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My Bonnie (Lies Over the Ocean) – Tony Sheridan e i Beat(les) Brothers, sessant’anni dopo

Oggi vorrei raccontarvi la storia di una canzone che, in qualche modo, è stata protagonista della crescita della musica rock. Esiste una linea non troppo sottile che unisce la Scozia, i quartieri malfamati di Amburgo e quattro ragazzetti di Liverpool.

Questa linea si intitola My Bonnie Lies Over the Ocean ed è la prima registrazione ufficiale dei Beatles. In realtà i quattro (John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Pete Best) vengono accreditati come Beat Brothers, perché (pare) la parola Beatles, in tedesco, ricordi molto la parola “testicoli”. Cosa che immagino avrebbe fatto molto ridere John Lennon.

La canzone scozzese

My Bonnie è una canzone popolare scozzese cantata in onore di Charles Edward Stuart, pretendente al trono inglese, francese, scozzese e irlandese e reggente di Scozia, vissuto tra il 1720 e il 1788, tra l’altro, nato e morto a Roma. Bonnie Prince Charlie, così veniva chiamato, fu, tra le altre cose, l’artefice di una delle più grandi disfatte militari del Settecento avvenuta durante la famosa battaglia di Culloden, nelle Highland scozzesi. I giacobini guidati da Charles vennero letteralmente trucidati dai lealisti guidati dal Duca di Cumberland, Guglielmo Augusto di Hannover, che per la barbarie con cui condusse la campagna venne soprannominato “Billy il Macellaio”.

Il fatto divertente è che la canzone è spesso cantata per i bambini

Pubblicata nel 1881 da Charles E. Pratt, con lo pseudonimo di H. J. Fulmer, e con il titolo di Bring Back My Bonnie to Me, la canzone ebbe un successo enorme. Addirittura, le cronache dicono che Pratt fu in qualche modo costretto a scrivere la musica della sua versione del brano, perché la richiesta era già molto alta negli anni ’70 dell’Ottocento.

My Bonnie nella cultura di massa

Visti i presupposti, la canzone è tutt’ora molto famosa. Non si contano le versioni cantate dai vari musicisti nel corso degli anni (tra cui una pregevole versione di Ray Charles). Allo stesso modo non se ne contano gli utilizzi. I più divertenti sono My Bunny Lies Over the Ocean (1948), con Bugs Bunny protagonista, e The Nut Beach (1944), che vede Woody Woodpecker nei panni di un eccentrico surfista. Entrambi si possono gustare su Youtube.

La versione dei Beatles

La storia delle registrazioni dei Beatles è talmente nota che non rischierei mai, per nulla al mondo, di aggiungere informazioni prese un po’ a casaccio da internet; per cui mi riferirò al ben più esperto Mark Lewison, che in “La grande storia dei Beatles”, afferma che tra il 21 e 23 giugno del 1961 quattro dei Beatles presenti ad Amburgo in quel periodo (Stuart Sutcliffe non partecipò) registrarono My Bonnie insieme a Tony Sheridan. In realtà è più corretto dire che Tony Sheridan registrò il brano con i proto Beatles, perché Sheridan, agli inizi degli anni ’60 (ad Amburgo) era molto famoso.

Chi era Tony Sheridan

Apro una piccola parentesi sul personaggio Tony Sheridan, che, fondamentalmente, si conosce solo per la sua uscita con i Beatles, anche se in effetti meriterebbe qualcosina in più. Chitarrista eccezionale, ha lavorato con artisti del calibro di Gene Vincent e Cliff Richard, per poi approdare per tre anni ad Amburgo, alla corte di Koschmider, al Kaiserkeller. Dopo il periodo tedesco, e dopo aver cambiato diversi locali fino ad approdare ai ben più lussuosi Top Ten e Star Club (altri due storici locali della genesi beatlesiana), Tony Sheridan non ebbe granché fortuna e, anzi, venne un po’ dimenticato. Gli anni d’oro del rock’n’roll erano al termine e i Beatles stavano diventando famosi in tutto il mondo, soppiantando chiunque altro dalla scena musicale. Negli anni ’70 si riciclò come dj per un programma radiofonico e tornò a suonare allo Star Club, fino a poi lasciare questo mondo per i postumi di un’operazione cardiaca, nel 2013.

I Beatles ad Amburgo

Tornando a My Bonnie, tutto si deve ad un musicista tedesco di nome Bert Kaempfert, che scritturò i Beatles per accompagnare il bravissimo Tony Sheridan per una serie di registrazioni sotto etichetta Polydor. Come Sheridan, anche i Beatles erano già piuttosto famosi ad Amburgo. Il loro primo ingaggio in Germania risale al 1960, e nel tempo riuscirono a farsi apprezzare parecchio, tanto da essere richiamati altre volte. Ed è proprio in una di queste occasioni che viene loro data la possibilità di registrare con Tony.

L’album, gradevolissimo se vi piace il rock’n’roll della prima ora, è un 45 giri uscito nel 1962 in Inghilterra (mentre in Germania uscì nel 1961). Tra l’altro i Beatles (solo nella versione inglese del disco) sono accreditati con il loro nome e non come Beat Brothers, ed è la prima volta in assoluto in cui il nome The Beatles viene stampato ufficialemnte.

Dalle tracce si capisce chiaramente che i ragazzetti che suonavano per Sheridan avevano già il mestiere sotto le dita, come si suol dire

D’altronde le ore passate a suonare per i locali di Amburgo furono moltissime e non c’era modo assoluto di perdere la concentrazione: o si faceva ballare la gente o si veniva licenziati. My Bonnie apre il disco, mentre sul lato B compare una versione rock’n’roll (meravigliosa, a mio parere) di The Saints (When the Saints Go Marchin’ In). Più tardi Tony Sheridan realizzerà anche un LP su 33 giri con ben 12 tracce, sempre con i Beatles a fare da spalla.

La leggenda del negozio di dischi

Leggenda vuole che nel 1961 Raimond Jones entrò in un negozio di dischi per chiedere una copia del singolo My Bonnie/The Saints, facendo conoscere a Brian Epstein i Beatles per la prima volta. Una canzone popolare scozzese è così diventata la scintilla che ha fatto esplodere i Beatles, cambiando per sempre la storia della musica.

(di Fabio Saba)

— Onda Musicale

Tags: Ray Charles, The Beatles, Brian Epstein, Stuart Sutcliffe
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