Come molte altre band del panorama musicale internazionale anche i Pink Floyd si sono sempre schierati (molto chiaramente) contro ogni guerra. Scopriamo alcune loro canzoni espressamente ispirate ai conflitti bellici.
A Great Day For Freedom – The Division Bell, 1994
Si tratta di una canzone contro la guerra e sulle grandi speranze alimentate dalla caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989) e sull’altrettanto grande delusione successiva manifestata da David Gilmour (e da Polly Samson, co-autrice del testo) in questa canzone. Va ricordato che il titolo originale era “In Shades of Grey”, successivamente modificato in “A Great Day For Freedom“.
Queste le parole di David Gilmour in un intervista del 2010 a Guitar World: “C’è stato un meraviglioso momento di ottimismo quando è caduto il muro: la liberazione dell’Europa orientale dal lato non democratico del sistema socialista. Ma quello che hanno ora non sembra essere molto meglio. Di nuovo, sono abbastanza pessimista su tutto. In un certo senso desidero e vivo nella speranza, ma tendo a pensare che la storia si muova a un ritmo molto più lento di quanto pensiamo. Sento che il vero cambiamento richiede molto, molto tempo, ci saranno pareri diversi sugli effettivi riferimenti.”
Corporal Clegg – A Saucerful Of Secrets, 1968
Questo brano racconta di un soldato che ha perso una gamba durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) e di sua moglie alcolizzata. Si tratta del primo riferimento alla guerra in una canzone dei Pink Floyd. Il titolo omaggia Thaddeus Von Clegg, l’inventore del kazoo (strumento musicale a fiato). Roger Waters disse, alla rivista Mojo nel dicembre 2009, che questa canzone era autobiografica. Ecco le sue parole: “Il caporale Clegg parla di mio padre e del suo sacrificio nella Seconda Guerra Mondiale (Eric Fletcher Waters, morto ad Aprilia il 12 dicembre 1944). È in qualche modo sarcastico: l’idea che la gamba di legno sia qualcosa che hai vinto in guerra, come un trofeo“.
Get Your Filthy Hands Off My Desert – The Final Cut, 1983
“Brezhnev took Afghanistan, Begin took Beirut, Galtieri took the Union Jack, and Maggie over lunch one day, took a Cruiser with all hands, apparently to make him give it back.“
“Breznev si è preso l’Afghanistan, Begin si è preso Beirut, Galtieri ha preso la bandiera inglese, e Maggie un giorno durante il pranzo ha preso un Cruiser con tutte e due le mani. Evidentemente per fargliela pagare.“
Leonid Breznev è stato il segretario generale del Partito Comunista della Russia dal 1964 al 1982. Maggie, Margareth Thatcher è stata Primo Ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990. Leopoldo Galtieri è stato un generale argentino che partecipò al golpe politico del 1976 contro la presidente Isabel de Peron diventando dittatore e presidente, nonchè l’ultimo dittatore argentino e protagonista della guerra delle Isole Malvinas (Isole Falkland secondo gli inglesi). Menachem Begin (1913-1992) era il Primo Ministro israeliano all’epoca dell’invasione del Libano avvenuta nel 1982 e terminata nel 1985.
Another Brick In The Wall – The Wal, 1979
“Another Brick in the Wall” è divisa in tre parti, tutte incentrate sullo stesso tema. In questa canzone, il narratore rivela i principali eventi della sua vita che portano lui e molte altre persone a distaccarsi mentalmente dal mondo esterno, costruendo – per l’appunto – un muro di mattoni, che lo tiene al riparo dalle ferite che il mondo stesso può infliggergli. Nella canzone – incentrata sul periodo della Seconda Guerra Mondiale – il narratore descrive la sua infanzia come traumatica, in cui suo padre lo lascia per andare a combattere la guerra. Il genitore non torna più, lasciando questo bambino con nient’altro che un ricordo e una vecchia foto nel suo album di famiglia. Come è noto Roger Waters perse suo padre durante il conflitto mondiale (in Italia per la precisione) e non ha mai fatto mistero di avere sofferto moltissimo per questa perdita.
The Gunner’s Dream – The Final Cut, 1983
Questo brano inizia con il suono di un’esplosione seguito da una comunicazione radio. Il brano è stato scritto da Waters e si tratta di un monologo di un aviatore che dopo essere stato abbattuto ripensa alla sua vita passata e futura senza di lui. E il suo “sogno” è quello di vivere in un mondo migliore, dove “si possa mangiare, si possa parlare ad alta voce dei propri dubbi, dove nessuno scompare senza motivo, dove tutti sono uguali davanti alla legge e dove nessuno uccide più i bambini”. Quest’ultima frase (dove nessuno uccide più i bambini), pronunciata due volte, rimane come sospesa appena prima della variante musicale, in modo da lasciare il tempo all’ascoltatore di riflettere su uno dei crimini più gravi di cui l’essere umano possa macchiarsi.
La frase “and maniacs don’t blow holes in bandsmen by remote control” (“e maniaci non fanno esplodere a distanza i musicisti”) è un chiaro riferimento agli attentati del 20 luglio 1982, quando durante un concerto ad Hyde Park e un altro a Regent’s Park, l’IRA (Irish Republican Army) fece esplodere due bombe, uccidendo 11 militari (4 soldati e 7 musicisti della banda militare).
Bring The Boys Back Home – The Wall, 1979
Roger Waters descrisse Bring the Boys Back Home come “la canzone centrale dell’intero album“. Come in Another Brick In The Wall, il testo si concentra sui continui effetti negativi della guerra, le conseguenze personali che scaturiscono anche molto tempo dopo che le ultime bombe sono state sganciate e il triste conteggio dei morti. Il messaggio è chiaro: la guerra, le divisioni sociali, i muri della società, hanno tutti effetti duraturi inimmaginabili che sopravvivono alle controversie su cui sono stati basati.
Il messaggio è (in gran parte) una riaffermazione (o un capovolgimento) del passaggio della Bibbia in cui si citano i peccati del padre che si riversano sui figli. Secondo Waters, i peccati (o meglio, le azioni) di una generazione si riversano sicuramente nelle generazioni successive. Pertanto, nel brano, si trasmette questo concetto, formulando un appello universale al fine di “riportare i ragazzi a casa” in modo da non “lasciare i bambini da soli“.
Not Now John – The Final Cut, 1983
Il testo, scritto da Roger Waters, tratta della guerra delle Falkland e delle feroci critiche mosse al primo ministro britannico Margaret Thatcher, nonché delle critiche generali all’avidità e alla corruzione che Roger considerava un pericolo per la società britannica (ma non solo) di quel tempo. Il testo evidenzia anche il lavoro corruttibile e infruttuoso dell’America, dell’Europa e del Giappone del dopoguerra. La formulazione è tale da raccontare principalmente il cambiamento del commercio globale e che, appunto, un nuovo leader sta emergendo nell’industria consumistica globale: il Giappone.
Childhood’s End – Obscured By Clouds, 1972
Questa canzone è stata uno dei momenti salienti dell’album Obscured By Clouds, nonché fu utilizzata come colonna sonora del film francese La Vallée, diretto da Barbet Schroeder nel 1972. Il titolo “Childhood’s End” è tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di Arthur C. Clarke che, in italiano, fu tradotto con “Le guide del tramonto“. Sebbene David Gilmour conoscesse il romanzo, il testo ha poco a che fare con il libro. La canzone riflette sull’invecchiare e sull’osservazione della vita mentre procediamo sul nostro cammino dopo esperienze traumatiche come la guerra e i suoi postumi).
Us and Them – The Dark Side Of The Moon, 1973
La genialità del testo di “Us & Them” risiede nella sua semplicità, nella capacità di Roger Waters nell’esprimere concetti così potenti con pochissimi versi. Il protagonista della canzone, probabilmente un soldato in trincea, si rivolge direttamente al suo nemico al fronte, affidando la narrazione alla voce cadenzata di David Gilmour in perfetto controcanto con il sax di Dick Parry. Se nel primo verso il protagonista del testo si rivolge al suo nemico, nel secondo inizia un ragionamento sulle conseguenze del conflitto e sulle casualità che portano alla divisione tra due fazioni. La conclusione è affidata alle ragioni del tutto inutili che spingono i due a farsi la guerra.