Musica

Reality, il tempo delle Mele: da hit per ragazzine a manifesto di una generazione

|

Se è vera la tesi secondo cui le cose non accadono mai per caso si può affermare che alcune volte, il trovarsi al posto giusto nel momento giusto può cambiarci la vita. Si chiamano coincidenze.

Tutti viviamo di coincidenze, a volte più piacevoli e altre meno, e talvolta così importanti da cambiarci il destino. Non fecero eccezione una scolaretta quattordicenne francese e un tastierista britannico di ventisette anni. Vogliamo iniziare così il racconto di un fenomeno entrato nel nostro immaginario. Parigi, autunno 1979. La Gaumont, la storica società cinematografica francese nota a livello mondiale, è alla ricerca di un qualcosa di nuovo. Affida al regista Claude Pinoteau la direzione di un film che descriva il mondo degli adolescenti, ne analizzi speranze e visioni, fornendo una veduta d’insieme della società francese di fine millennio.

Pinoteau, regista e padre di famiglia, prende la cosa molto sul serio e prima ancora di accordarsi con gli attori che reciteranno i ruoli degli adulti, si mette alla ricerca dei ragazzi che saranno i veri protagonisti del film. Per rendere il tutto più realistico, li va a cercare direttamente nelle scuole di Parigi. Da questa prospettiva ne dovrebbe venir fuori un film leggero e divertente e, allo stesso tempo, caratterizzato da una sfumatura di neorealismo: è proprio con questo spirito che Pinoteau si mette alla ricerca dei profili adatti. Il lavoro procede speditamente e vengono individuati quasi tutti i ragazzi per i ruoli più caratterizzanti. Tuttavia, la scelta della protagonista si sta rivelando più complicata del previsto. Si cerca un volto fresco e Pinoteau setaccia le società di casting sparse per Parigi, restando ogni volta assai poco convinto delle varie candidate al ruolo.

Una mattina di primavera inoltrata una ragazzina si sveglia, esce dalla sua cameretta e fa colazione in cucina insieme ai suoi genitori

Mangia rapidamente ma non sembra particolarmente nervosa. Lo è molto di più suo padre, che tra qualche minuto sarà in auto con lei per accompagnarla ad un provino. Sophie, questo il nome della ragazza, ha sentito parlare di una selezione per un film e ha pensato bene di presentarsi al casting. È uscita di casa come se dovesse recarsi a scuola anziché in un luogo “di lavoro”. Quando il padre la saluta si rende conto che ci sarà molto da attendere. C’è una lista d’attesa più lunga del solito perché stavolta il regista sa di non avere più molto tempo per fare la scelta giusta. La Gaumont intende partire con le riprese ad inizio estate e per questo motivo, quella mattina Claude Pinoteau è abbastanza agitato, nonostante nell’aria ci sia profumo di primavera.               

Come la vita insegna, le coincidenze avvengono quando meno uno se le aspetta

Quando Pinoteau si sofferma sul volto e sulla mimica di Sophie Maupu, traccia un segno sul registro del casting e poi si lascia scivolare lungo lo schienale della poltroncina.A Sophie viene rilasciata una ricevuta precompilata con sopra scritto numero 42 seguita dalla data del giorno. Sventola il foglietto in faccia al padre, s’infila in macchina e tornano a casa. Anche il regista va in pausa, si sente molto più sollevato. Le selezioni sarebbero andate avanti fino alla scadenza dei termini ma Claude Pinoteau, in cuor suo, ha scelto già.

Negli stessi giorni un giovanotto inglese ha ricevuto una telefonata dalla sua casa discografica

È soltanto un tastierista di piccolo cabotaggio Richard Sanderson, ha suonato per vari gruppi rock ma ha quel che si dice una bella voce.Era abbastanza stanco di starsene nelle retrovie di una tastiera e voleva provare a fare il cantante. Gli riesce di farsi scritturare dalla Trident, che lo tiene a battesimo per il lancio del suo primo disco intitolato No Stickers Please. Era il 1978: nel corso di una pausa aveva scambiato quattro chiacchere con un musicista vero, Vladimir Cosma. Questi è un signore rumeno nato nella Bucarest contesa da Sovietici e Nazisti, vive da anni in Francia dove fa il compositore ed è anche un direttore d’orchestra. Si rifà al romanticismo melodico di artisti quali Henry Mancini e Burt Bacharach e rimane particolarmente colpito dalle sonorità vocali di Sanderson.

Quando riceve la telefonata, Sanderson si è quasi scordato di quell’incontro informale avvenuto due anni prima.

Si danno appuntamento a St. Anne’s Court, una stradina nella zona di Soho, poco più di un vicoletto nella sconfinata capitale britannica. Lì, al civico 17, hanno sede i Trident Studios. Cosma gli comunica di avere per le mani un testo scritto da un certo Jeff Jordan e di averlo musicato in una chiave vagamente mélo. La notizia però non è solo questa. Lo informa anche sul film e sulla Gaumont, dalla quale ha ricevuto incarico di occuparsi della colonna sonora. La Gaumont ha previsto di distribuire il film prevalentemente sul territorio francese ma preferirebbe utilizzare un pezzo in lingua inglese per rimanere coerente alla forma del film, essendo il Pop, il Rock e perfino lo Ska britannico, il tipo di musica preferito dai teenager francesi. La canzone ha già un titolo, Reality.

Quanto al film, sono iniziate le riprese. Siamo a Parigi, è l’inizio dell’Estate del 1980

Il soggetto è lineare, la narrazione è semplice e fotografa il quotidiano delle famiglie parigine. La trama è sostanzialmente questa: Vic Berreton è una ragazza di tredici anni al primo anno delle Superiori. Il primo giorno di scuola incontra i suoi nuovi compagni di classe, restando colpita sia da Pénélope che da Mathieu, che in seguito diventerà il suo primo fidanzatino. Già nelle prime settimane successive l’adolescenza prende il largo, facendo emergere i sintomi delle ribellioni tipiche di quell’età. Avvengono anche gli inevitabili conflitti generazionali con suo padre François, uno stimato dentista, e sua madre Françoise, aspirante grafica e fumettista. I genitori stanno per attraversare una crisi coniugale a seguito della scoperta, da parte di sua madre, di una relazione tra il marito e un’altra donna. Accusando il distacco e vivendo nell’incertezza, Vic si confida con la bisnonna Poupette, la quale diventa presto il suo riferimento di fiducia. La nonna ha visioni progressiste ed è fonte di consigli imperdibili che affascinano la nipote ogni giorno di più.

Le vite dei ragazzi scorrono serene, inserite nel microcosmo ovattato del 5° arrondissement parigino

Qui vivono Pénélope, la migliore amica di Vic, una ragazza alternativa e già abbastanza emancipata, Samantha, la sorellina di Pénélope, un peperino minuto e irresistibile, e Mathieu, dallo sguardo romantico e caldo, il piccolo grande amore di Vic; e poi Arnaud, un ragazzino mulatto dall’animo spensierato; e Stéphane, l’archetipo del nerd anni Ottanta, con tanto di apparecchio per i denti e lenti spessissime tipo civetta. Ed anche Jean-Pierre, teppistello impenitente, un capellone un po’ strafottente con la passione per la musica rock; ed infine Raoul, il bravo ragazzo amico del mondo e organizzatore della festa, il vero big bang del film.

Claude Pinoteau sta dirigendo bene un film che cresce in modo promettente

Per la scena della festa ha in mente un vero e proprio colpo di teatro.Per Vic è la prima vera festa della sua vita ed ha un valore speciale, una specie di ballo delle debuttanti: la serata procede allegramente, tra una bibita, un pettegolezzo e un ballo. È il classico sabato sera di inizio anni Ottanta, molte bibite rigorosamente analcoliche, poche e innocenti sigarette, spuntini colorati e balli trascinanti, sull’onda di una disco dance che non conosce frontiere. Ci si diverte, quello sì, ma potrebbe non essere l’ambiente ideale per trovare il momento giusto per una dichiarazione d’amore. Accade allora che durante un momento in cui stanno mandando balli veloci, Mathieu colga l’attimo per utilizzare il suo Walkman per ottenere una sorta di isolamento.

Mentre tutto il resto della compagnia si dimena in balli scatenati, Mathieu pone sulle orecchie di Vic le cuffiette del Walkman.

Con questo gesto silenziosamente forte, Mathieu non pone le cuffiette solo sulle orecchie della ragazza, le pone simbolicamente su un’intera generazione. I due fidanzati ballano avvolti da una musica che suona solo per loro. Mathieu ha raggiunto il suo obiettivo utilizzando un Walkman in modo illuminante, confermando la legge non scritta che stabilisce che siano sempre i giovani a cogliere per primi le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.  

Manifesto di una generazione

Nel momento chiave del film, quando il mondo intero sembra essersi pacificato, Reality vola altissima, diventando il manifesto di un’intera generazione. A questo punto il film è già destinato a diventare Storia e da quel momento può iniziare a scivolare velocemente verso il finale. È una discesa comoda, che prende la direzione che è quella che lo spettatore si aspetta di vedere. Sullo sfondo di una Parigi che riesce ad essere magica anche nel suo semicentro, tra iconiche Peugeot in doppia fila e nostalgiche cabine telefoniche in cui era facile perdersi, la visione di questo film arriva sempre dritta al cuore di chi oggi viaggia tra i cinquanta e i sessanta.     

Cosa ci resta di quel Tempo delle mele e di Reality?

Possiamo rilevare come gli effetti di alcune coincidenze siano arrivati intatti fino ai nostri giorni. Ad esempio, ogni volta che osserviamo Richard Sanderson eseguire per l’ennesima volta un amarcord di Reality nell’ennesima comparsata televisiva, possiamo respirare quel senso di sapore amaro che offre la visione di un artista mai definitivamente arrivato, nonostante Reality gli abbia fatto conquistare le vette dei primi posti in quindici nazioni diverse, vendendo otto milioni di copie tra Europa e Asia. Resterà per sempre un one-hit wonder, espressione inglese con un suono molto meno malinconico del suo equivalente italiano meteora.  

Resta lo sguardo da eterna ragazzina di Sophie Marceau: osservandola, possiamo comprendere oggi quel che provò Claude Pinoteau nella lontana primavera del 1980, rapito dalla sua bellezza semplice e genuina. Con Sophie Marceau il suo film acquisì la protagonista mentre il decennio che si stava aprendo iniziava già a cristallizzare nella nostra memoria un’icona immortale, indizio di vitalità di una cultura Pop che ancora oggi non riesce a smettere di splendere.                              

 

                              

— Onda Musicale

Segui la pagina Facebook di Onda Musicale
Leggi anche

Altri articoli