Il 27 gennaio 2020 aveva inizio Nemesi Tour.
“ Una performance concettuale che è partita dalla principale piazza di Torino, – racconta Alberto Nemo – dove ho coinvolto il pubblico di strada, soprattutto i giovani che sono i più indifesi. Ho distribuito il mio piccolo “manifesto” per risvegliare le coscienze assopite. Senza uomini liberi non può esserci né arte né vita..”.
Era difficile prevedere cosa sarebbe accaduto, in poco tempo il mondo sarebbe cambiato e i rapporti tra le persone mutati profondamente. Dopo una lunga e frenetica corsa la vita si arrestava di colpo e si doveva fare i conti con se stessi senza tergiversare. Le lanterne magiche dei computer non hanno potuto allontanare più di tanto dalla riflessione che ciascuno di noi ha fatto restando chiuso in casa senza sovrastrutture e, soprattutto, senza una certezza nel domani.
Molte coppie sono saltate e molti drammi (che forse qualcuno racconterà) si sono consumati tra le mura domestiche. “Scoprire cosa rimane ancora di noi”, così scriveva Alberto in quei giorni e con un’energia quasi inesauribile donava e faceva leggere quel testo a centinaia di persone. Nemo non è un profeta, è semplicemente un artista, ovvero una persona capace di dare corpo ai segnali che arrivano e che solo una mente recettiva sa cogliere. Chi era con lui sa con quanta determinazione e urgenza sentisse il dovere di avvertire quante più persone possibile di un’imminente rivoluzione.
Non era previsto che cantasse, ma in alcuni momenti la sua voce ha risuonato nelle piazze e, così come la vibrazione di una campana, ha creato immediatamente una sfera di concentrazione e meditazione intorno a sé. Nei mesi che seguirono e per tutto il 2021 Alberto Nemo ha condotto un viaggio straordinario nella musica pubblicando un numero di album che certamente lo farebbe entrare nel Guinness dei primati, ma il suo scopo principale era quello di trovare il suono, come ha scritto nel suo libro Nemusico – L’Incanto Essenziale, pubblicato da Arcana Edizioni.
Il suono a lungo cercato è quello delle origini, puro e incontaminato, che attraverso il corpo-strumento dell’artista diviene canto, musica per l’infinito e che conduce ad esso.