Durante il podcast di “Mike On Much” (link) Kirk Hammett, chitarrista dei Metallica, ha detto la sua sul nuovo album “Hardwired… To Self – Destruct” senza scordare l’attuale situazione politica americana con Donald Trump.
“Beh, devo proprio dire che il nostro album è uscito al momento giusto perché sapete, con lo scossone dell’8 novembre, e poi il nostro disco che è uscito il 18 … Sono un po’ contento perché, almeno, il nostro album è uscito e possiamo portare una sorta di sollievo alle persone che, la fuori, sono veramente tristi o deluse. E questo va bene”.
“Per me, io sono uno che è sempre arrabbiato, ma la mia rabbia è appena sotto la superficie e si manifesta nelle forme più assurde, pazze e strane. È qualcosa con cui ho dovuto fare i conti per tutta la mia vita ed ora, con cose come le elezioni, è così strano e divisorio”.
“La situazione politica in America, ed in Inghilterra, di adesso è strana – prosegue il chitarrista– È quasi come se fosse dovuto succedere per dare alle persone una prospettiva su come le cose avrebbero potuto essere peggiori per noi. Ma, per quanto coinvolto, non so che cazzo succederà. Devo essere ottimista, ma aspetterò, guarderò e presterò attenzione di sicuro”.
Kirk Hammett ha inoltre aggiunto di essere un avido lettore di giornali sin dalla tenera età ed ora, anche grazie ai giornali online, “per me è importante non andare solo su un unico sito, ma è importante andare su diversi siti e vedere un sacco di altre prospettive”.
Hammett ha poi ricordato come i fan dei Metallica provengano da qualsivoglia ideologia politica e “parte del motivo per cui non ci consideriamo una band politica è perché, quando cominci a parlare di politica tracci una linea nella sabbia ed improvvisamente c’è divisione e questo non è quello che vogliamo. Vogliamo che la gente sia assieme in tutto questo, vivere la musica assieme. Vediamo la politica come una cose completamente diversa. È come la musica e la corsa di Nascar, questo è quanto i Metallica sono estranei alla politica”.
Hammett ha comunque sottolineato di aver parlato per la band, ma parlando di lui ha dichiarato“io credo nell’onestà. Credo nell’uguaglianza di tutti. Credo nelle pari opportunità e credo che tutti siano uguali. Quel tizio – riferendosi a Trump – non crede nemmeno in questo! Lui non crede che tutti sono uguali”.
A tal proposito una sorta di manforte proviene anche da Lars Ulrich, storico batterista della band, che in ottobre aveva dichiarato che avrebbe pensato seriamente al ritorno nella natia Danimarca se Trump avesse vinto.
Stefano Leto – Onda Musicale
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