L’importanza della musica classica è innegabile sia nell’ambito rock che in quello più estremo del metal, ovviamente sono da tenere in conto tutte le sfaccettature dei due generi, dato che sono stati ripresi dei giri o delle ispirazioni a piene mani.
Compositori come Niccolò Paganini, Wolfgang Amadeus Mozart, Antonio Vivaldi, Ludwig van Beethoven, Tchaikovski, Johann Pachelbel sono alcuni dei nomi principali le cui opere sono spesso state riproposte dai virtuosi della chitarra (molti shredder come ad esempio Yngwie Malmsteen) o, comunque, dagli esponenti del cosiddetto neoclassical metal.
Un altro dei nomi è senz’altro quello di Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) a cui viene subito collegata la famosissima Suite per liuto n°1 BWV 996 che è stata riproposta anche con la chitarra classica.
Tra le versioni più famose e memorabili di questa immortale suite, vi è senza dubbio quella degli albionici Jethro Tull guidati da Ian Anderson.
La “Bourée” è dunque contenuta nel secondo album del gruppo progressive rock inglese “Stand Up” del 1969 ed è, ovviamente, tutta strumentale.
Questa versione esalta in particolar modo la tecnica e la capacità d’improvvisazione al flauto del frontman Ian Anderson ed al basso di Glenn Cornick che lascerà la band l’anno dopo.
Stando ai racconti di Anderson, pare che neanche lui l’abbia mai sentita tutta per intero, ma che abbia preso ispirazione da un suo vicino di casa che continuava a provare a suonarla con la chitarra. Dato che si ricordava solo una parte continuava a ripetere quella perché non sapeva come andare avanti.
Da ricordare che, anche se i Jethro Tull non esistono ufficialmente più, il repertorio della band viene ancora portato in giro dall’inarrestabile Ian Anderson come testimoniato qui (leggi l’articolo). Da ricordare che l’ha suonata anche con la PFM.
Di seguito vi riportiamo qui il link per la versione originale di Bach e qui quella dei Jethro Tull. Quale preferite tra le due?
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