John Lennon è uno dei musicisti più iconici di tutti i tempi ed è l’autore di almeno metà del patrimonio musicale (in termini di creatività) dei Beatles, insieme a Paul McCartney.
Lennon ha guidato l’ascesa dei Beatles nei primi anni ’60 e li ha anche accompagnati attraverso i loro numerosi cambiamenti stilistici avvenuti nel resto del decennio. Senza la sua abilità nella scrittura e il suo spirito pacifista, i Beatles avrebbero perso buona parte della spinta necessaria per raggiungere il successo. E a conferma di ciò rimane, incontrovertibile, il fatto che i dischi dei Beatles siano fra i più venduti ancora oggi, ad oltre 60 anni da quando hanno raggiunto la fama per la prima volta.
John Lennon, i Beatles e la carriera solista
Dopo lo scioglimento della band Lennon ha intrapreso una grandiosa carriera solista e gli anni 70 lo hanno visto maturare molto sia come musicista che come persona. Gli anni ’70 lo hanno visto esercitare un ruolo da protagonista, qualcuno dice non essendo più imprigionato nella band e nelle continue liti al suo interno. Che si tratti del periodo del cosiddetto “Week End Perduto” (1975) o della scrittura del singolo di successo “Fame” insieme a David Bowie (1975), Lennon è maturato molto in questo lasso di tempo. Un altro momento importante arriva nel 1971, subito dopo lo scioglimento dei Beatles. Una notte, insieme a Yoko Ono, si unisce sul palco ad una delle forze creative più acclamate dell’epoca: Frank Zappa. E’ il 6 giugno del 1971 e siamo al Fillmore East di New York.
Insieme, loro e la band di Zappa, eseguono quattro canzoni, tra cui “Scumbag“, “King Kong” e “Jam Rag” e, sopratutto, la cover del classico blues di Walter Ward “Well (Baby Please Don’t Go)“.
Zappa fa tacere la folla eccessivamente eccitata
Sedetevi e raffreddatevi per un minuto così possiamo sentire cosa faremo… e per quelli di voi – nella band – che non hanno idea di cosa sta per accadere, questo è in La minore e non è un blues standard, ma ci somiglia.”
John Lennon è al centro del palco e sorride mentre introduce la canzone:
Questa è una canzone che cantavo mentre ero al Cavern Club di Liverpool. Da allora non l’ho più suonata.”
Ciò che ne consegue è una cover (rauca) della canzone di Ward, che viene arricchita, o impoverita, dipende dalle interpretazioni, dai lamenti vocali di Yoko Ono. Il contributo della donna, da alcuni elogiato da altri aspramente criticato, non è sufficiente ad ignorare l’energia contagiosa della performance. A metà, Lennon grida “Zappa“, prima che l’ex leader dei Mothers of Invention (la sua band di supprto) esegua uno dei suoi incredibili assoli di chitarra carichi di effetti. Una performance stellare, che ha coinvolto due dei musicisti più iconici di tutti i tempi (tre se vogliamo considerare musicista anche Yoko Ono). Lennon aveva il potere di catalizzare l’attenzione di una platea come pochi e questo dà la misura precisa del suo grande carisma. Non è da tutti.