La Torino della cultura, la Torino della Rivoluzione Industriale all’italiana, la Torino operaia. Non è difficile pensare che specialmente qui, come in altre città italiane, abbia attechito il seme del genere vapor.
Oramai da settimane Onda Musicale si è messa alla ricerca delle tracce digitali lasciate dal genere vaporwave, la prima estetica nata sull’Internet.
Nel continuo andirivieni digitale abbiamo così conosciuto il gruppo di Vaporwave torino トゥーリン, gruppo conosciuto dagli addetti ai lavori.
“Vapore tanto vapore, più che vapore, tanta nebbia che diventerà vapore”
Gli admin sono un duo di millennial della provincia del torinese. Lui operaio sulla trentina, lei impiegata sulla venticinquina.
Fin da subito i ragazzi decidono di definirsi “operatori” anziché admin, in omaggio al celebre gioco Ingress.
Per i due ogni città ha qualcosa di particolare che le contraddistingue: dal dialetto alla cronaca, dall’architettura alla politica. Tutte queste particolarità possono essere trasformate in soggetti vaporwave.
E’ forse una questione di “rappresentanza”. O forse un desiderio di mettere in luce aspetti delle nostre società che difficilmente potrebbero essere risaltati se non fossero visti sotto l’estetica dell’Internet.
“Immaginate un cantiere aperto, – invitano gli operatori – pieno di tante idee meravigliose che, col senno del poi, non diventano fattibili e vengono compensate con altre, più fattibili, ma ridondanti… Immaginate ora una città che ancora oggi non vuole risvegliarsi dal “sogno olimpico” utopistico del 2006: Ecco a voi Torino, una città dal corpo di metallo, ma dal cuore sognante.”
Per il gruppo di Torino la vaporwave rappresenta qualcosa di più profondo della punta dell’iceberg a cui spesso viene relegata.
“Ormai viviamo in un’era dove tutto ha un prezzo – spiegano – persino i nostri sogni e le nostre certezze, che prendono corpo solo in una “nube di vapore“.
La Vaporwave, dapprima un pot-pourri di arte grafica con richiami anni 80-90, divenne ben presto protagonista nell’ambito musicale.”
E mantenendo i suoi principi, irrompe nell’ambito musicale in un modo peculiare: dal basso, anonimamente, come tutto ciò che nasce sull’Internet. La critica del genere affiora anche in questo fenomeno.
Sono musicisti che “in genere si auto-promuovono attraverso Soundcloud, Bandcamp, Youtube, Tumblr, Reddit e Facebook (solo ultimamente Instagram e Twitter) o tramite i vari social network di community vapor/retrowave (Un esempio è il canale youtube Artzie Music).
Esistono addirittura delle etichette discografiche per questo genere musicale (Dream Catalogue è la più famosa).”
Il significato è semplice: permettere la libertà di condivisione di tracce ormai dimenticate e “rispolverate”, spesso e volentieri con la tecnica “chopped and screwed” e/o con uso di campionamenti synthpop, ambient, lounge e jazz.
“Seppure il genere non sia facile ascolto e spesso non capito (“come le artwork Vaporwave”), – dicono gli operatori – è possibile notare dei riferimenti alla vapor che in qualche modo hanno ispirato la scena pop di oggi…”
Entrando nel merito della musica, chiediamo dei consigli su cosa ascoltare.
“Prima della musica, se masticate bene l’inglese, vi consigliamo di vedere questo documentario (a suo tempo già descritto da Onda Musicale qui n.d.r.). E’ interessante anche notare come lo Seapunk (sotto-genere della vaporwave n.d.r.) abbia influito sulla scena musicale mainstream, come descritto dal video di Vox.
Se siete curiosi di ascoltare questo genere musicale con le sue sfaccettature, vi consigliamo di ascoltare gli italianissimi Boom.Bo, Tassony, Quadrato X, bl00dwave, infector, Jolly Mare e Android Apartment. Se volete invece ascoltare qualcosa di internazionale, vi consigliamo HOME, BLANK BANSHEE, Saint Pepsi, The Midnight, Macross 82-99, Abelard, Emil Rottmayer, Unitra Telan Devik, Mitch Murder.
Infine, vi consigliamo di visitare Vaporwave Naples, In Nome del Pop italiano, Vaporwave Italy, Fintage, Vincenzo Salvia.“
Ultimamente il gruppo si è allargato al profilo Instagram: “é stato comico perché con amici ci stavamo scambiando i contatti Instagram e io – dice uno dei due – ero l’unico che non c’è l’aveva. Alché su Instagram oltre al mio profilo è nato quello di Vaporwave Torino.”
Il profilo è raggiungibile a questo indirizzo.
Michele Venuti – Onda Musicale
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