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Le migliori cover degli Everly Brothers

cover Everly Brothers

Phil e Don Everly – The Everly Brothers – rappresentano decisamente il duo musicale più influente della storia della musica contemporanea internazionale.

Il loro nome può suonare sconosciuto alle ultime generazioni, ma certamente non è sconosciuta la loro musica. La musica rock di oggi ripercorre sonorità e paesaggi musicali che attingono a piene mani al repertorio degli Everly Borthers. Molti sono anche i musicisti che hanno apertamente incluso nel proprio repertorio cover di brani storici dei fratelli del folk.

La morte recente di Phil Everly è il pretesto per fare una panoramica sugli omaggi e le migliori cover degli Everly Brothers da parte di musicisti e band contemporanee. La carrellata che vi presentiamo parte dai suggerimenti proposti da USA Today che ha stilato la propria classifica delle migliori cover degli Everly Brothers.

All I’ve got to do (Dream) – R.E.M

All I’ve got to do is Dream è un brano scritto dai coniugi Felice e Boudleaux Bryant. Fu portato al successo nel 1958 come singolo dagli Everly Brothers. Il brano compare alla 142° posizione della classifica Rolling Stone dei 500 migliori brani di successo di tutti i tempi. Nel 2004 è stato insignito del Grammy Hall of Fame Award. Molti artisti si sono cimentati, poi, nella reinterpretazione del brano. Si ricordano Andy Gibb, Richard Chamberlain, Clen Campbell, The Corrs, Cliff Richard che lo ha eseguito con lo stesso Phil Everly. In Italia, il brano fu tradotto con il titolo “100 volte lei” e inciso nel 1970 da Giuliano Iliani. La versione cover più fedele e allo stesso tempo originale è, però, quella realizzata dai R.E.M. Una perla che non toglie nulla all’originale.

Bye Bye Love – Ray Charles

La canzone è stata composta nuovamente dalla coppia Boudleaux-Bryant e fu edita dagli Everly Brothers nel maggio 1957 come singolo per la Cadence Records (numero di serie 1315). E nuovamente il brano fu giudicato tra i primi 35 migliori brani country e come 210° miglior brano in assoluto. Raggiunse la seconda posizione della classifica Billboard Hot 100 e prima in tutte le più prestigiose classifiche statunitensi. Risultati importanti in classifica furono raggiunti anche nel Regno Unito (6°), nei Paesi Bassi (4°) e Germania Ovest (15°).

Il brano conta infinite cover. Per primi i Beatles che eseguirono molte cover degli Everly. Durante le Get Back sessions, i Beatles registrarono Bye Bye Love il 25 gennaio 1969 e comparirà nell’album pubblicato un anno dopo con il titolo di “Let it be”. Nelle Get back Sessions, il brano compare tra I lost my Little Girl (prima composizione di Paul McCartney) e For You Blue (di George Harrison).

Tre le oltre 50 cover di Bye Bye Love la più nota è quella di Simon and Garfunkel edita nell’album del 1970 Bridge over troubled water, ma qui vi proponiamo quella suggestiva e potente di Ray Charles del 1962.

Wake up Little Susie – Simon & Garfunkel

Simon & Garfunkel hanno realizzato diverse cover degli Everly Brothers. Tra quelle degne di nota – dopo Bye Bye Love – si ricorda Wake up Little Susie, del 1982. Il brano fu scritto dalla coppia Boudleaux-Bryant ed edito dal duo folk nel 1957 e contenuto nell’eponimo album. Altri artisti che hanno pubblicato la cover di questo brano sono Evan And Jaron, Alvin and the Chipmunks e Donny Osmond.

Love hurts – Rod Stewart

Scritta dalla penna d’oro della coppia di cantautori Boudleaux-Bryant, Love hurts fu edita dagli Everly Brothers nel luglio del 1960. Stranamente, però, il successo internazionale arriva nel 1974 proprio con una cover della rock band scozzese dei Nazareth e nel 1975 raggiunse la top 5 nel Regno Unito con la versione di Jim Capaldi.

Anche in questo caso il numero di cover del brano è oltre 50 da Roy Orbison – l’anno successivo la pubblicazione degli Everly – fino a Cher. La versione ballad di Rod Stewart è però tra quelle più autentiche rispetto all’originale, meno potente rispetto a quella più nota dei Nazareth, ma appunto, più autentica e fedele allo spirito Everly.

Crying in the rain – A-ha

Il brano fu scritto da Howard Greenfield e Carole King, in una loro unica quanto rara collaborazione. Fu originariamente registrato e pubblicato dagli Everly Brothers nel 1962. È un brano insolito, una ballad malinconica nel testo ma che gli Everly hanno reso con un ritmo quasi allegro e divertito.

Nel 1990, la band norvegese a-ha pubblica questo brano come singolo dell’album East of the Sun West of The Moon e raggiunge i primi posti in classifica in Germania, Norvegia e Regno Unito. L’allora manager del gruppo, Terry Slater, era stato il bassista degli Everly e co-autore del brano Bowling Green. La prima volta che gli a-ha assistettero a un concerto degli Everly Brothers fu il 23 settembre 1983 al Royal Albert Hall. Accompagnati proprio dal loro manager, fu anche l’occasione per incontrare il duo e sigillare un durevole sodalizio trans-generazionale che ha portato il gruppo norvegese a scegliere “Crying in the rain” come singolo per il loro 4° album. È una delle cover più “fedeli” all’originale mai realizzata, ma allo stesso tempo riporta l’impronta distintiva del sound degli a-ha.

Sleepless Nights – Eddie Vedder

Torna il duo Boudleaux- Bryant per la stesura del testo. I fratelli Everly pubblicarono il brano nel 1960. Nelle cover successive, l’arrangiamento di base è sempre rimasto fortemente riconoscibile anche in questa versione di Eddie Vedder, il front man e autore principale dei Pearl Jam. Annoverato tra gli esponenti più rinomati della musica grunge, Eddie Vedder solista ha reso il suo tributo allo storico duo della musica rock e folk contemporanea. Memorabile la sua versione di Sleepless Nights con l’ukulele.

Long Time Gone – Norah Jones e Billie Joe Armstrong

Foreverly è indiscutibilmente un disco tributo ai fratelli del folk rock. L’album è stato realizzato nel 2013 dall’inedito duetto composto da Norah Jones e dal cantante dei Green Day, Billie Joe Armstrong. Il titolo è la crasi di “forever – per sempre” e “Everly” in riferimento agli Everly Brothers. L’album è una collezione di brani reinterpretati e tratti dall’album degli Everly del 1958 “Songs our Daddy Taught us”.

Long Time Gone è stata scelta come singolo e pubblicato nell’ottobre 2013. È la prova che anche le nuove generazioni quando entrano in contatto con la musica degli Everly non possono fare a meno di identificarvisi. Come Billie Joe dichiarò alla stampa: «Ho incontrato Norah durante una sessione con Stevie Wonder e la sua band. Rispetto agli Everly Brothers … ho ascoltato l’album per la prima volta un paio di anni fa [2010 n.d.a.] e ho subito pensato che fosse bellissimo. Lo ascoltavo tutti i giorni dalla mattina. Ho pensato che sarebbe stato bello rifare l’intero album perché pensavo che fosse troppo poco conosciuto. Volevo anche cantarlo in coppia con una donna sia per l’armonizzazione che per dare all’album un respiro e un significato diverso e più ampio rispetto alle stesse canzoni cantate da due fratelli. Allora mia moglie mi dice: “Perché non lo proponi a Norah jones?”, beh! Che dire dopo la jam session in comune con Stevie Wonder potevo dire di conoscerla. L’ho chiamata e lei ha accettato. A ripensarci ora, continuo a pensare che è stato come un appuntamento al buio». Il risultato di questo appuntamento al buio è l’emozionate singolo “Long Time Gone”.

Stick With Me – Robert Plant e Alison Krauss

Proprio come l’inedito duo tra Norah Jones e Billie Armstrong, gli Everly Brothers sono il punto di incontro di un altro duo sorprendente: il rocker Robert Plant e la cantante blue-grass country Alison Krauss. Anche loro hanno realizzato un album di cover “Raising Sand” edito nel 2007, tra cui compare la suggestiva Stick with me Baby. L’album ha ottenuto numerosi riconoscimenti: album dell’anno 2008 e Grammy Award 2009. L’album è stato ampiamente acclamato nel 2007 dalla critica che elogiò in particolare la “magica deliziosa armonizzazione vocale di questo improbabile duo”.

L’improbabile duo torna nel 2021 con un nuovo progetto “Raise the Roof” per bissare il successo di “Raising Sand”. Intanto, è sempre un piacere riascoltare la canzone che ha reso possibile tutto questo:

— Onda Musicale

Tags: Rod Stewart, Eddie Vedder, Robert Plant, Billie Joe Armstrong
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