L’artista parte dalla vibrazione del suono e approda alla pittura.
Sabato 31 luglio si apre con un vernissage alle ore 19.30 la prima mostra di Alberto Nemo, “Nemosegni” presso il Salotto letterario della comune artistica “Dimora” di Rovigo.
Nel suo instancabile lavoro di ricerca e di “restauro” delle arti, Alberto Nemo, noto cantautore italiano di origine rodigina, partendo dal suono e dalla vibrazione ha voluto rispondere al richiamo della pittura intesa come gesto nello spazio.
Le arti si cercano: la parola chiama la musica che immediatamente fa scaturire l’immagine. L’artista vero si fa strumento di questa via di conoscenza e non si fa influenzare dalle varie produzioni artistiche.
I Nemosegni sono presentati, nel catalogo curato dal progetto Mayday di Mauro Mazziero, dal pluripremiato scenografo Premio Oscar Dante Ferretti che ha così commentato le opere di Alberto Nemo:
Il disegno ha avuto un ruolo primario nella mia vita, è stato lo strumento che mi ha permesso di portare nel mondo reale i miei sogni e gli entusiasmi di bambino, Amo l’arte del Novecento perché ha mostrato come la forza del segno riesce ad avere un suo linguaggio e una valenza emotiva pari a quella dell’arte antica. Mi piace essere circondato dalla forza evocativa e sempre rinnovata dei segni del Novecento, da quell’arte astratta che comunica allo spirito di ciascuno di noi sensazioni che vanno oltre la narrazione delle parole. Proprio in questa direzione vanno i “Nemosegni” di Alberto Nemo, una sorta di materializzazione del suono della sua voce nell’aria. Sono realizzati con un’unica pennellata di colore puro, come nuvole in un cielo magico. Forse questi dipinti non li ha fatti Alberto Nemo, ma lo stesso misterioso autore di certi fantasmi colorati che scorrazzavano nei miei sogni di bambino.”
Come ebbe a scrivere Leonardo nel suo “Trattato della pittura”, il riferimento deve essere la natura in tutti i suoi aspetti e non le elaborazioni che altri pittori ne hanno fatto nel tempo.
Con questo rigore morale e professionale, Alberto Nemo si fa voce e mano di una dimensione sottile ma totalmente naturale ed umana in cui, attraverso il filtro dell’essenzialità (Nemizzazione), manifesta il nucleo ancora caldo della materia creativa. Dalla bocca aperta del Budda esce il silenzio che crea lo spazio in cui si potrà ascoltare la parola. Nella finestra del foglio bianco si muove il gesto di Nemo che da forma allo spazio dove compare l’immagine. La sua energia si immette nel vuoto come forza creatrice e dà forma alle fiabe danzanti nascoste nel nostro spirito antico. Il suono di Alberto Nemo si fa scia vivente e attiva la scintilla vitale che si accende nel deserto dell’abitudine.
La mostra sarà aperta al pubblico fino a venerdì 3 settembre.