Anticipa l’album “Joni Mitchell Archives Vol. 2: The Reprise Years (1968-1971)” in uscita il 12 novembre prossimo.
Ci sono incontri nella vita che generano magia. E ci sono incontri in musica che generano arte. Nonostante infiniti saggi sulla sua genesi, l’arte rimane un campo senza recinto. Una chitarra acustica e un dulcimer, una voce maschile e una femminile ed è magia, ed è arte, ed è un campo senza recinto di emozioni…“You Can Close Your Eyes”; potete chiudere gli occhi e…
Incontri nella vita…
Joni Mitchell e James Taylor s’incontrarono a Londra nel 1970; James scrisse una canzone per Joni; la suonarono e cantarono insieme alla BBC, due voci, chitarra e dulcimer e fu magia, arte, emozioni ad occhi chiusi…
Magia, arte ed emozioni che adesso ritornano: “You Can Close Your Eyes”, frutto di quell’incontro, rispunta dagli archivi; è finalmente disponibile in digitale. Ma a proposito di archivi, l’intera performance della musicista canadese alla BBC sarà pubblicata come parte del “Joni Mitchell Archives Vol. 2: The Reprise Years (1968-1971)” il 12 novembre prossimo.
La genesi della canzone
Ad agosto di quell’anno, Joni Mitchell viaggiò nella regione dei Four Corners. Parliamo del sud ovest dell’America e ci andò per fare visita a James Taylor. Lui era sul set di “Two-Lane Blacktop”, il suo primo e ultimo ruolo d’attore. Mentre lavorava sul set ad Albuquerque, nel New Mexico, Taylor scrisse “You Can Close Your Eyes” per la Mitchell. Eseguì il brano dal vivo nell’ottobre 1970; erano a Vancouver per suonare al Amchikta, un concerto benefico a supporto della protesta di Greenpeace contro i test delle armi nucleari nell’omonima località di Amchikta, in Alaska.
“You Can Close Your Eyes” live in London
Pochi giorni dopo, James e Joni si ritrovarono insieme sul palco del Paris Theatre a Londra. Era il 29 ottobre e la loro performance fu registrata (e poi trasmessa il 27 dicembre) per “In Concert”; era uno show settimanale di BBC Radio curato dal famoso DJ britannico John Peel.
La Mitchell e Taylor condivisero il palco durante quello show a Londra e cantarono insieme nella seconda metà dello spettacolo. Dunque, cantarono anche la “You Can Close Your Eyes” di cui oggi, finalmente e per la prima volta, riemerge la magia.
Oltre ad alcuni dei primi brani della Mitchell, James e Joni quella sera ne suonarono molti che sarebbero poi apparsi, sei mesi dopo, nel nuovo disco dell’artista canadese.
“Blue”
Se c’è un album che può essere considerato rappresentativo di Joni Mitchell, questo è sicuramente “Blue”. Uscì nel 1971, ma i semi di molti brani del disco erano stati seminati un anno prima. Alcuni pezzi risalgono al periodo con Graham Nash, un altro grande e un altro grande incontro, mentre altri si sono sviluppati con James Taylor.
Joni Mitchell a proposito di quel palco condiviso con James Taylor…
Di quella performance con James Taylor, Joni ne ha parlato con Cameron Crowe nelle note di copertina che accompagnano “Archives vol. 2”:
Facemmo lo spettacolo insieme. Era il periodo in cui ci stavamo frequentando. Si fondeva perfettamente con il mio dulcimer suonando magnificamente la sua chitarra. Quei due strumenti insieme suonano divinamente. Sembravano uno strumento solo. Musicalmente, eravamo una grande coppia.
“Joni Mitchell Archives Vol. 2: The Reprise Years (1968-1971)”
Erano ancora insieme all’inizio del 1971 quando la Mitchell stava registrando “Blue”, che vede anche Taylor alla chitarra nei brani “Carey”, “A Case Of You”, “California” e “All I Want”.
Le tracce in “Archives vol. 2” sono state sequenziate in ordine cronologico; questa scelta per seguire l’artista in tempo reale durante uno dei periodi più creativi della sua carriera.
La raccolta rivela molti inediti originali; tra questi “Jesus”, registrato nel 1969 nell’appartamento della sua amica Jane Lurie a New York, che è stato poi utilizzato anche come setting per il brano “Chelsea Morning”.
Inoltre, ci sono cinque outtake di “Blue”. Erano state pubblicate in digitale quest’anno come “Blue 50 (Demos & Outtakes) , comprese prime demo come “A Case Of You” e “California”; una versione di “River” con i corni francesi; una versione alternativa di “Urge For Going” e il brano inedito “Hunter”.
In “Archives vol. 2” è, inoltre, compresa anche la performance della Mitchell al Le Hibou Coffee House ad Ottawa il 19 marzo 1968, registrata da Jimi Hendrix, e anche il suo debutto alla Carnegie Hall registrato l’1 febbraio 1969.
“The Reprise Albums (1968-1971)”
“Archives vol. 2” va a completare il cofanetto “The Reprise Albums (1968-1971)”, che è disponibile ora in 4CD, 4LP e versioni digitali. Ne fanno parte in versioni nuovamente rimasterizzate gli album “Song To A Seagull” (1968), “Clouds” (1969), “Ladies Of The Canyon” (1970) e “Blue” (1971).
“Puoi chiudere gli occhi”…
Bè, il sole sta sicuramente tramontando, ma la luna sorge lenta. / Dunque questo vecchio mondo deve ancora girare e io ti amo ancora. / Quindi chiudi gli occhi, puoi chiudere gli occhi, va tutto bene. / Non conosco canzoni d’amore e non posso più cantare il blues. / Ma posso cantare questa canzone e tu puoi cantare questa canzone quando non ci sarò più. / Non passerà molto prima di un altro giorno, ci divertiremo. / E nessuno ti porterà via quel tempo. Puoi restare quanto vuoi.