È la mattina del 1° gennaio 1962 e sotto un cielo terso, purificato dal vento freddo che soffia su una Londra già in piena attività, cinque giovanotti dall’aria assonnata si aggirano guardinghi per West Hampstead.
Devono sostenere un provino alla Decca, una delle più importanti case discografiche britanniche. Si chiamano John Winston Lennon, James Paul McCartney, George Harrison, Randolph Peter Best e Neil Stanley Aspinall. Quest’ultimo non sa suonare ed è un ex compagno di scuola di Paul McCartney e George Harrison che ha già preso la patente. Li scarrozza in ogni dove con ogni mezzo e per l’occasione ha preso in prestito un Commer Van.
![](https://www.ondamusicale.it/wp-content/uploads/2021/12/pict0192-1.jpg)
Il giorno prima ha faticato parecchio per raggiungere Londra. Si sono mossi da Liverpool per tempo ma Neil, che detesta guidare con la neve, si innervosisce e si perde per strada. Hanno fatto appena in tempo per un brindisi di mezzanotte a Trafalgar Square, una cosetta che doveva rimanere semplice, tra amici, come per la maggior parte dei sudditi di Sua Maestà: in Inghilterra il giorno successivo, il Primo dell’anno è un giorno lavorativo come tutti gli altri. Invece John non resiste alle sirene della notte londinese e convince gli amici a bighellonare per ore nel gelo del West End.
![](https://www.ondamusicale.it/wp-content/uploads/2021/12/63-decca-studios-london_01.jpg)
Nonostante ciò, riescono a varcare la soglia del civico 165 di Broadhurst Gardens in perfetto orario. Sono le 11 in punto, esattamente come concordato dal loro giovane manager Brian Epstein, il quale sta incontrando tantissimi ostacoli nel fargli firmare un contratto. La sua nuova band, i Beatles, ha già due anni di carriera alle spalle, ma è ancora nell’alveo degli aspiranti professionisti. Nel panorama musicale inglese di inizio anni Sessanta, la vita per i chitarristi poteva essere assai dura se non si era nati in America. La Decca non è soltanto una delle case più importanti del Paese ma è la prima a rendersi concretamente disponibile per un’audizione.
Mancanza di comunicazione
Tuttavia, qualcosa sembra andar storto fin dall’inizio: Brian Epstein non si è fidato del tempo e si è prenotato un viaggio in treno, lasciando i suoi assistiti ad uno scomodo viaggio in furgone. Non hanno modo di concordare nulla in merito alla scaletta da proporre, quali brani scegliere e soprattutto, quale strumentazione utilizzare. Una mancanza di comunicazione che si rivela fatale. I Beatles, che avevano in mente un proprio piano, sono costretti a sconvolgerlo per seguire le indicazioni di Brian Epstein. Sono nervosi, i microfoni non vanno, le amplificazioni non rispondono, John ha problemi con la voce, George con la chitarra.
La scaletta
Pensano di non dover provinare a lungo e invece ne esce una session di ben quindici canzoni: Like Dreamers Do, Till There Was You, Sure To Fall, Love Of The Loved, September In The Rain, Besame Mucho e Searchin’, con Paul come voce solista.
John esegue Money, To Know Him Is To Love Him, Memphis Tennessee e Hello Little Girl.
L’imberbe George risulta convincente con The Sheik Of Araby, Take Good Care Of My Baby, Three Cool Cats e Crying, Waiting, Hoping. Verso le due del pomeriggio ascoltano la registrazione, il risultato sembra più che accettabile. Epstein, forse per farsi perdonare, li porta a pranzo in un ristorante della zona. Verso le quattro i Beatles e Neil Aspinall ripartono per Liverpool con il loro furgone.
Come andarono le cose
Nei giorni successivi contattano la Decca per sapere se verranno messi sotto contratto. Gli rispondono che l’impressione è stata ottima, che avrebbero ottenuto la firma del contratto ma che c’è da attendere il ritorno di un dirigente, un certo Dick Rowe, in viaggio in America. Invece, nello stesso pomeriggio del primo gennaio, mentre i Beatles sono al ristorante, i dirigenti Decca assumono un’altra band, i Brian Poole & The Tremeloes. In sintesi, la Decca scelse loro al posto dei Beatles. I particolari, i dettagli, le motivazioni di questa decisione non sono mai state chiarite del tutto.
Quel che è certo è che i Beatles avevano dato il meglio ed erano piaciuti. Per quanto oggi, nella nostra moderna società perennemente interconnessa, questo aspetto potrà apparire alquanto ridicolo, il fatto che i Brian Poole & The Tremeloes abitassero nei paraggi della Decca, glieli fece preferire. I Beatles distavano oltre 200 miglia da Londra e per una questione meramente gestionale, era più “semplice” puntare sui Brian Poole & The Tremeloes.
Il decollo della Bellezza
Negli anni che seguirono, l’attualità del Presente firmato Beatles travolse ogni altra cosa. I Beatles, con il sopraggiunto Richard – Ringo Starr – Starkey, hanno illuminato il Mondo con la bellezza della loro musica, uno splendore che sembra non avere fine. Esattamente come Mozart e Leonardo da Vinci, la loro Arte continua ad esercitare la sua influenza anche in altri ambiti dell’attività umana. Sono in mezzo a noi, sempre.
Ed oggi, con la saggezza dei posteri, a sessant’anni tondi tondi da quell’antica “leggerezza” primigenia, ci sentiamo un po’ come Voltaire, che invitava ad “Amare la verità, ma perdonare l’errore”.
Vi auguriamo buon anno, lasciandovi all’allegra magia di “Three Cool Cats”, alla voce acerba ed emozionata del diciannovenne George Harrison. Quando tutto, doveva ancora avere inizio.