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Cream e la genesi del leggendario brano “White Room”

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Cream - Photo Credits: rrmnet.com/ LFI/ Abacapress.com

White Room è la canzone d’apertura del terzo lavoro discografico del gruppo, Wheels of Fire. È nata da un’idea di Jack Bruce e Pete Brown.

White Room uno dei singoli più conosciuti del gruppo britannico Cream. È la canzone d’apertura del terzo lavoro discografico della band, Wheels of Fire (1968, Polydor Records/ Atco Records).

Il brano vede alla voce e al basso Jack Bruce. Eric Clapton e Ginger Baker, invece, si occupano rispettivamente di chitarra e batteria e timpani. La traccia vanta anche la presenza del produttore del gruppo, Felix Pappalardi. Quest’ultimo si cimenta, infatti, nella viola, oltre che nella produzione del singolo.

La genesi di White Room dei Cream

White Room è frutto dal genio creativo di Bruce. L’idea nasce grazie a un suggestivo viaggio in Francia che lui stesso compie. Un viaggio che effettua in sella a una bici.

Inoltre, il leggendario chitarrista statunitense Jimi Hendrix e la sua musica hanno un ruolo decisivo nell’ideazione della traccia. Nel 1997, parlando con il giornalista statunitense Jim Clash, infatti, Bruce afferma:

L’ispirazione per la musica è nata da un incontro con Jimi Hendrix e il suo approccio nel suonare. Infatti, è venuto a una sessione di registrazione di quella canzone (White Room), a New York, e mi ha detto ‘vorrei saper scrivere qualcosa come questo’. Io ho risposto, ‘ma si ispira a te!’”.

Hendrix non influenza solo Bruce

Nemmeno il vc sound che Clapton sviluppa con la sua chitarra per White Room non esisterebbe senza il musicista statunitense. Infatti, il caratteristico timbro che la chitarra assume nel brano è dovuto al pedale wah-wah. Uno strumento che Clapton comincia ad apprezzare proprio grazie alle creazioni del collega americano.

Le sedute di registrazione di White Room si tengono in un primo momento a Londra, nel luglio del 1967. Contemporaneamente i Cream lavorano pure alle altre tracce di Wheels of Fire. Nel dicembre dello stesso anno la produzione del nuovo album si sposta agli Atlantic Studios di New York City. Qui, la band riprende in mano White Room in più occasioni nel corso delle sessioni di febbraio, aprile e giugno.

Il testo

L’elaborazione della parte strumentale di White Room non va a pari passo con quella del testo. Quest’ultimo viene sviluppato in un momento successivo. Le parole sono frutto del talento di Pete Brown, un poeta e produttore discografico inglese.

Brown, in un’intervista del 2018 al programma tv olandese Top 2000 à Go-Go, racconta proprio qual è stato il processo creativo. Quando partono i lavori di produzione della traccia, lo scrittore ha già collaborato in precedenza con la band. Ad esempio, vi è stato il suo contributo in I Feel Free, Sunshine Of Your Love e SWLABR, tutte canzoni contenute nell’album Disraeli Gears (1967, Reaction Records/Atco). A contattarlo inizialmente è stato Baker. Poi, però, la collaborazione coi Cream è continuata per via della grande sintonia creativa instauratasi tra lui e un altro membro del gruppo, Bruce.

Tutto ciò porta Brown a essere colui che viene coinvolto anche per White Room. In questo caso, lo scrittore entra in scena quando Bruce ha già elaborato una versione grezza della parte strumentale. Lo scrittore e il bassista/ frontman cominciano allora a sviluppare alcune bozze del testo. Nessuna di queste, però, riesce a soddisfarli pienamente.

Come viene riportato dal sito Songfacts, una delle prime idee dello scrittore si concentra su una “ragazza hippie in grave pericolo“. Le trova anche un titolo: Cinderella’s Last Goodnight. Tale proposta, però, si scontra presto con l’opposizione di Bruce.

L’idea definitiva

La situazione finalmente si sblocca quando Brown si ricorda di una sua poesia. Tuttavia, anche in questo caso c’è un problema: è troppo lunga. Infatti, è originalmente concepita come “una poesia di 8 pagine“. Decide, quindi, di “ridurla ad una pagina” e il gioco è fatto.

In un’intervista al sito Soundfacts, Brown si dilunga sul significato della sua opera. Lo scrittore spiega:

Era una cosa contorta su una relazione in cui mi trovavo e su come stavo in quel momento. Era una sorta di periodo spartiacque, veramente. Era un po’ di tempo prima che smettessi di essere un barista e diventassi un autore di canzoni, perché ero un poeta professionista, sai. Mi cimentavo in letture di poesie e mi guadagnavo da vivere con quello. Non guadagnavo moltissimo, e poi mi è stato chiesto da Ginger e Jack di lavorare con loro e allora ho iniziato a guadagnare un po’ di più”.

E ancora:

Mi trovavo in questa sorta di periodo di transizione dove vivevo realmente in questa stanza bianca e stavo tentando di riuscire ad accettare diverse cose che stavano succedendo. È un posto dove mi sono fermato, ho smesso di prendere qualsiasi tipo di droga e bevanda alcolica, in quel periodo nel 1967, come risultato dello stare nella stanza bianca. Quindi è stato una sorta di periodo spartiacque. Quella canzone è come una sorta di strano e piccolo film: cambia prospettiva continuamente. Questo è forse il motivo per cui ha continuato ad essere ascoltata – ha una sorta di mistero in sé”.

Una canzone problematica

La strada di White Room, nel suo primo periodo di vita, non è priva di ostacoli. Prima di tutto, la stessa casa discografica dei Cream non è del tutto convinta di come è stata sviluppata. Ha paura, infatti, che possa rivelarsi non sufficientemente appetibile a livello commerciale.

Sempre durante la precedentemente menzionata chiacchierata con Clash, Bruce infatti racconta:

(White Room) è una sintesi di varie cose e non è una sequenza di accordi completamente originale. È il modo in cui inseriamo certi elementi nel tempo che la rende originale. Ho avuto problemi con la casa discografica perché l’intro era in 5/4 e per quelle seconde inversioni sospese di accordi. Non pensavano che avrebbe avuto successo”.

Per di più, la critica inizialmente non sempre accoglie positivamente il brano. Ad esempio, la rivista Rolling Stone nella sua prima recensione è piuttosto critica. Anzi, ne sottolinea la somiglianza con una precedente canzone dei Cream, Tales Of Brave Ulysses (Disraeli Gears). Questo è forse uno dei motivi per cui soprattutto Clapton spesso eviterà di proporla live.

— Onda Musicale

Tags: Eric Clapton/Jimi Hendrix/Cream/Ginger Baker
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