Musica

George Harrison: ecco un ritratto dello schivo chitarrista dei Beatles

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George Harrison nasce a Liverpool il 25 febbraio 1943 e muore a Los Angeles il 29 novembre 2001. E’ stato un cantautore, polistrumentista, compositore, attore, produttore cinematografico e discografico britannico.

Dal 1960 al 1970 George Harrison è stato il chitarrista solista e cantante dei Beatles; dopo lo scioglimento del gruppo (il cui ultimo atto coincide, nel gennaio 1970, con la seduta di studio della canzone scritta da Harrison “I Me Mine“) ha intrapreso la carriera individuale, sia come musicista che come produttore musicale e cinematografico.

La sua morte

Il 29 novembre del 2001 a Los Angeles un tumore si portava via George Harrison, ”il Beatle tranquillo”, chiamato così per il suo carattere schivo e introverso. Negli anni la sua figura ha ottenuto quei riconoscimenti che ai tempi dei Beatles gli erano mancati, quando era inevitabilmente messo in ombra dalle forti personalità di John Lennon e Paul McCartney.

Alcune sue canzoni

George scrica, fra le altre, capolavori come ”Something”, ”Here Comes the Sun” e ”While My Guitar Gently Wheepsche vede la partecipazione del chitarrista (e suo grande amico) Eric Clapton, il primo musicista a suonare in un disco dei Beatles.

Con i Beatles

Quando i Beatles si sciolgono, George Harrison ha solo 27 anni. Ha comunque trovato la sua identità musicale ed è pronto per iniziare la sua carriera solista. Harrison era il più giovane dei quattro Beatles e anche se si trattava di tre anni di differenza (nel caso di John e Ringo e di uno rispetto a Paul), è stato sempre considerato una sorta di fratello minore dai suoi compagni, visto che quando hanno cominciato a suonare insieme erano dei ragazzini. Non per niente la prima volta che andarono ad Amburgo, dove i Beatles hanno fatto il loro apprendistato, fu rispedito a Liverpool perché minorenne e per la legge tedesca non poteva rimanere in Germania.

Nei primi anni il suo apporto è principalmente strumentale

Tuttavia, da un punto di vista tecnico, George era il più dotato e il suo contributo al sound della band è stato sucecssivamente molto importante fino a diventare determinante ai tempi della svolta mistico psichedelica. Durante il decennio d’oro con i Beatles Harrison realizzò 25 canzoni. In realtà furono molte di più, ma parecchie vennero scartate per lasciare maggior spazio a quelle della coppia Lennon/McCartney.

Dopo i Beatles

Dopo lo scioglimento dei Beatles ha ottenuto un grande successo soprattutto con l’album del suo debutto da solista, il triplo ”All Things Must Pass” che conteneva ‘My Sweet Lord‘, che sul piano commerciale resta l’apice della sua carriera solista, nonostante titoli celebri come ”Living in the Material World”.

L’accusa di plagio

My Sweet Lord” è un brano di grande successo che arriva primo nella Billboard Hot 100 per quattro settimane. Ma qualcuno lo accusa di plagio in quanto la melodia sarebbe troppo simile a quela di “He’s So Fine“, un successo della band femminile americana “Chiffons” e risalente ai primi anni sessanta. La conseguente causa di plagio per le troppe similitudini fra “My Sweet Lord” e “He’s So Fine” è senza dubbio una delle più lunghe e controverse che si ricordino. Il procedimento arriva in tribunale nel 1976, ben cinque anni dopo la denuncia, e termina inizialmente con una sentenza secondo cui “George Harrison ha inconsciamente plagiato la canzone” nonostante Harrison sostenesse che gli era venua spontanea. (leggi l’articolo)

La mia idea per “My Sweet Lord,” visto che suonava come una canzone pop, era di metterci dentro di soppiatto qualcosina. Il punto era fare in modo che la gente non venisse offesa con l'”Alleluia”; quando si arriva a “Hare Krishna”, sono ormai già presi, il loro piede sta tenendo il ritmo, e stanno cantando “Alleluia”, il che li culla in un senso di falsa sicurezza. E ad un tratto diventa “Hare Krishna”, e si mettono a cantarlo prima di capire cosa sta succedendo, e penseranno “Ehi, credevo di immaginare che non mi piacessero gli Hare Krishna!”

(George Harrison, 1982)

I Travelling Wilburys

Tra le sue tante avventure musicali, una delle più originali è stata quella dei Travelling Wilburys, super band formata con Bob Dylan, Tom Petty, Roy Orbison. Harrison è stato anche un produttore cinematografico: con la sua HandMade Films ha finanziato i primi film dei suoi amici Monty Python, a cominciare da “Brian di Nazareth”.

La cultura indiana

Negli anni aveva sviluppato un interesse crescente verso la cultura e la spiritualità indiana. A iniziarlo fu David Crosby, dei Byrds, durante il tour americano del 1965. Si appassionò anche a quelle sonorità e imparò a suonare il sitar grazie all’amico Ravi Shankar, che fu il suo maestro. “Senza Ravi sarei diventato un vecchio scemo e noioso. La mia esistenza è stata arricchita dalla cultura indiana”, dichiarò. Dopo la morte, per sua volontà, le sue ceneri furono sparse nel Gange.

L’aggressione subita in casa e l’accoltellamento 

Nel 1999 George Harrison viene aggredito e accoltellato al petto da uno sconosciuto che si era introdotto nella sua casa di Henley-on-Thames, nell’Oxfordshire, per ucciderlo. (leggi l’articolo) L’uomo, ex tossicodipendente con problemi psichiatri, prima di venire arrestato, ha inferto quattro pugnalate al petto a Harrison, che fu ricoverato, ma non in gravi condizioni (una coltellata sfiorò di pochi centimetri il cuore).

1971: il primo concerto benefico

Insieme a Ravi Shankar, George Harrison organizzò nell’agosto 1971, The Concert for Bangladesh, il primo concerto benefico nella storia della musica. Una pietra miliare, presa d’esempio per l’organizzazione di altri grandi concerti umanitari che seguirono, come il “Live Aid”. La manifestazione, a cui parteciparono anche Ringo Starr, Eric Clapton e Bob Dylan, si svolse in due spettacoli sold-out (uno pomeridiano e uno serale), al Madison Square Garden di New York. All’evento seguì la pubblicazione di un disco triplo e di un film, e i ricavati andarono al popolo del Bangladesh, vittima di una lunga guerra con il Pakistan e colpito da un ciclone e da una carestia.

— Onda Musicale

Tags: Eric Clapton/The Beatles/Tom Petty/George Harrison
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