore dei terremotati dell'Emilia-Romagna, duramente colpiti dagli eventi sismici del maggio precedente.
E da emiliano d'adozione, modenese d'adozione, il tema mi è particolarmente sensibile. In questi sette anni, cioè dal terremoto dell'Aquila dell'aprile 2009, passando appunto per l'Emilia-Romagna e in ultimo – in ordine di tempo – il terremoto che ha colpito il Centro Italia, anche la ''macchina'' del jazz ha cominciato a prendere maggior forma in relazione a questi eventi.
Proprio lo scorso anno, di questi tempi, mi ritrovavo in altri lidi a scrivere di ciò che di importante sarebbe stato fatto all'Aquila con la imponente maratona del 6 settembre, con l'associazione MIDJ (Musicisti Italiani di Jazz) ad orchestrare. Anche quest'anno si era pronti a bissare, ma i fatti di Amatrice e delle altre zone interessate dal sisma dell'agosto scorso hanno – legittimamente – spostato l'attenzione su quello che di più urgente richiama alla corsa alla solidarietà. Ed il jazz, con molti dei suoi protagonisti, ancora una volta, non è rimasto con le mani in mano.
Con ''Il Jazz Italiano per Amatrice – e per gli altri territori colpiti dal sisma'' si è data un'ulteriore prova di come si possa fare rete solidale e culturale lungo lo Stivale. Ed anche Modena, ovviamente, non è mancata all'appuntamento.
Recita il comunicato ufficiale degli ''Amici del jazz'' di Modena, associazione in questo caso coadiuvata a vario titolo dal Comune di Modena, Casalgrandi Strumenti Musicali, Apostoli del Jazz, Modena Amore Mio, Centro Musica: ''Il Contributo ricavato (frutto di offerte libere, ndr) andrà tramite l'associazione I-Jazz alla ricostruzione del Cinema Teatro ''Giuseppe Garibaldi'' di Amatrice, luogo simbolo della cultura e della ricostruzione del tessuto sociale di uno dei centri storici distrutti dal sisma''. Alla fine, a conti fatti, pubblico numeroso e generoso e €1.745,65 che saranno destinati per il progetto di cui sopra.
Sul fronte musicale, nel corso di questa lunga serata ospitata dal Caffè delle Passioni di domenica 4 settembre, non sono di certo mancati i momenti godibili. A partire da chi ha avuto modo di aprire la serata, ovvero la giovane cantante modenese Lucia Dall'Olio, dotata di un timbro maturo e disinvolto che l'ha portata a districarsi con sapienza tra profumi ellingtoniani e brasiliani (piuttosto efficace la ''Desafinado'' del duo Jobim-Mendoça); per poi entrare nel vivo della serata con una formazione capeggiata dal sassofonista ''esiliato'' in Olanda Francesco Amenta e dal trombettista Valerio Renzetti, i quali hanno dato prova di buona fluidità ed intesa; e con il gran finale affidato ad un sempre in forma Carlo Atti.
"Siate folli. Siate affamati". Questa è un'espressione che resterà negli annali della storia dell'umanità. Altri non è che un frammento di un discorso pronunciato da Steve Jobs presso la Stanford University. Con queste poche parole, l'inventore della Apple, ci suggeriva che nella vita bisogna avere sempre la forza di inventarsi e reinvetarsi, di lottare e di essere appunto "affamati". Non era solo una esortazione al fare sempre di più, ma anche una consapevolezza che purtroppo in questa vita non siamo eterni ed è bene saper affrontare ogni cosa come se fosse l'ultima.
La vita di Steve Jobs si è spenta forse fin troppo presto, a causa di una terribile malattia; ma la vita è fugace, fulminea e non ci dirà mai ciò che ci aspetta: bisogna cogliere l'attimo, perché quest'ultimo è "fuggente", diceva il titolo di un famoso film. Non bisogna andare troppo oltre per capire la caducità della vita umana, basta ritornare con la mente alla notte tra il 24 e il 25 Agosto scorso, quando un terremoto di magnitudo 6.0 ha stroncato quasi 300 vite umane nel Centro Italia.
Ed il jazz c'è.
(di Carmelo Sardo per www.traccedijazz.it – link)