Il commerciante di chitarre vintage David Davidson spiega perché considera questa Stratocaster tra le migliori mai realizzate dalla Fender.
Quando ero bambino e ho visto la foto di una Stratocaster la mia prima sensazione è stata dire “ho davvero bisogno di possedere una di quelle chitarre elettriche!” Era bella e formosa e ho pensato “Questa è quella che davvero voglio avere“. Dal punto di vista sonoro mi sono sempre piaciute di più le Stratocaster ’54 e le ’55. Adoro il suono delle Stratocaster con corpo in frassino e ho scoperto che i manici più pesanti e spessi forniscono più sustain. Per alcuni chitarristi, come Eric Johnson ad esempio, il 1954 è l’anno perfetto per una Fender Stratocaster. Una cosa bella delle chitarre vintage è che sono tutte differenti una dall’altra, ognuna è speciale e diversa.
Anche se la Stratocaster del ’54 è uno strumento meraviglioso, le cose sono migliorate alcuni anni dopo, precisamente nel 1957. Succede la stessa cosa con le Telecaster: nel 1953 ci si triva di fronte al modello più raffinato, il modello perfetto.
Ci sono tre annate Stratocaster migliori delle altre
La ’54 (perché è il primo anno), la ’57 e la ’62. Adoro il manico a V del modello ’57. Fender ha utilizzato il ’57 come reissue di punta della Stratocaster con manico in acero all’inizio degli anni ’80, insieme ai modelli reissue in palissandro del ’62. Non erano perfette, ma le reissue del ’57 e del ’62 erano di gran lunga superiori alle normali Stratocaster che Fender stava realizzando all’epoca. Erano le fondamenta di ciò che manteneva Fender in attività.
Le ’57 rappresentano un prodotto quasi perfetto
In quel periodo Fender aveva iniziato ad eliminare gradualmente le parti in bachelite ed era passata all’uso dell’ontano [dalla metà del ’56], che era più economico, più abbondante e più leggero. C’è un bel tono ambrato (quasi bruciato) in quei modelli che mi piace. Inoltre, i tecnici Fender erano arrivati ad un punto in cui erano in grado di ottenere uno strato di vernice davvero sottile.
Infatti, osservando un modello ’54, si nota come la vernice è più spessa sul corpo e sul manico. Il profilo del manico delle ’54 è più pieno e con una forma più ad U, il che è stato un un problema per alcuni chitarristi.
Si trovano manici a V già nel ’55, anche se con una V più sottile e più morbida, ma alla fine del ’56 hanno davvero iniziato a mettere in campo quella forma più dura del manico a V, il quale tendeva ad essere molto pronunciato all’inizio del 1957. Ma già alla fine del 1957 erano cambiati in una forma a C più standard, evidente sulle chitarre del 1958.
Molti chitarristi amano il manico a V dei modelli ’56/’57 perché ospita in modo più comodo il pollice e questa impostazione piace parecchio a molti professionisti. Il manico a V in acero è qualcosa che è rimasto davvero impresso ad Eric Clapton, come per le sue famose chitarre Brownie e Blackie. Quando un artista usa uno strumento, a volte pare volerlo fare proprio, e a lui piaceva molto la sensazione di un manico a V.
La Stratocaster ha un ottimo suono, in particolare il suono del pickup al manico. Clapton ha reso popolare e celebre quel suono all’inizio – ecco perché tutti si sono affrettati ad installare il selettore a cinque posizioni e anche la Fender in seguito lo ha messo “di serie“.
All’inizio Fender regalava chitarre a musicisti locali per testarle
I musicisti locali le provavano durante i loro live e fornivano i loro suggerimenti e le loro impressioni ai tecnici Fender i quali erano sempre alla ricerca di miglioramenti. In quegli anni c’era una forte concorrenza tra Gibson e Fender. Per alcuni le chitarre Gibson erano viste come chitarre “da vecchi“, mentre le Fender erano viste come giocattoli, e questo (probabilmente) era qualcosa che a Leo Fender non piaceva per cui ha lavorato duro per cercare l’aspetto e la funzionalità perfetti. Credo che Leo pensasse che una colorazione sunburst a tre toni sarebbe stata stravagante, anche se alla fine i fatti lo hanno smentito.
Chitarre speciali, realizzate in un momento particolare della storia americana
La maggior parte delle persone che hanno costruito queste chitarre negli anni ’50 facevano parte di quella generazione che ha messo lo stesso impegno nel proprio lavoro come durante la Seconda Guerra Mondiale. Le persone erano più felici perché avevano più tempo libero e andavano a lavorare con un pò più di ottimismo. Hanno apprezzato il loro lavoro e sono stati molto orgogliosi del loro lavoro. Penso che sia importante continuare a educare le giovani generazioni su quanto sia stato meraviglioso questo periodo nella produzione di chitarre americane.
(fonte guitarplayer.com)