Musica

Addio a Bob Cranshaw, veterano del Jazz

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So Long, Bob Cranshaw. A quasi 84 primavere prende congedo illimitato il veterano Bob Cranshaw, uno dei più grandi bassisti della storia del jazz, che salutiamo con reverente ammirazione anche dalle nostre colonne.

 Compagno di lunghissima data di Sonny Rollins, certamente, ma soprattutto protagonista di centinaia d’incisioni fondamentali che affastellano le nostre collezioni.

“È con enorme dispiacere che condivido con tutti voi la notizia che il mio patrigno Bob ci ha lasciati ieri. È morto in pace e senza soffrire, nella sua casa di Manhattan, attorniato dalle persone che amava – si legge nella nota della famiglia che aveva lanciato un Crowdfounding per sostenere le ingenti spese mediche necessarie a curare il tumore – Tutta la famiglia è grata a tutti voi che avete contribuito a questa campagna e avete mandato sul nostro cammino amore e “good vibrations”… Siamo sopraffatti dall’affetto ricevuto nelle ultime 24 ore e ci scusiamo se non saremo in grado di rispondere singolarmente e direttamente a tutti quanti. Abbiamo bisogno di un po’ di tempo per elaborare questo lutto.”

Compagno di lunghissima data di Sonny Rollins, certamente, ma soprattutto protagonista di centinaia d’incisioni fondamentali che affastellano le nostre collezioni, sia al basso elettrico che al contrabbasso, frequentatore assiduo dello Studio di Rudy Van Gelder e protagonista attivo del periodo aureo della Blue Note, e poi, soprattutto, in una nutritissima teoria di partnerships con i grandi titani del jazz, da Oscar Peterson a Grant Green, da Ella Fitzgerald a Lee Morgan, da Dexter Gordon a Joe Henderson, da Thelonious Monk a Paul Bley, da Coleman Hawkins a Wayne Shorter, Hank Mobley, Stanley Turrentine, Wes Montgomery, George Benson e chissà quanto questo elenco impressionante potrebbe allungarsi, laddove si ponesse mano a una sua, a questo punto necessaria, definitiva discografia.

Nato ad Evanston nel dicembre del ’32, figlio di un batterista di Kansas City, cominciò giovanissimo, a soli 5 anni, ad andare a lezioni di pianoforte, per poi passare alla batteria, ed ai tempi del liceo, al contrabbasso. Gli anni ’50, a Chicago, lo videro spiccare il volo verso la carriera professionistica, accanto a Eddie Higgins e soprattutto a Walter Perkins, con cui fondò il gruppo MJT, un successo che gli permise di suonare, e poi stabilirsi definitivamente, a New York, dove diventò uno strumentista assai ricercato.

“Tempo impeccabile, scioltezza e suono robusto fanno di Cranshaw un musicista all’altezza di tutte le situazioni. E’ uno dei pochi che abbiano saputo superare certi aspetti negativi del basso elettrico mediante un’abile trasposizione della tecnica di cui dispone sullo strumento acustico (Philippe Carles – Dizionario del Jazz).”

A chi mastica l’inglese, e volesse approfondire i dettagli di una carriera straordinaria, con notizie di prima mano e dai sapidi risvolti, suggeriamo la lettura di questa splendida intervista rilasciata recentemente al pianista Ethan Iverson.

(fonte: www.traccedijazz.it)

 

— Onda Musicale

Tags: Jazz
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