Su Onda Musicale ci occupiamo di musica e di spettacolo. Scriviamo di cose belle e diffondiamo ogni giorno la grandezza del Pop e del Rock.
Direttamente o indirettamente molto spesso parliamo d’amore, dal momento che la musica tocca l’argomento almeno in una canzone su tre. La Musica ha la capacità, rispetto alle altre “belle arti”, di raggiungerci e di toccare le nostre corde anche quando siamo occupati a fare altro.
Oggi, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, vi invitiamo all’ascolto di una delle più belle canzoni di Edoardo Bennato, La Fata.
Bennato la scrive nel 1977, come terza canzone del Lato A del suo quinto album, Burattino Senza Fili, pubblicato da Dischi Ricordi. In quest’album, che consacra definitivamente il cantautore napoletano al ruolo di grande del rock italiano, l’artista affronta svariati temi, dalla politica, al perbenismo di facciata, al qualunquismo, fino alla situazione femminile nel Belpaese. È uno dei primi concept album scritti in Italia, un disco in cui tutte le canzoni contribuiscono a dare un significato ed un senso ascoltate nel loro insieme. Bennato lo compone ispirandosi al mondo delle favole, usando le canzoni come metafora per spiegare (e spiegarsi) la società moderna.
Pinocchio incarna perfettamente il ruolo del bambino che nasce per essere libero
Una volta cresciuto e diventato adulto, finisce per essere manovrato come una marionetta da personaggi oscuri e potenti. Un uomo che di fronte alle difficoltà tende ad accollarsi colpe non proprie, temendo che l’Autorità Costituita prima o poi trovi un pretesto qualsiasi per punirlo severamente, fino alla punizione più dura prevista dall’ordinamento: metterlo in prigione.
Una volta cresciuto e diventato adulto, finisce per essere manovrato come una marionetta da personaggi oscuri e potenti. Un uomo che di fronte alle difficoltà tende ad accollarsi colpe non proprie, temendo che l’Autorità Costituita prima o poi trovi un pretesto qualsiasi per punirlo severamente, fino alla punizione più dura prevista dall’ordinamento: metterlo in prigione.
La donna negli anni 70 in Italia
Per descrivere la condizione femminile in Italia sul finire degli anni Settanta, Bennato individua l’unica donna presente nella favola. La fata, che a dispetto dei suoi poteri magici non sembra aver potere alcuno contro chi vuole utilizzarla a proprio piacimento.
Prima di lasciarvi all’ascolto di questo grande classico del rock italiano, vogliamo ricordare qualche cifra
- Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia secondo le segnalazioni raccolte dalle Divisioni Anticrimine delle questure.
- Nel 62% di casi si tratta di maltrattamenti in famiglia.
- Nel 72% dei casi di femminicidio l’autore è il marito o l’ex marito, che ha usato un’arma da taglio o la prima cosa che gli è capitata a tiro.
La violenza sulle donne è un drammatico fenomeno sociale. Se bastasse una bella canzone, saremmo già salvi.
La Fata (testo e musica di Edoardo Bennato)
C’è solo un fiore in quella stanza
E tu ti muovi con pazienza
La medicina è amara ma
Tu già lo sai che la berrà
Se non si arrende, tu lo tenti
E sciogli il nodo dei tuoi fianchi
Che quel vestito scopre già
Chi coglie il fiore impazzirà
Farà per te qualunque cosa
E tu sorella e madre e sposa
E tu regina o fata tu
Non puoi pretendere di più
E tu regina o fata tu
Non puoi pretendere di più
E forse è per vendetta
E forse è per paura
O solo per pazzia
Ma da sempre
Tu sei quella che paga di più
Se vuoi volare ti tirano giù
E se comincia la caccia alle streghe
La strega sei tu
E insegui sogni da bambina
E chiedi amore e sei sincera
Non fai magie, né trucchi, ma
Nessuno ormai ci crederà
C’è chi ti urla che sei bella
Che sei una fata, sei una stella
Poi ti fa schiava, però no
Chiamarlo amore non si può
E forse è per vendetta
E forse è per paura
O solo per pazzia
Ma da sempre
Tu sei quella che paga di più
Se vuoi volare ti tirano giù
E se comincia la caccia alle streghe
La strega sei tu
C’è chi ti esalta, chi ti adula
C’è chi ti espone anche in vetrina
Si dice amore, però no
Chiamarlo amore non si può
Si dice amore, però no
Chiamarlo amore non si può