“Emily tries but misunderstands, ah ooh/She often inclined to borrow somebody’s dreams till tomorrow/There is no other day/Let’s try it another way/You’ll lose your mind and play/Free games for may/See Emily play”.
Queste le parole di “See Emily Play”, il singolo d’esordio dei Pink Floyd, assieme a “The Scarecrow”. Entrambi i pezzi sono stati incisi nell’estate del 1967 all’alba del loro primo disco, “The Piper at the Gates of Dawn”. Disco da cui fuoriesce tutto il folle genio creativo di Syd Barrett.
Abbiamo già parlato (leggi l’articolo) del significato di questa canzone, ma soffermiamoci un momento tra le cover di cui quest’ultima è stata oggetto. Tra le più famose risalta quella di David Bowie, il Duca Bianco, che ha voluto rendere onore all’opera prima dei connazionali Pink Floyd nel suo album “Pin Ups” del 1973.
L’album è famoso, oltre che per l’iconica copertina in cui Bowie sfoggia il suo celebre trucco, per le altre cover contenute in esso come “I Can’t Explain”degli Who e “Sorrow” del duo The Merseys La sua versione mantiene, ed esalta ancora di più, la psichedelia a cui viene aggiunto un maggiore coro, deliri pianistici e le parole vengono ridotte all’osso per lasciare più spazio agli strumenti della band. Davvero ben fatta.