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George Harrison: “All Things Must Pass” ritorna in classifica dopo 50 anni

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Per la prima volta dal 1971, il classico album di George Harrison “All Things Must Pass” è tornato nella top ten della classifica Billboard 200. È entrato al numero sette dopo la sua riedizione per il 50° anniversario.

E’ uscita la outtake di uno dei brani contenuti nell’album, “Isn’t It a Pity”. Il brano appare in due diverse versioni nel triplo album originale.  Il brano esce con un video musicale animato da Gary Sullivan, Frankie Principe, Craig Speakman, Geoff Kirk-Smith, Matt Wilson ed Elliot Stronge.

George Harrison era particolarmente affezionato a All Things Must Pass, il triplo LP del 1970 che pubblicò mesi dopo che il gruppo era ufficialmente imploso.

Per il cinquantesimo anniversario – che è caduto nel novembre 2020 – All Things Must Pass sta per essere riedito nella versione più ricca di sempre. Oltre a un remix, la 50th Anniversary Edition (uscito il 6 agosto) includerà ben tre dischi di materiale inedito. Il primo include le 15 canzoni suonate da Starr e Voormann quel giorno di maggio; il secondo le demo del solo Harrison di altri 15 brani,

Ecco le parole di George Harrison pronunciate qualche anno dopo la pubblicazione

È stata davvero una bella esperienza fare quell’album – perché ero davvero un po ‘paranoico, musicalmente. Ricordo che avevo amici e persone in studio e di aver pensato, ‘Dio, queste canzoni sono così ‘succulente’… Le suonavo e loro dicevano, ‘Wow, sì! Bella canzone! “E io rispondevo:” Davvero? Ti piace davvero? ‘ Allora mi sono reso conto che andavano bene. ”

E poi c’era George, che espirò profondamente, si stirò e prosperò. “Avevo così tante canzoni pronte che volevo davvero fare, ma ottenevo solo la mia quota di uno o due brani per album”, ha detto  al Dick Cavett Show nel 1971, riferendosi a quel periodo sempre più teso, dal White Album attraverso i travagliati Let It Be e Abbey Road, quando ciascuno dei tre principali cantautori della band si era così attaccato alle proprie visioni individuali che iniziarono a vedersi l’un l’altro nella stanza come ostacoli.

Dato il suo studio, la sua tela e il suo spazio, Harrison ha fatto ciò che nessun altro Beatle solista ha fatto: ha cambiato i termini di ciò che poteva essere un album. Gli storici del rock definiscono All Things Must Pass come il primo “vero” triplo album nella storia del rock, ovvero tre LP di materiale originale e inedito; l’LP del concerto di Woodstock, uscito sei mesi prima, è l’unico spoiler antecedente.

All Things Must Pass  esce il 27 novembre 1970 ed è un trionfo. Esattamente come previsto da Spector, la critica va letteralmente in estasi – abituata com’era ad ascoltare solo due brani di Harrison per disco e  quindi si trova di colpo ad un pasto di 23 porttate, 23 tracce che non sembrano stancare mai.

Stilisticamente, l’opera riflette l’influenza delle attività musicali di Harrison con artisti come Bob Dylan, The Band, Delaney & Bonnie e Billy Preston durante il periodo 1968-70.[1] Inoltre, All Things Must Pass introdusse il caratteristico sound di Harrison, con le sonorità della chitarra slide in evidenza in molti brani, e le tematiche spirituali.

(fonte videomuzic.eu)

— Onda Musicale

Tags: The Beatles/George Harrison/All Things Must Pass
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